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QUILIANO È UFFICIALMENTE “CITTÀ”

Il Comune ha ricevuto il titolo onorifico, richiesto a luglio, che costituirà un ulteriore volano per la valorizzazione del territorio MARCO OLIVERI “Città” a tutti gli effetti, a livello nazionale, per l’identità e i valori della comunità, ma anche per le peculiarità del territorio.  Questo, il titolo onorifico riconosciuto ufficialmente dallo Stato al Comune di […]

Il Comune ha ricevuto il titolo onorifico, richiesto a luglio, che costituirà un ulteriore volano per la valorizzazione del territorio

MARCO OLIVERI

“Città” a tutti gli effetti, a livello nazionale, per l’identità e i valori della comunità, ma anche per le peculiarità del territorio.  Questo, il titolo onorifico riconosciuto ufficialmente dallo Stato al Comune di Quiliano, concesso tramite decreto firmato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 24 marzo scorso, in seguito alla proposta elaborata dal Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.

Un traguardo che si inserisce in un percorso istituzionale vero e proprio, promosso dall’amministrazione comunale per mettere in evidenza la realtà del territorio e creare occasioni per una sua completa valorizzazione: «Grande soddisfazione da parte del Comune per questo meritato riconoscimento formale basato sulla storia di Quiliano, il suo passato amministrativo e fattori importanti e significativi sul piano sociale e su quello culturale – ha commentato il sindaco Nicola Isetta, nella conferenza stampa online di stamattina, martedì 6 aprile, organizzata per presentare alla stampa il raggiungimento di questo obiettivo – la richiesta di essere riconosciuti come “città”, avanzata nei mesi scorsi dal Consiglio Comunale, si inserisce nel quadro della valorizzazione del nostro territorio, un lavoro profuso quotidianamente tramite l’ideazione di progetti e iniziative finalizzate a far emergere i valori qualificanti della comunità, nonostante il tragico momento storico contrassegnato dall’emergenza Covid-19».

Iniziativa svolta dal Comune quilianese grazie a forze interne, senza contributi esterni e quindi senza costi per la cittadinanza, il riconoscimento di “città” ha osservato un lungo iter che ha coinvolto anche la Prefettura di Savona per far giungere l’istanza sulla scrivania del Ministro Lamorgese fino a quella del Capo dello Stato.
Ne sono stati però principali promotori gli uffici comunali, diretti dalla segreteria generale: «La documentazione che abbiamo presentato ha riguardato una sintesi del percorso di Quiliano, tra passato, presente e futuro – afferma il segretario generale Achille Maccapani – tra i temi trattati, la storia, le iniziative sociali e la sfera economica, culturale e ambientale».

L’antico rapporto con la Repubblica di Genova, il soggiorno di Bonaparte a Cadibona, l’attività antifascista negli anni della dittatura e il ruolo rivestito durante la Resistenza, da sempre ricordata in città con vie e monumenti che ne commemorano i protagonisti, gli aspetti che hanno convinto le cariche dello Stato a concedere il titolo a Quiliano. Non solo, nella relazione del Ministro Lamorgese sono inoltre citati l’impegno nel volontariato e nella Protezione Civile, l’attenzione per le pari opportunità, le politiche giovanili e ambientali che la comunità quilianese ha dimostrato negli anni successivi al Dopoguerra, senza dimenticare la vocazione all’agricoltura, con una menzione all’albicocca di Valleggia, riconosciuta come Presidio “Slow Food“.

Un territorio che si estende dal mare all’Alta Via dei Monti Liguri fino a Cadibona, un comprensorio inserito in un sistema economico strategico, tra Savona e Vado Ligure, al ventesimo posto come dimensione e al trentaseiesimo come popolazione tra i Comuni liguri, le altre frecce all’arco di Quiliano per l’ottenimento della denominazione.

«Si tratta di un riconoscimento che ora ci permette di entrare nel novero delle città della Provincia di Savona, finora tutte realtà rivierasche – riprende Isetta – il titolo rappresenta soprattutto un volano che ci aiuterà a promuovere l’identità e i valori del nostro territorio, in quanto vengono riconosciuti patrimoni storici che in futuro sarà più facile valorizzare anche in termini di finanziamenti».

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