In queste immagini datate, ma molto significative, riproponiamo la memoria di un tempo trascorso con fatica e impegno.
MARIO MUDA

È la Festa del Lavoro, una celebrazione, oggi più che mai, che parrebbe non avere senso. Non è solo questione di pandemia, di recessione, di flessione dei mercati. Oggi è cambiato il modo di lavorare, di intendere il mondo del lavoro, di avere accesso al sistema produttivo, di avere un lavoro sicuro, di avere sicurezza sul lavoro. Si è acuita la forbice fra chi ha bisogno di avere un reddito e di garantire alla propria famiglia, ai propri cari, il necessario per vivere, sovente appena lo stretto necessario e chi, invece, non ha questo problema o lo avverte in modo minore e meno devastante, chi non si pone il problema morale di estendere a ognuno l’opportunità di una vita dignitosa.
Tutte le sedi, per noi, sono opportune per affrontare il discorso dell’occupazione perché il lavoro è strettamente legato e, in modo irreversibile, alla dignità della persona.
Una delle prime esternazioni di quei regimi o sistemi politici che hanno mirato o, ancora oggi, tendono a togliere dignità alle persone o ricattarle con il problema dell’occupazione, è stata quella di proibire e annullare le celebrazioni per la Festa del Lavoro.
Esistono categorie umane che sono dimenticate, svilite, sottopagate, sfruttate. Ecco perché è importante ricordare e celebrare il Primo Maggio. Perché è il segnale di allarme di un sistema generale che difende la persona e la sua qualità di vita.

Un’occupazione fissa, retribuita giustamente, senza preclusioni, garantita, è il primo passo per riconquistare quella dignità che in troppi modi e, da più parti, si è cercato di annullare. Avere la certezza dei propri mezzi e la sicurezza di una mercede adeguata, sono il primo passo per garantire una vita decente e armoniosa.
In queste immagini datate, ma molto significative, vogliamo riproporre, non tanto e non solo, la memoria di un tempo trascorso, quanto la fatica e l’impegno di chi ci ha preceduto conquistando dignità e senso di appartenenza, gettando le basi anche per percorsi di una trasformazione della realtà fisica e sociale di questo territorio. Un cammino di conquista spirituale che raccontato in modo diverso attraverso il tempo, non si è mai fermato e che è significativo della storia e della civiltà di un contesto di grande intensità etica e di valori morali che non si sono perduti.
Crediti: il contributo video è a cura di Andrea Oliveri

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