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CIRANO BELLOTTO, TRADITO DA UNA SPIA

Nuova tappa della rassegna di storie degli eroi della Resistenza per le vie di Quiliano Percorsi Che Resistono: la vicenda del partigiano Cirano ‘Osiglia’ Bellotto, tradito da una spia e condannato a morte a San Michele di Mondovì nel 1944 ANDREA OLIVERI “Così impari a fare il partigiano!” furono le ultime sprezzanti parole che il […]

Nuova tappa della rassegna di storie degli eroi della Resistenza per le vie di Quiliano Percorsi Che Resistono: la vicenda del partigiano Cirano ‘Osiglia’ Bellotto, tradito da una spia e condannato a morte a San Michele di Mondovì nel 1944

ANDREA OLIVERI

Così impari a fare il partigiano!” furono le ultime sprezzanti parole che il tenente Attilio Rizzo riservò a Cirano Bellotto prima della fucilazione, il 30 dicembre 1944, in quel di San Michele di Mondovì, piccolo comune in provincia di Cuneo.

Cirano Bellotto, classe 1923, nome di battaglia ‘Osiglia’, combatteva nella zona del basso Piemonte e alta Valle Bormida a fianco della Divisione Autonoma del maggiore Mauri, quando venne catturato dalla Divisione Cacciatori degli Appennini dell’esercito repubblicano fascista, su segnalazione di una spia, il 27 novembre a Torre Mondovì. Tradotto a San Michele, dopo essere stato torturato venne condannato alla pena capitale.

Al parroco don Giuseppe Pennino il compito di accompagnarlo nelle sue ultime ore. “Mi rincresce morire così giovane” disse durante la confessione, senza piangere né imprecare.

Dopodiché chiese, come ultimo desiderio, di poter scrivere qualche riga alla fidanzata e alla mamma. Il soldato di guardia s’affrettò a procurargli due fogli con busta e una matita e, una volta slegato, iniziò a scrivere: ”Cara mamma, prima di morire invio a te, papà e famiglia tanti baci. Non voglio che sia sparsa una lacrima di sangue per me. Iddio mi protegge, ora e sempre. Vi faccio i miei migliori auguri”. Al termine, piegò gli scritti, li chiuse in una busta e, aggiunto l’indirizzo, li porse al parroco. Dopo esser stato nuovamente legato, venne condotto sul luogo dell’esecuzione, nel cortile della chiesa.

Mentre i soldati lo legavano a una sedia, disse a don Pennino che perdonava chi stava per fargli del male e, voltandosi al plotone, raccomandò loro che mirassero giusto per non farlo soffrire troppo a lungo. Questi, commossi, glielo promisero e fecero fuoco: seguirono due raffiche.

L’Ave Maria e il grido “Viva l’Italia!” furono le sue ultime parole.

Oggi, a San Michele di Mondovì, sorge una lastra commemorativa in ricordo del suo sacrificio “per il riscatto, l’onore e la libertà della patria nella lotta contro i nazifascisti”.

Cirano Bellotto (Teolo, 1923 – San Michele di Mondovì, 1944)

 

 

Fonti:

G. Patrone, I primi cinquant’anni del Novecento quilianese: Quiliano 1900-1945: scelte amministrative e avvenimenti (Coop. Tipograf, Savona, 2015)

G. Patrone, Andrea Picasso, un personaggio quilianese: da partigiano a sindaco (Coop. Tipograf, Savona, 2019)

 

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