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UN QUARTO DI SECOLO A QUILIANO

Il Comitato della Croce Rossa Italiana di Vado Ligure-Quiliano festeggia i 25 anni di vita della sede operativa di via Bertolotto MARCO OLIVERI Da un quarto di secolo presidio del territorio per gli interventi di soccorso, simbolo e punto di riferimento dell’associazionismo quilianese, ma soprattutto casa dei volontari che, negli anni, hanno scelto di dedicare […]

Il Comitato della Croce Rossa Italiana di Vado Ligure-Quiliano festeggia i 25 anni di vita della sede operativa di via Bertolotto

MARCO OLIVERI

Da un quarto di secolo presidio del territorio per gli interventi di soccorso, simbolo e punto di riferimento dell’associazionismo quilianese, ma soprattutto casa dei volontari che, negli anni, hanno scelto di dedicare il loro tempo per gli altri. Compie 25 anni la sede operativa del Comitato di Vado Ligure-Quiliano della Croce Rossa Italiana in via Bertolotto e, in città, sarà festa, sabato prossimo, 22 ottobre, per celebrare questo importante traguardo, senza dimenticare di salutare o ricordare i protagonisti che lo hanno reso possibile.


Infatti, a partire dalle ore 14, nel piazzale antistante la sede della Croce Rossa, inaugurata il 19 ottobre 1997 e operativa già dal giorno seguente, si svolgerà la commemorazione per il 25esimo anniversario della fondazione, alla presenza delle autorità civili e religiose del territorio quilianese, unite agli altri comitati liguri della Croce Rossa Italiana, le Pubbliche Assistenze della Provincia di Savona, le associazioni locali come la Protezione Civile e, ovviamente, i cittadini. Seguirà un rinfresco, dopo i saluti del presidente del comitato vadese e quilianese Davide Rastello e del sindaco Nicola Isetta.

«Sarà un momento significativo di associazione, con discorsi e ringraziamenti e un’occasione per stilare un bilancio di questi anni, ma anche un trampolino per pensare al futuro – afferma Rastello – invitiamo la popolazione a festeggiare con noi e a unirsi per il mondo del volontariato, attività che fa bene a tutti, sia a chi dedica con gioia tempo e capacità per aiutare i cittadini, sia per l’intera comunità».

Una presenza, quella della sede operativa quilianese della Croce Rossa, che ha attraversato una lunga gestazione: «Già negli anni 70, il consiglio dell’organizzazione di volontariato di Vado e Quiliano, all’epoca un sottocomitato dell’ente, aveva deliberato di aprire una sede sul territorio quilianese – racconta il presidente del Comitato – per diversi motivi, però, i lavori di costruzione non sono iniziati prima degli anni 90».

Poi, le avversità di un destino poco benevolo. «Purtroppo, l’alluvione del settembre 1992 distrusse tutto quanto già realizzato, così abbiamo dovuto ricominciare daccapo – continua – non ci siamo dati per vinti e, nel 1997, i lavori della sede sono finalmente giunti al termine».


A firmare l’atto ufficiale di nascita è Albertina Scarsi, presidente di allora, ma l’apertura della casetta di via Bertolotto è anche merito di un lavoro a due mani profuso da Pierangelo Bruno, che si è occupato del lato amministrativo e burocratico legato alla Croce Rossa, all’epoca ente pubblico e da Christian Petrocca, unico volontario originario di Quiliano, il quale ha unito e formato la prima squadra di 12 persone che ha rappresentato l’anima della sede operativa locale, un presidio che si è aggiunto alla sede vadese, ancora oggi attiva, in via Cadorna.

«Il bilancio di questi primi 25 anni a Quiliano è positivo – dichiara Davide Rastello – si tratta soprattutto di una grande esperienza umana di cui sono protagonisti principali i cittadini al servizio di altri cittadini, tra volontari, dipendenti e benefattori che da sempre sostengono e difendono la Croce Rossa».


Un gruppo che ha lasciato un segno immenso sul territorio di Quiliano, in un ambiente accogliente che, in futuro, potrà ancora crescere. «Negli ultimi anni legati all’emergenza sanitaria Covid-19, il numero di volontari è calato – conclude – è sempre bello però incontrare le persone, anche se ogni soccorso è impegnativo, perché abbiamo a che fare con la sofferenza degli altri, come, ad esempio, in situazioni come durante l’alluvione del 2019 e non siamo medici o infermieri, ma soccorritori. Forse, però, i momenti più difficili sono anche quelli più belli per noi, in quanto possiamo mettere a disposizione le nostre capacità ed esperienze, ma è la vicinanza della gente a ripagarci ogni volta del tempo che spendiamo nelle emergenze, nei turni e nella formazione».

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