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VOLLEY DAI DUE VOLTI

Proseguono gli allenamenti per l’Under 15, Under 17 e Under 19 per il Quiliano Volley, ma il gruppo Minivolley resta a casa. Alessia Pons, direttore tecnico del settore Minivolley/S3, non perde la speranza, anzi, incoraggia le piccole atlete a non arrendersi, a non mollare. Perché è anche questo che insegna lo sport. SABRINA ROSSI   […]

Proseguono gli allenamenti per l’Under 15, Under 17 e Under 19 per il Quiliano Volley, ma il gruppo Minivolley resta a casa. Alessia Pons, direttore tecnico del settore Minivolley/S3, non perde la speranza, anzi, incoraggia le piccole atlete a non arrendersi, a non mollare. Perché è anche questo che insegna lo sport.

SABRINA ROSSI

 

Stop agli allenamenti per il Minivolley, come state affrontando questi giorni?

“Purtroppo per il Minivolley siamo fermi. Avremo a disposizione uno spazio all’aperto, ma abbiamo visto che l’orario è incompatibile con la scuola, viene buio presto e quindi sarebbe impossibile svolgere gli allenamenti in modo efficace. Purtroppo al momento la situazione è questa”.

Sono previsti allenamenti da casa?

“No, perché sono molto piccole. Cerchiamo di mantenere un legame, un rapporto con loro inviando qualche messaggio ma, essendo piccoline, sono più i genitori che ci rispondono. Per ora non riusciamo a fare allenamento da casa”.

Dopo la stretta sullo sport, quali potrebbero essere i rischi di un nuovo periodo di fermo?

“Sicuramente può accadere che qualche bambina perda la voglia, lo stimolo a proseguire e ci molli. Essendo così piccole e non facendo per molto tempo sport può succedere che si perda l’entusiasmo, dipende. C’è da dire che, essendo ora tutto fermo, non ci si può proiettare su altri sport, però non è detto che qualche numero non scenda. Molto importanti per noi sono il supporto e l’affetto che ci dimostrano i genitori, ci aiutano ad andare comunque avanti e siamo molto grati per questo”.

Come hanno preso questo nuovo stop le piccole atlete?

“Male, molto male. Erano tutti dispiaciuti, però questa è la situazione ora. Dobbiamo attenerci alle normative e rispettarle”.

Pensate sia necessario in futuro lavorare anche sul piano emotivo oltre a quello fisico?

“Sì, assolutamente. Lo abbiamo sempre fatto. Più che istruttori siamo psicologi/maestri, nel senso che alla loro età si fa pallavolo fino a un certo punto. Bisogna mettere a proprio agio, insegnare a stare con gli altri, far capire che è uno sport di squadra, non individuale”.

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