Il Polifonico di Valleggia è una delle realtà più attive del paese e, probabilmente, la più conosciuta a livello internazionale.
ANDREA OLIVERI
C’era una volta – e c’è ancora! – il Coro Polifonico di Valleggia, istituzione presente sul territorio dal lontano 1953, quando l’allora parroco Don Angelo Genta, coadiuvato dal maestro e compositore Don Renzo Tassinari decise di fondare un gruppo a voci miste a scopo liturgico per accompagnare le Messe, ma non solo. Fu una forte novità per l’epoca, perdipiù in un piccolo paese, ma presto divenne un importante veicolo sociale, tanto da far crescere, al suo interno, intere famiglie. Una tradizione che si è mantenuta nel tempo: oggi il Coro conta circa 35 elementi, alcuni dei quali con legami familiari: ci sono coppie di mariti e mogli, fratelli e una famiglia è rappresentata da ben quattro membri su cinque.
UNA SQUADRA DAVVERO SENZA ETA’
Una tradizione custodita nel tempo: si conta che negli anni gran parte della popolazione di Valleggia abbia preso parte al Coro per almeno un anno. E, caratteristica più unica che rara, è un gruppo intergenerazionale: l’età dei singoli varia dalla tarda adolescenza a oltre ottant’anni, ma i giovani sono molto ben rappresentati con tanti under 30 e under 20.
L’orgoglio di far parte di un Coro storico accomuna tutti i componenti e il “battesimo” di chi canta per la prima volta è un momento particolarmente emozionante e sentito; ad esempio la storica tunica rossa che le coriste indossano – e che tutte conservano con cura – viene passata come un testimone da quelle che smettono alle new entry. C’è addirittura una sorta di “coreografia di iniziazione” che tutti i nuovi ingressi devono “interpretare” in un contesto di goliardia e divertimento, e rigorosamente in pubblico, dopo un concerto o durante una gita. Una tradizione che dura da anni e che ovviamente resta “top secret”.
GIUSE REBELLA, MAESTRO DA “RECORD” PER 50 ANNI
Tra i maestri che si sono succeduti in 67 anni, il record appartiene a Giuse Rebella: tra i coristi fondatori e allievo del primo direttore Attilio Acquarone, ha guidato i cantori per ben cinquant’anni, dal 1956 fino al suo ritiro nel 2006. Lo ha seguito Marco Siri, condirettore dal 2003, allievo di Giuse e già maestro delle Voci Bianche della parrocchia, realtà che avvia i giovanissimi all’attività corale. Poi, dopo un breve, ma prezioso periodo affidato ai giovanissimi Martino e Filippo Nicora, dal settembre scorso è arrivato l’attuale direttore Maurizio Fiaschi, laureato in direzione d’orchestra e diplomato in composizione polifonica vocale al conservatorio “Verdi” di Milano e diplomato in musica corale e direzione di coro al “Vivaldi” di Alessandria, ha diretto numerose realtà in Italia e all’estero.
FUCINA DI TALENTI E TOUR IN TUTTA EUROPA
La tradizione di musica che il Coro propone durante i concerti ha radici lontane nel tempo: la polifonia sacra, specie di Giovanni Pierluigi da Palestrina, è nel dna del gruppo fin dagli esordi, ma ovviamente c’è spazio anche per altri brani, di tantissime origini, epoche e tradizioni, dal gregoriano al gospel, dal Medioevo al Novecento. Negli anni hanno trovato spazio autori recenti e sonorità più contemporanee, mentre durante gli ultimi concerti di Natale, è stata protagonista soprattutto la musica barocca. In tutta la sua storia l’associazione ha costruito un repertorio di centinaia di brani, a dimostrazione della sua versatilità. Il coro, composto da non professionisti, è comunque stato una fucina di talenti come il soprano Linda Campanella, imposta successivamente a livello internazionale. Da sempre, oltre all’attività liturgica, il coro è impegnato in una ricca attività concertistica che l’ha portato a esibirsi anche oltre i confini nazionali, con tappe in Grecia, Spagna, Francia, Slovenia, Ungheria Germania, Austria… Ultime trasferte di rilievo a Salisburgo, Venezia, Cesena, Montecarlo e Roccasecca, patria di san Tommaso d’Aquino.
NON SOLO MUSICA, MA SOLIDARIETÀ E TORNEI DI CALCIO
Ma non si pensi che conti solo l’aspetto tecnico-musicale: fondato da due sacerdoti e da sempre ispirato dai valori cristiani, il Coro si considera come una vera grande famiglia dove l’aspetto sociale è fondamentale distinguendosi anche in iniziative solidali. Una delle più curiose è senza dubbio la partecipazione come squadra di calcio al Trofeo dell’amicizia, torneo benefico organizzato dai ragazzi della parrocchia di Valleggia riprendendo una competizione in voga negli anni ’80. Proprio il coro, che gioca con tanto di divisa personalizzata che riprende i colori giallo-blu dello stemma, è l’unica realtà ad aver sempre partecipato, sia alle origini sia alle nuove edizioni!
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