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LO SCRITTORE CONSIGLIA

  LUCA BIZZARRI DISTURBO DELLA QUIETE PUBBLICA Riccardo Bianco nato nel 1989, risiede a Quiliano, ma è di Savona. Autore lui stesso, è stato finalista in premi letterari. Ha pubblicato “Ci scusiamo per il disagio” che è la sua prima collezione di racconti autopubblicata, ma anche racconti brevi come “Nata sulla Luna”, “La casa in […]

 

LUCA BIZZARRI

DISTURBO DELLA QUIETE PUBBLICA

Riccardo Bianco nato nel 1989, risiede a Quiliano, ma è di Savona. Autore lui stesso, è stato finalista in premi letterari. Ha pubblicato “Ci scusiamo per il disagio” che è la sua prima collezione di racconti autopubblicata, ma anche racconti brevi come “Nata sulla Luna”, “La casa in affitto” “Stasera cucino io”. Questa volta, fa una scelta adatta alla stagione: un giallo, ma anche un libro che invita a pensare, ma non troppo impegnativo e ci spiega il perché di questo suggerimento.

LUCA BIZZARRI

DISTURBO DELLA QUIETE PUBBLICA

I MIEI PERCHÈ

RICCARDO BIANCO

È iniziata l’estate finalmente”, dirà chi ama il periodo più caldo dell’anno. Ammetto di essere tra quelli, ma c’è anche chi al contrario lo vive come il momento più odioso del calendario. Molte volte estate vuol dire vacanze, più tempo all’aria aperta, feste, aperitivi, mare, sole, sabbia, leggerezza, ma anche sudore, afa, caldo esagerato, code in autostrada, aria condizionata, vestiti appiccicati addosso, ancora afa e ancora caldo. Gli unici che non vanno mai in vacanza, neanche d’estate, sono il lettore e la lettrice. Chi ama leggere ha sempre un buon motivo per aprire delle pagine di carta stampata e volare con la fantasia, che sia sotto l’ombrellone o all’ombra di un albero, al caldo o al freddo, nulla può fermare la fame vorace di storie nuove.

Per me il periodo estivo porta spesso delle letture più leggere o comunque non troppo impegnative. Sarà il caldo o la voglia di riposare un po’ la mente, ma il classico “mattone”, per quanto appassionante, lo affronto con maggior vigore dall’autunno in avanti.

Proprio su questo filone arriva il mio nuovo consiglio di lettura. Un libro che ho preso recentemente in prestito dalla biblioteca di Quiliano e scritto da un ligure. Ogni tanto bisogna anche dar risalto agli autori locali. Pur non essendo scrittore di professione sono stato attratto dal libro di Luca Bizzarri, a tutti gli effetti il suo primo romanzo, perché ho sempre apprezzato il suo modo di affrontare anche discorsi seri e impegnati con una spiccata e un po’ irriverente ironia.

Essendo lui un Genovese doc, mi aspettavo di trovare un po’ del capoluogo ligure tra le pagine e non sono rimasto deluso. Pur non venendo mai menzionata direttamente la città di Genova, sono più che palesi i riferimenti ai caruggi e al porto con qualche colorata affermazione dialettale.

“Disturbo della pubblica quiete” può definirsi una storia ordinaria, senza troppe pretese, piacevole e in grado di portare un punto di riflessione su un argomento delicato e attuale come l’immigrazione e il pregiudizio.

Il fatto che sia scritto da un comico non deve far pensare che questo libro sia una commedia. Certo c’è anche spazio per qualche risata, ma si tratta comunque di un giallo, un po’ fuori dal comune forse, ma apprezzabile proprio perché non è quanto ci si aspetterebbe dall’autore.

 

Ero nato all’inferno senza saperlo, pensavo semplicemente che “vivere” fosse quella roba lì. A dire la verità non so neppure perché a un certo punto me ne sono andato: per scappare dalla guerra, perché quando sei ragazzo e ti raccontano un sogno tu tendi a crederci, perché sognare la terra rossa per giocare a pallone non mi bastava più. O forse sono partito solo per i soldi, ma non per avere i soldi, solamente per capire cosa fossero.

 

La vicenda si svolge quasi completamente nell’arco di una sola nottata. Due poliziotti sono alla fine del loro turno di lavoro quando vengono chiamati per un intervento di routine di disturbo alla pubblica quiete. Qualcuno sta tirando calci ad una porta disturbando il vicinato. I due agenti hanno fretta di risolvere la questione e rincasare, ma presto sarà chiaro che non ci sarà una risoluzione veloce come avevano osato sperare. L’uomo senegalese vuole essere arrestato, ma non ci sono i presupposti ne la voglia di passare la notte a compilare scartoffie per un arresto che durerebbe solo poche ore. La ricerca di una scorciatoia si rivelerà la strada più lunga, si scatenerà una serie di eventi concatenati che farà slittare irrimediabilmente la fine del turno dei due colleghi fino ad un tragico epilogo.

 

Il destino di chi affronta il mare è quello, prima o poi, di affondarci dentro.
Io sono affondato, ma continuo a respirare.

 

Se come me, in questi primi caldi giorni di inizio estate, siete alla ricerca di una lettura che non vi impegni troppo ma vi intrattenga piacevolmente, magari sotto l’ombrellone sorseggiando un aperitivo, tra un rinfrescante tuffo e l’altro, questo libro potrebbe essere un buon compagno di lettino.

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