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S.PIETRO: RIPARTONO GLI SCAVI

San Pietro in Carpignana, sempre più centrale nel futuro di Quiliano. Se da una parte c’è la notizia, importante e significativa che ripartono gli scavi archeologici, dall’altra c’è l’annuncio della creazione di un articolato percorso didattico con una serie di laboratori archeobotanici sulle coltivazioni antiche, in uno scenario di interconnessione culturale fra presente e passato […]

San Pietro in Carpignana, sempre più centrale nel futuro di Quiliano. Se da una parte c’è la notizia, importante e significativa che ripartono gli scavi archeologici, dall’altra c’è l’annuncio della creazione di un articolato percorso didattico con una serie di laboratori archeobotanici sulle coltivazioni antiche, in uno scenario di interconnessione culturale fra presente e passato che potrebbero fornire importanti stimoli, andando ad aumentare il valore agricolo della zona e valorizzando ulteriormente le aziende che operano oggi nell’area. L’ultima campagna di scavi archeologici aveva dato importanti risultati e ora la dottoressa Silvana Gavagnin, funzionario archeologo che da tempo si occupa del sito del  Comune di Quiliano conferma la ripresa degli scavi: “Nel 2010 l’allora Soprintendenza archeologica e architettonica, la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria, il Comune di Quiliano, la Regione Liguria e la Parrocchia di San Salvatore di Valleggia, hanno firmato un Accordo Quadro per la messa a sistema e la valorizzazione di un progetto culturale e archeologico del sito di San Pietro in Carpignano, che è stato istituito come “Parco Archeologico e Naturalistico” con delibera della Regione Liguria. Il Parco, di proprietà del Comune di Quiliano, – prosegue la dottoressa Gavagnin – coniuga emergenze storiche e archeologiche con un contesto naturalistico e paesaggistico di grande valore. Nel corso degli anni si è proceduto alla ristrutturazione del suggestivo edificio di culto dedicato a San Pietro, degli antichi casali e delle aree a coltivazione tradizionale mirata, valorizzando l’antica vocazione agricola della zona e promuovendo i prodotti locali.

In occasione dei lavori di recupero della chiesa hanno preso avvio indagini archeologiche dirette dalla Soprintendenza che hanno portato all’individuazione di un edificio di culto precedente, di origini medievali, circondato sin dalle origini dal paesaggio agrario tuttora dominante ma che nascondeva nel suo sottosuolo una villa rustica di età romana imperiale. Brevi interventi archeologici e manutentivi sono stati promossi in seguito alla realizzazione dell’Ente Parco e inseriti nelle programmazioni ordinarie del MIC. Attraverso fondi comunali derivanti da opere compensative relative al Parco Eolico Rocche Bianche, sono stati previsti, e parzialmente realizzati, il restauro conservativo di alcune strutture archeologiche e prime operazioni di valorizzazione. E’ infine stata da poco ultimata una campagna di indagini archeologiche nell’ambito della programmazione ministeriale che comprenderà, oltre a lavori di scavo, anche opere di valorizzazione e miglioramento alla fruizione del sito. In questo quadro di grande interesse si inserisce il nuovo intervento, scelto tra più proposte presentate da questa Soprintendenza e finanziato con fondi MIC dedicati alla tutela delle aree di interesse archeologico. E’ stata valutata infatti la necessità di ulteriori indagini che sicuramente daranno un ulteriore impulso al Parco in relazione alla sua importante componente archeologica, – annuncia il funzionario – con ulteriori positive ricadute sul territorio e sulla comunità locale. Mentre il quadro storico relativo al complesso di culto medievale è stato pressoché chiarito attraverso gli scavi e lo studio delle fonti storiche, risulta ancora poco chiara la scansione dello sviluppo e della gestione degli spazi della villa rustica romana. L’intervento in progetto può collocarsi come punto nodale per la comprensione dell’organizzazione del sito, permettendo di mettere in relazione l’area produttiva del complesso con i ricchi ambienti residenziali. L’indagine può inserirsi, altresì, nel contesto di valorizzazione del sito che prevede la creazione di un articolato percorso didattico; le aree di indagine previste potrebbero incrementare l’iter di fruizione con approfondimenti su tematiche più mirate ai risultati dello scavo. Gli studi archeobotanici sulle coltivazioni antiche, in uno scenario di interconnessione culturale tra passato e presente, potrebbero fornire importanti stimoli andando ad aumentare il valore agricolo attuale e valorizzando ulteriormente le aziende che operano oggi nell’area di Carpignano. La Stazione Appaltante è la Soprintendenza  ABAP per le province di Imperia e Savona, la ditta per gli scavi è Regio IX Liguria”.

“Abbiamo accolto con entusiasmo la notizia della ripresa degli scavi  – ha commentato il sindaco Nicola Isetta – perché danno un valore aggiunto alla nostra comunità e al nostro territorio. Confidiamo che la molteplicità di progetti che riguardano la zona di San Pietro di Carpignana, da sempre al centro dei nostri interessi per la specificità della zona, possa renderla oltre che un laboratorio anche un punto di riferimento per la cultura agricola e botanica dell’aerea. Come amministrazione ci siamo resi disponibile ad una collaborazione per la buona riuscita dell’impresa”.

 

 

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