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LO SCRITTORE CONSIGLIA

JOËL DICKER “L’ENIGMA DELLA CAMERA 622″ Ancora un thriller per Riccardo Bianco. Questa volta ci accompagna nelle atmosfere di  un thriller sentimentale ambientato in un lussuoso hotel delle Alpi Svizzere ed è un una storia molto articolata e ricca di suspence e colpi di scena. Riccardo Bianco nato nel 1989, risiede a Quiliano, ma è di […]

JOËL DICKER

“L’ENIGMA DELLA CAMERA 622″

Ancora un thriller per Riccardo Bianco. Questa volta ci accompagna nelle atmosfere di  un thriller sentimentale ambientato in un lussuoso hotel delle Alpi Svizzere ed è un una storia molto articolata e ricca di suspence e colpi di scena. Riccardo Bianco nato nel 1989, risiede a Quiliano, ma è di Savona . Autore lui stesso, è stato finalista in premi letterari. Ha pubblicato “Ci scusiamo per il disagio” che è la sua prima collezione di racconti autopubblicata, ma anche racconti brevi come “Nata sulla Luna”, “La casa in affitto” “Stasera cucino io”. Vediamo cosa ci consiglia questa volta.

“Un grande romanzo è un quadro. Un mondo che si offre al lettore, il quale si lascerà catturare da questa immensa illusione creata con colpi di pennello.”

JOËL DICKER

“L’ENIGMA DELLA CAMERA 622″

I MIEI PERCHÈ

RICCARDO BIANCO

Un grande romanzo è un quadro. Un mondo che si offre al lettore, il quale si lascerà catturare da questa immensa illusione creata con colpi di pennello.”

Il primo incontro che ho avuto con Joël Dicker, da lettore si intende, è stato con il voluminoso “La verità sul caso Harry Quebert”. Il romanzo che l’ha consacrato nell’olimpo degli scrittori di best sellers, da cui è stata tratta anche una serie tv di successo. Sconvolgente e appassionante, un libro che sicuramente vale la pena leggere, io l’ho amato e divorato. Ne ho già parlato in passato sul mio blog e ne riparlerò sicuramente di nuovo, ma questa volta, invece, voglio parlare della sua ultima opera che ho finito di leggere qualche giorno fa. Mi riferisco al non meno voluminoso “L’enigma della camera 622”, pubblicato nel 2020.

Ad una prima occhiata, la dimensione del volume potrebbe scoraggiare lasciando intendere che si tratti del classico “mattone” inaffrontabile. In realtà il ritmo della storia tradisce le sue oltre seicento pagine. Superato l’avvio, comunque scorrevole seppur molto descrittivo, mi sono ritrovato completamente risucchiato dallo stile di scrittura di Dicker. Ancora una volta lo scrittore costruisce una trama avviluppata su se stessa con diversi flashback e cambi di voce narrante. Ho provato quella piacevole emozione che si prova quando non si riesce a staccarsi da una storia che ci ha catturati. Quella sensazione che ti fa portare il libro con te ovunque, in modo da poterci dare una sbirciata al primo minuto libero, o correre a casa per un momento di relax perdendosi tra le sue pagine.

La trama è intrigante, seppur con qualche forzatura di troppo che potrebbe far storcere il naso ai puritani del realismo, ma si sa che il romanzo è comunque un’opera di fantasia, anche se Dicker cerca di fondere al meglio realtà e finzione in qualche passaggio qualcuno dirà che potrebbe aver esagerato. Io stesso sono rimasto frastornato da alcune trovate narrative non proprio congruenti, per un momento ho avuto un déjà vu con Mission Impossible e se lo leggerete capirete perché, nel complesso comunque al massimo graffiano ma non rovinano il buon esito della storia.

In generale i personaggi sono ben caratterizzati e la trama è avvincente, con numerosi colpi di scena e un buon ritmo sostenuto dall’inizio alla fine che rende la lettura scorrevole.

“Quando si vuole veramente credere a qualcosa, si vede solo quello che si vuole vedere”.

Siamo in Svizzera e Joël, scrittore e protagonista, scosso dalla recente scomparsa del suo editore e amico Bernard de Fallois, ha iniziato a lavorare ad un libro che raccontasse la grandezza dell’uomo che ha creduto in lui e nella sua carriera. Una perdita che lo ha debilitato nella mente e nello spirito, ma che non gli impedisce di fare quello che gli riesce meglio: scrivere. Una recente delusione amorosa però lo porterà ad uno stop forzato, lontano da Ginevra e dai pensieri. Una rapida successione di eventi e la conoscenza di Scarlet, una avvenente quanto improvvisata assistente, lo trascineranno ad indagare su un omicidio mai risolto di quindici anni prima avvenuto proprio nella camera adiacente a quella in cui ha deciso di alloggiare. Il potenziale narrativo della storia è lampante e la possibilità di riuscire là dove altri hanno fallito farà sì che la coppia si lancerà a capofitto nella ricostruzione dei fatti passati. Gli eventi ruoteranno principalmente tra la grande Banca Ebezner, con i suoi giochi di potere negli avvicendamenti dei suoi presidenti, e il Palace di Verbier, hotel esclusivo del paese e punto di riferimento per l’organizzazione degli eventi della banca, compreso il Gran Weekend in cui accadde l’omicidio. La realtà si amalgamerà con i vari flashback in un intreccio tra presente e passato in grado di ammaliare e far perdere il lettore tra le pagine, alla scoperta dei vari misteri che si celano dietro l’omicidio avvenuto nella camera 622.

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