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LO SCRITTORE CONSIGLIA

FAVOLE AL TELEFONO GIANNI RODARI Riccardo Bianco risiede a Quiliano, ma è di Savona. Autore lui stesso, è stato finalista in premi letterari. Ha pubblicato “Ci scusiamo per il disagio” che è la sua prima collezione di racconti autopubblicata, ma anche racconti brevi come “Nata sulla Luna”, “La casa in affitto” “Stasera cucino io”. Da […]

FAVOLE AL TELEFONO

GIANNI RODARI

Riccardo Bianco risiede a Quiliano, ma è di Savona. Autore lui stesso, è stato finalista in premi letterari. Ha pubblicato “Ci scusiamo per il disagio” che è la sua prima collezione di racconti autopubblicata, ma anche racconti brevi come “Nata sulla Luna”, “La casa in affitto” “Stasera cucino io”. Da un po’ un di tempo ci consiglia libri e letture guidandoci nel mondo suggestivo e onirico della fantasia. Questa volta ha scelto un narratore straordinario che ha saputo scrivere e interpretare il mondo dell’infanzia in un modo unico.

FAVOLE AL TELEFONO

GIANNI RODARI

I MIEI PERCHÈ

RICCARDO BIANCO

 

L’altro giorno mi è capitato di leggere una frase di Mark Twain che diceva “l’estate è quel momento in cui fa troppo caldo per fare quelle cose per cui faceva troppo freddo d’inverno”. Per chi ama leggere però non esistono stagioni migliori di altre, ogni momento è un momento buono; per altri invece è un occasione per riprendere in mano qualche progetto troppo a lungo rimandato.

“Quanto pesa una lagrima?”
“La lagrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra”

L’estate, portatrice sana di spensieratezza e leggerezza, per molte persone vuol dire anche dedicare più tempo a se stessi. Magari con la scusa delle vacanze si riesce finalmente a ritagliare quel tempo libero bramato durante le frenetiche giornate lavorative nel resto dell’anno. Conosco un tale che è un grande lettore, ma solo se va in vacanza, capace di leggere anche due libri corposi in poche settimane se pure la sua testa è in ferie, e altrettanto abile a non aprirne neanche uno, lasciandolo a raccogliere tristemente polvere sul comodino, per il resto dell’anno. Questo non toglie che perdersi tra le pagine di un bel libro è sempre un’esperienza appagante, d’estate come d’inverno.

Oggi non voglio parlare di un vero e proprio romanzo come spesso faccio in questi articoli, ma voglio insistere sul tema della leggerezza, del viaggiare, su tutti quegli argomenti spensierati che l’estate porta nel suo bagaglio di giornate calde e assolate. Uno dei primi modi di viaggiare che si impara fin da bambini arriva proprio attraverso l’utilizzo della fantasia e il racconto delle storie.

In Italia abbiamo la fortuna di aver avuto uno dei più grandi “maestri di fantasia”, se così si può dire: chi non ha mai sentito almeno una volta una favola di Gianni Rodari alzi la mano.

Da un po’ di tempo ho ripreso in mano “Favole al telefono”, una delle sue raccolte di favole più famose anche se non si possono neanche facilmente contare tutte quelle fantastiche che ha inventato.

Rodari è il primo scrittore che mi viene in mente quando ho voglia di leggere qualcosa di leggero, dove leggero non significa per forza banale. Le sue storie mi hanno accompagnato fin da quando ero piccolo, e questo libro almeno in parte l’avevo sicuramente già letto, ma riprenderlo tra le mani e sfogliarlo è stato come rincontrare dei vecchi amici che non vedevo da tanto tempo ma con cui ho condiviso dei momenti indimenticabili.

Sono convinto che le favole non siano solo per bambini, a dispetto di quello che si è portati a pensare, io adoro quelle di Rodari in cui si percepiscono moltissime sfumature adattabili al mondo degli adulti. La fantasia, e il suo utilizzo, non andrebbero mai dimenticati in quel vecchio cassetto della memoria che tutti abbiamo, quello colorato di diverse tinte e un po’ sbeccato con su scritto “infanzia”.

E invece si sbagliava, e l’aveva pagata troppo. Perché ogni bambino che viene in questo mondo, il mondo intero è tutto suo, e non deve pagarlo neanche un soldo, deve soltanto rimboccarsi le maniche, allungare le mani e prenderselo.

Quindi lasciandosi cullare dalle storie che ci racconta questo libro ci si può divertire con i paradossi dell’autore, la sua ironia e spogliarsi di quei pregiudizi e del conformismo di cui è impregnato l’animo adulto.

All’interno di “Favole al telefono” ritroveremo personaggi più conosciuti come Giovannino Perdigiorno e i suoi viaggi imprevedibili, oppure la piccolissima Alice Cascherina, sogneremo strade di cioccolato e palazzi di gelato, conosceremo l’uomo che rubava il Colosseo o l’incredibile Giacomo di cristallo. Insomma le invenzioni dello scrittore non fanno altro che stimolare e riattivare quella fantasia che crescendo ci dimentichiamo un po’, ma che è l’unica in grado di farci vivere una vera e propria magia e magari chiudendo gli occhi e usandone un pizzico, per qualche istante tornare bambini.

Giacomo di cristallo, anche in catene, era più forte di lui, perché la verità è più forte di qualsiasi cosa, più luminosa del giorno, più terribile di un uragano.

 

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