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LO SCRITTORE CONSIGLIA

“MR. MERCEDES” STEPHEN KING Riccardo Bianco risiede a Quiliano, ma è di Savona. Autore lui stesso, è stato finalista in premi letterari. Ha pubblicato “Ci scusiamo per il disagio” che è la sua prima collezione di racconti autopubblicata, ma anche racconti brevi come “Nata sulla Luna”, “La casa in affitto” “Stasera cucino io”. Come autore […]

“MR. MERCEDES”

STEPHEN KING

Riccardo Bianco risiede a Quiliano, ma è di Savona. Autore lui stesso, è stato finalista in premi letterari. Ha pubblicato “Ci scusiamo per il disagio” che è la sua prima collezione di racconti autopubblicata, ma anche racconti brevi come “Nata sulla Luna”, “La casa in affitto” “Stasera cucino io”. Come autore ci consiglia libri e letture guidandoci in modo intelligente. Questa volta ha scelto l’opera di un grande autore di thrilling. 

“MR. MERCEDES”

STEPHEN KING

I MIEI PERCHÈ

RICCARDO BIANCO

 

 

Questa volta torniamo a parlare di thriller e lo facciamo con uno dei massimi esponenti del genere.

Forse questo non è uno dei suoi libri più famosi o apprezzati, nel senso che la sua penna ci ha abituato a storie epiche che l’hanno iscritto a pieno diritto nell’olimpo degli scrittori immortali. Molte sue storie hanno anche portato a trasposizioni cinematografiche di tutto rispetto e sono state di ispirazione a tanti altri. Non a caso leggere il nome di Stephen King sulla copertina di un libro è sinonimo di garanzia e spettacolo assicurato.

“Mr. Mercedes” è il primo libro della trilogia dell’ispettore Hodges ideata dallo scrittore statunitense. Ammetto di non aver ancora letto gli altri due per potermi esprimere sull’opera completa, anche se con King difficilmente si sbaglia, ma mi limiterò a parlarvi del primo volume.

Non ci sono grandi ragioni filosofiche dietro la scelta di leggere questo romanzo, anzi il motivo è molto banale, ma sono stato attirato semplicemente dalla copertina. Sembrerà un’inezia e un modo stupido di scegliere una lettura, ma a volte le immagini sanno essere molto evocative e ispiratrici, in questo caso sicuramente il grafico ha colto nel segno. Nonostante il libro sia uscito da diversi anni, e io l’abbia sempre adocchiato sugli scaffali, qualcosa mi ha sempre distratto dall’acquisto definitivo, diverse volte l’ho preso tra le mani, sfogliato e ammirato ma fino ad oggi avevo sempre lasciato perdere. Complici i sensi di colpa, accentuati da una lista di libri in attesa di lettura infinita, che si ripresentano prima di ogni nuovo acquisto. In questo caso, come altre volte, la Biblioteca è venuta in mio soccorso con il prestito, dove anche il tempo a disposizione prima di restituire il libro è un incentivo ad accelerare la lettura. Anche se nessuno lo verrà a sapere, ma restituire un libro incompleto non dovrebbe mai accadere, probabilmente è anche immorale, tranne in casi veramente eccezionali.

Benvenuti, uccisori e uccisi, benvenuti nell’eterno nulla che circonda un solitario pianeta blu e i suoi abitanti che si affannano invano. Le religioni sono una fandonia. I precetti morali sono un’illusione. Persino le stelle sono un miraggio. L’unica verità è il buio. E conto solo di entrarci dopo avere fatto qualcosa di importante. Dopo avere ferito il mondo, lasciando il segno. In fondo, la Storia è nient’altro che una grande, profonda cicatrice.

La vicenda che fa da perno alla narrazione è il ricordo di una strage perpetrata una mattina nebbiosa all’alba, di qualche anno prima, davanti alla Fiera del Lavoro. Centinaia di uomini e donne affollano l’enorme piazzale con l’unica speranza di tornare a casa con un impiego, sono gli anni della crisi economica. Neanche a dirlo l’arma del delitto sarà proprio un veicolo della famosa casa automobilistica tedesca, da cui il soprannome del killer.

Il caso di Mr. Mercedes è destinato però a rimanere tra gli irrisolti, a maggior ragione dopo che l’investigatore assegnato, William Hodges, si è ritirato dal servizio. Hodges incarna i classici cliché del poliziotto che ha dedicato anima e corpo all’arma trascurando rapporti familiari e personali non riuscendo, neanche impegnandosi troppo, ad abituarsi ad una nuova vita piatta e monotona.

Depresso e indeciso se farla finita oppure no, riceverà uno stimolo proprio dall’uomo che non è mai riuscito a catturare. Il ritorno in pista è inevitabile grazie alla riscoperta di quella linfa vitale che percepiva solamente con un distintivo appuntato sul petto. Questo scatenerà una corsa contro il tempo perché Mr. Mercedes, nonostante la lunga pausa, ha in serbo qualcosa di grosso.

Annoiarsi con un libro di King penso sia molto difficile, se piace il genere sicuramente anche questo è da divorare come gli altri suoi romanzi e perché no, magari iniziando da qui, andare poi a scoprire gli sviluppi completando la trilogia con i seguiti “Chi perde paga” e “Fine turno”.

 

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