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LO SCRITTORE CONSIGLIA

DONATO CARRISI “L’UOMO DEL LABIRINTO” Riccardo Bianco questa volta ci offre lo spunto e il suggerimento per leggere una storia che sin da subito avvolge e coinvolge il lettore. “Una storia inquietante – sostiene Bianco – pronta a travolgere il lettore già dalle prime pagine, trascinandolo ancora una volta nel buio macabro della mente umana, […]

DONATO CARRISI

“L’UOMO DEL LABIRINTO”

Riccardo Bianco questa volta ci offre lo spunto e il suggerimento per leggere una storia che sin da subito avvolge e coinvolge il lettore. “Una storia inquietante – sostiene Bianco – pronta a travolgere il lettore già dalle prime pagine, trascinandolo ancora una volta nel buio macabro della mente umana, attanagliarlo nell’ansia di ritrovare al più presto la luce, nella speranza che risieda nell’ultima pagina, come se lui stesso fosse infine intrappolato tra quattro mura, in un labirinto senza uscita”. Insomma le premesse per un libro mozzafiato ci sono tutte e il nostro scrittore ce ne consiglia apertamente la lettura.

Riccardo Bianco è nato nel 1989, risiede a Quiliano, ma è di Savona. Ama leggere “passione che mi ha avvicinato molto alla scrittura con la voglia di mettermi alla prova. Non resisto al fascino di una bella storia. ” Come scrive di sé stesso. Autore, è stato finalista in premi letterari. Ha pubblicato “Ci scusiamo per il disagio” che è la sua prima collezione di racconti autopubblicata, ma anche racconti brevi come “Nata sulla Luna”, “La casa in affitto” “Stasera cucino io”.

ECCO I MIEI PERCHÈ

RICCARDO BIANCO

DONATO CARRISI

“L’UOMO DEL LABIRINTO”

 

“Con la morte si patteggia, dopo un po’, il ricordo prende il posto del dolore”

 

Donato Carrisi rappresenta per me uno di quegli scrittori di cui leggerei al volo qualunque cosa, compreso quello che non ha ancora scritto.

Per iniziare questo nuovo anno ho scelto uno dei suoi ultimi libri su cui recentemente è stato girato anche un film, con lo stesso autore nelle vesti di regista: un connubio perfetto che non permette nessuna libera interpretazione, sbavatura o recisione drastica della trama originale, come spesso accade con le pellicole ispirate ai romanzi. Non sempre i risultati sono apprezzabili, ma già con “La ragazza della nebbia” era riuscito a colpire nel segno con la trasposizione cinematografica e neanche questa volta si smentisce.

Il titolo del libro di cui vi voglio parlare oggi è “L’uomo del labirinto”. Una storia inquietante pronta a travolgere il lettore già dalle prime pagine, trascinandolo ancora una volta nel buio macabro della mente umana, attanagliarlo nell’ansia di ritrovare al più presto la luce, nella speranza che risieda nell’ultima pagina, come se lui stesso fosse infine intrappolato tra quattro mura, in un labirinto senza uscita.

Ammiro la grande capacità di Carrisi, nonostante gli ormai innumerevoli libri pubblicati, di riuscire ogni volta a coinvolgermi e sorprendermi con trame sempre nuove e incalzanti. Quello che rimane alla fine di ogni suo libro non è solamente una bella storia, ma anche quella smania, quel desiderio, di viverne una nuova ancora.

“La natura umana era capace di genio e bellezza, ma anche di generare abissi oscuri e nauseabondi

 

“L’uomo del labirinto” è un romanzo intrigante e intricato allo stesso tempo. Ammetto che in un certo senso si può far fatica a seguire attentamente gli svariati colpi di scena che lo scrittore ha in serbo per il lettore e si potrebbe provare un senso di smarrimento e perdita dell’orientamento, soprattutto verso il finale, ma trovo che siano proprio questi intrecci a rendere il libro interessante.

A mano a mano che si procede, ci si ritroverà imprigionati tra le pagine del libro, obbligati a sciogliere i diversi nodi della matassa per scovare la via che ci condurrà all’uscita del labirinto, alla risoluzione del caso, salvo dover cambiare punto di vista o opinione proprio quando sembrava di aver trovato la strada giusta.

 

“Se avesse potuto rivivere un solo giorno della sua precedente esistenza, non avrebbe scelto il più bello, ma il più normale”

 

Samantha Andretti sembra essere ritornata all’improvviso dall’inferno, quindici anni dopo il rapimento e la prigionia che le avevano fatto guadagnare un posto poco ambito tra i registri delle persone scomparse. Il grande caso irrisolto del detective privato Bruno Genko, ogni poliziotto che si rispetti ne ha uno, ormai alla fine della sua carriera così come della sua vita. Ma il destino come spesso accade, e nel suo caso in particolare, sembra avere un amaro senso dell’umorismo e, nonostante i pochi giorni rimanenti diagnosticati, è come se avesse un bonus per non abbandonare l’esistenza terrena finché non sarà fatta luce su questa faccenda: una macchia sulla sua carriera oltre che la sua coscienza che in qualche modo va ripulita.

Sull’altro lato del filo narrativo ci sarà invece il dottor Green, chiamato ad assistere e interrogare la ragazza scomparsa, che darà la caccia al misterioso uomo del labirinto, il coniglio con gli occhi a forma di cuore. Al contrario del poliziotto non cercherà di stanare il nemico tra il marciume umano del mondo esterno, bensì scavando tra i ricordi della mente traumatizzata della sua paziente. Ma questo è solo quello che ci aspetta all’inizio, prima di addentrarci nei meandri del labirinto di Carrisi.

 

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