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CAVALLI? UNA TERAPIA

Parlare di cavalli, in realtà, è come sfogliare un grande libro ricco di argomenti e contenuti: lavoro, svago, natura, relazioni, terapia. Questa è la passione di Silvia Andreotti, 24 anni, istruttrice di cavallo di primo livello presso la ASD Aequilian e studentessa di psicologia all’Università Unicusano. Una ragazza brillante e con tanti sogni da realizzare […]

Parlare di cavalli, in realtà, è come sfogliare un grande libro ricco di argomenti e contenuti: lavoro, svago, natura, relazioni, terapia. Questa è la passione di Silvia Andreotti, 24 anni, istruttrice di cavallo di primo livello presso la ASD Aequilian e studentessa di psicologia all’Università Unicusano. Una ragazza brillante e con tanti sogni da realizzare legati al mondo equestre e all’aiuto di persone in difficoltà. Sogni che con un grande cuore e forza di volontà si potranno realizzare.

 

 

SABRINA ROSSI

 

 

 

Silvia, qual è il tuo ruolo all’interno dell’Aequilian?

“Ho conosciuto il presidente Roberto Amede attraverso conoscenti e familiari. Ho iniziato  il cammino con lui già prima di far parte della Aequilian, quindi ancor prima di essere nel campo attuale, facevamo passeggiate a cavallo. Mi ha incitata molto a conseguire i brevetti per diventare guida e mi sono convinta. Ora sono istruttrice di primo livello e quest’anno dovrei concludere il percorso per ottenere il brevetto guida di secondo livello. Lui mi sta dando molto dal punto di vista escursionistico, ma per hobby frequento anche un maneggio a Genova, in cui faccio molta pratica in campo come tecnica. E’ una bellissima esperienza”.

 

Come è nata la tua passione per i cavalli?

“La passione è nata quando avevo 9 anni. Mia madre per il mio compleanno mi aveva portata in un maneggio che frequentava un’amica: è stata una sorpresa e da lì non ho mai smesso. Ho iniziato ad andarci una volta a settimana, ma per fortuna ho raggiunto l’obiettivo. In seguito sono riuscita ad avere una vita nel mondo equestre, compatibilmente con gli studi. Grazie ai cavalli ho scoperto un’altra passione, cioè lavorare con bambini disabili, in futuro mi piacerebbe fare anche pet therapy oltre ad essere guida equestre. Non sempre si può avere tutto ciò che si vuole, come ad esempio un cavallo, perciò questa passione si è sviluppata ancora di più e cerco sempre di dare il massimo”.

 

Hai praticato altri sport oltre all’equitazione?

“Avevo fatto atletica leggera per circa un anno e mezzo, ma non mi sentivo portata. Ho provato anche danza come l’hip hop per sei mesi, ma ho sempre preferito l’equitazione anche per la relazione particolare che si instaura con il cavallo. Sono una persona molto ansiosa e questo approccio mi ha aiutata molto a superare le difficoltà. Diciamo che è il mio rifugio”.

 

Che emozioni provi a montare in sella?

“Quando monto in sella cambio atteggiamento, è come se cambiasse la mia vita. Mi dimentico di tutto ciò che mi circonda e si instaura solo la relazione con il cavallo. Provo pace e tranquillità. E’ un’attività che consiglierei a tutti, bambini e adulti, offre molto per tanti aspetti e consente di fare nuove esperienze all’aria aperta”.

 

Qual è il tuo idolo sportivo?

“Il mio idolo sportivo non è nel mondo dell’equitazione. Mi piace molto Bebe Vio, la campionessa paralimpica di scherma, per la sua tenacia e forza di volontà. Non si pone limiti, ho letto anche il suo libro ‘Se sembra impossibile allora si può fare’, che secondo me è la rappresentazione della vita. E’ una ragazza che ha avuto grossi problemi di salute, ma non si è mai abbattuta”.

 

Preoccupazioni, chiusure, restrizioni. Come hai vissuto il lockdown?

“Ho sempre fatto tante cose, come lo studio e il lavoro con i bambini disabili. Lo ho vissuto in un modo un po’ frenetico, e proprio in momenti di questo tipo ho bisogno di andare a cavallo. Quando lo sconforto prende il sopravvento è per me come un salvataggio, la mia carica. Quindi, avendo tutto questo, non lo ho vissuto così male”.

 

Che cosa ti è mancato di più?

“Le uscite a cavallo, le passeggiate. Ma anche la possibilità di spostarmi, essendo di Genova con la zona rossa non potevo raggiungere l’Aequilian. Mi è mancato poter viaggiare, andare in montagna e in mezzo alla natura, poter uscire con gli amici”.

 

Prospettive future. Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?

“Poter prendere tutti i brevetti necessari per diventare guida equestre e poter portare le persone in passeggiata. Il mio sogno più grande sarebbe poi quello di aprire un centro di pet therapy non solo con i cavalli, ma anche con gli asini e conigli. Ho scoperto questa passione, mi piacerebbe creare un centro in uno spazio verde e ampio come ad esempio in Toscana, in cui fare delle attività e poter dare di più a ragazzi disabili, un settore difficile e con tanto bisogno di aiuto e attenzioni”.

 

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