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COSA HA CAMBIATO LA PANDEMIA? (13)

IL FUTURO? LAVORO, FAMIGLIA E CALCIO Igor Fabbretti, 24 anni, vive a Spotorno e gioca nella Prima Categoria del Quiliano&Valleggia. Soprannominato “Ice man” dalla squadra, Igor ha iniziato a giocare a calcio all’età di cinque anni, una passione che non ha mai abbandonato. Il lockdown lo ha trascorso lavorando, ma il desiderio di libertà e […]

IL FUTURO? LAVORO, FAMIGLIA E CALCIO

Igor Fabbretti, 24 anni, vive a Spotorno e gioca nella Prima Categoria del Quiliano&Valleggia. Soprannominato “Ice man” dalla squadra, Igor ha iniziato a giocare a calcio all’età di cinque anni, una passione che non ha mai abbandonato. Il lockdown lo ha trascorso lavorando, ma il desiderio di libertà e normalità si facevano sentire; questo non ha però impedito di perdere di vista i suoi sogni.

SABRINA ROSSI

 

 

Come ti chiami?

Igor Fabbretti.

Di dove sei?

Sono di Spotorno.

Età?

Ho 24 anni.

Hai fratelli/sorelle?

No.

Hai animali domestici?

No.

Quali studi hai fatto o stai facendo?

Ho fatto l’ITIS a Savona e sono perito chimico.

Oppure se lavori, quale?

Lavoro nella Vetreria Etrusca ad Altare.

Da quanti anni fai sport?

Da quando avevo cinque anni.

Come concili sport/studio/lavoro?

Facendo piccoli sacrifici o a volte rinunce.

Perché hai deciso di fare questo sport?

Da bambino mi hanno portato su un campo da calcio e da lì non l’ho più lasciato.

Cos’hai trovato all’interno di questa società?

Accantonando quest’anno particolare, diciamo che le aspettative sono spesso state superiori ai risultati.

Com’è il rapporto con la tua squadra?

Buono! Un rapporto di rispetto reciproco.

Hai un soprannome in squadra?

Ice man.

Se sì, perché?

Perché non la scorsa stagione, ma quella ancora prima, avevo segnato sette rigori consecutivi.

Hai un legame di amicizia con i tuoi compagni di squadra?

Sì.

Vi vedete anche al di fuori dello sport?

No, capita però spesso di incontrarci in giro.

Quali emozioni provi dopo una vittoria?

Felicità, perché vincere è importante.

E dopo una sconfitta?

Rabbia, delusione.

Hai fatto lo stesso sport in altre società?

Sì.

Perché quella di Quiliano è meglio?

Non mi va di dire se sia meglio o peggio, perché ogni società ha i suoi pro e i suoi contro.

Chi è il tuo mito sportivo?

Calcisticamente parlando ne ho più di uno. Da piccolo mi piaceva molto Gerard, mentre nel calcio recente Ronaldo, Neymar, Sergio Ramos e De Bruyne.

Segui anche altri sport oltre al calcio?

Seguirli è un “parolone”, però guardando tanto Sky Sport diciamo che so le notizie principali.

Che musica ti piace ascoltare?

Non ho una musica che mi piace in particolare, ascolto vari tipi di musica.

Hai un/una cantante preferito/a?

Recentemente ascolto molto Tedua, Capo Plaza e Gemitaiz.

Il tuo film preferito?

L’ultimo samurai”.

Serie TV?

La casa di carta”.

Ti piace leggere?

Non tanto.

Libro preferito?

Non ne ho uno in particolare.

Gioco alla play preferito?

Call of Duty” e “Fifa”.

Piatto preferito?

Pizza e sushi a pari merito.

Ti piace cucinare?

E’ una cosa che mi piacerebbe imparare a far meglio, perché non sono un granché ai fornelli.

Mare o Montagna?

Mare.

Come hai vissuto il lockdown?

Avendo sempre lavorato fortunatamente il tempo passava abbastanza, però non vedevo l’ora di tornare alla normalità.

Raccontaci una tua giornata tipo.

Sveglia, lavoro, pranzo, lavoro, uscito dal lavoro corsetta o palestra, cena, film, partita o serie TV, nanna.

Sei riuscito a tenerti in allenamento?

Sì.

Se sì, come?

Palestra a casa e andando a correre.

Cosa ti è mancato di più nel periodo di lockdown?

La libertà.

Quali sono i tuoi punti di forza e i difetti?

Come punti di forza, perseveranza e costanza. Come punti deboli, timidezza e troppo rispettoso, a volte dovrei essere più sfrontato.

Come ti vedi da qui a 10 anni?

Un po’ più vecchio e con qualche acciacco in più.

3 aggettivi per definirti.

Simpatico, permaloso e rancoroso.

Chi o cosa non vorresti essere.

Una persona senza valori.

Progetti per il futuro: quali sono i tuoi sogni nel cassetto?

Avere un lavoro che mi faccia sentire appagato, una famiglia, una bella casa e chi lo sa: magari essere un esempio per qualche ragazzo.

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