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UNA VITA PER I CAVALLI

I cavalli non sono solo sport, possono essere anche un lavoro, una terapia e una grande emozione. Eleonora Zani, 23 anni, ha il sogno di diventare istruttrice di equitazione. E vuole realizzarlo studiando, dando il massimo impegno, superando le difficoltà e soprattutto creando un legame indissolubile con gli amici cavalli della ASD Aequilian. Un sogno […]

I cavalli non sono solo sport, possono essere anche un lavoro, una terapia e una grande emozione. Eleonora Zani, 23 anni, ha il sogno di diventare istruttrice di equitazione. E vuole realizzarlo studiando, dando il massimo impegno, superando le difficoltà e soprattutto creando un legame indissolubile con gli amici cavalli della ASD Aequilian. Un sogno che, passo dopo passo, si sta per avverare.

 

 

SABRINA ROSSI

 

 

Eleonora Zani al lavoro in sella a un cavallo

Eleonora, di cosa ti occupi all’interno di questa Società?

“Vado a cavallo da quando avevo circa 6 anni ed è una passione da sempre. Nel 2019 ho conosciuto il presidente Roberto Amede e sua moglie Paola, ho scoperto che possiedono cavalli, e da lì è iniziato tutto. Mi è stato poi proposto da loro di fare un corso per poter diventare istruttrice di equitazione, magari anche accompagnatrice nelle uscite a cavallo, fuori dal campo, e ho deciso di intraprendere questa strada. Mi piace molto insegnare, non avrei mai pensato di poter fare questo percorso e ora sto studiando e mi sto impegnando al massimo per raggiungere ottimi risultati”.

Come è nata la tua passione per i cavalli?

“È la mia passione da quando sono piccola. Mia mamma dice sempre che sono l’unica della famiglia con questa passione. Così, all’età di circa 4 anni, mi hanno lasciata montare in sella a un cavallo per la prima volta. È stata un’emozione, mi è piaciuto fin da subito. Da lì non ho mai mollato e ho portato avanti il mio sogno: andare a cavallo sia come hobby, sia come lavoro”.

Oltre all’equitazione, hai praticato anche altri sport?

“Sì, per un periodo di tempo ho fatto danza classica, ma non ci punterei più. Per me l’equitazione è e rimane la vera passione”.

Chi è il tuo idolo sportivo?

“Santí Sierra Camps e il mio istruttore, entrambi hanno molta consapevolezza ed esperienza. Mi piacerebbe acquisire queste qualità”.

Quali emozioni provi a montare in sella?

“Felicità, serenità, spensieratezza e, ogni tanto, ansia”.

Tutte emozioni positive, a parte una. Come mai ansia?

“Purtroppo sono una ragazza ansiosa, ma è un fattore solamente emotivo. Nel momento di salire sulla sella di un cavallo mi invadono le insicurezze, su me stessa, sulle mie capacità, e sul cavallo per timore che si possa muovere durante la mia salita. Poi non succede nulla di tutto questo e tutto va bene, ma ho dei momenti in cui mi blocco come se i miei muscoli non rispondessero più; dopo poco ci riprovo e riesco a salire senza problemi”.

Il lavoro e l’istruzione al campo della Aequilian

Perché consiglieresti alle altre persone, giovani e meno giovani, di fare equitazione?

“Prima di tutto perché l’ippoterapia aiuta tantissimo, soprattutto chi ha problemi di ansia come me, oppure per chi ha altri problemi come handicap. Secondo me è la medicina migliore del mondo, trasmette tranquillità, è un’occasione in più per stare in mezzo alla natura. Sono emozioni che possono variare da persona a persona, ma comunque positive”.

Pandemia, restrizioni. Come hai vissuto il lockdown?

“Male, un po’ come tutti. Abito a Cairo Montenotte, ma i miei nonni vivono a Pilalunga. Mi sono trovata un poco spaesata, perché non ho avuto il tempo necessario nel primo lockdown di marzo di fare la valigia e trasferirmi da loro. Avrei avuto così il modo di andare a fare equitazione e di trovarmi a pochi passi dal campo. Quindi ho vissuto molto male questa chiusura, non sapevo cosa fare, tutte le giornate sembravano uguali. Ora ho la possibilità di spostarmi invece, Roberto Amede lavora tutto il giorno e ha bisogno di un aiuto. Per necessità in campo, per accudire i cavalli, per fargli fare un po’ di movimento per la loro salute ci si può spostare”.

Giorni sicuramente molto difficili per tutti. Cosa ti manca di più in questo periodo?

“Il ‘mio’ cavallo, è dell’associazione ma sono molto affezionata a lui. Lo penso spesso, perché negli ultimi giorni l’ho visto poco a causa del maltempo. Si fida di me, sono riuscita a instaurare un rapporto straordinario con questo cavallo, non avrei mai pensato di potercela fare. Felicità quindi per questi risultati, ma anche dispiacere per non poter vedere più spesso questo cavallo e anche gli altri amici e colleghi dell’associazione. Spero finisca presto questa situazione per poter riprendere la vita normalmente”.

Progetti, aspettative, ambizioni. Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?

“Il mio sogno più grande è quello di diventare istruttrice e continuare a crescere insieme ai cavalli, grazie all’aiuto dell’associazione. Siamo un bel branco. Riuscire quindi a imparare sempre di più, acquisire piena autonomia in questo lavoro. Col tempo si vedrà, ma mi auguro questo. Lavorare con i cavalli è la cosa più bella del mondo per me”.

 

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