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Il capo allenatore Antony Miele spiega come recuperare fisico e mentalità. Non dimenticando le emozioni. SABRINA ROSSI   In attesa della nuova stagione, il capo allenatore del Quiliano Volley Antony Miele si prepara, studia, analizza un piano di attacco. Allenamento fisico, supporto emotivo, incoraggiamento sono le chiavi per un’ottima ripartenza. Fase 2, come vi state […]

Il capo allenatore Antony Miele spiega come recuperare fisico e mentalità. Non dimenticando le emozioni.

SABRINA ROSSI

 

In attesa della nuova stagione, il capo allenatore del Quiliano Volley Antony Miele si prepara, studia, analizza un piano di attacco. Allenamento fisico, supporto emotivo, incoraggiamento sono le chiavi per un’ottima ripartenza.

Fase 2, come vi state organizzando per ripartire?

“Attualmente ci stiamo organizzando per la prossima stagione sportiva, per decidere i ruoli, i compiti, gli allenatori. Stiamo ancora attendendo una linea guida dalla Federazione per capire se ci saranno miglioramenti riguardanti le attività in palestra e per il Beach Volley”.

Riguardo agli allenamenti, come cambierà la preparazione delle atlete?

“Quando sarà possibile ripartire, lavoreremo molto sulla preparazione fisica dopo un fermo totale così lungo. L’allenamento fisico è perciò fondamentale per una buona ripartenza. In questi mesi le atlete hanno organizzato videolezioni per allenarsi insieme, ma senza i giusti stimoli e la grinta necessaria, non sapendo una data di inizio delle regolari attività. Trovo improponibile solo l’allenamento fisico individuale e senza palla essendo uno sport di squadra, di condivisione, con determinati obiettivi da raggiungere. Speriamo di poter ovviare al problema con il Beach Volley in spiaggia, magari organizzando piccoli gruppi per giocare, ma al momento tutto è ancora sospeso”.

L’abbraccio dopo un colpo ben riuscito oggi è diventato un tabù. Come si può ovviare psicologicamente e soprattutto si potrà tornare indietro?

“È un problema grosso da risolvere, bisognerà vedere da settembre come si evolverà la situazione. Le atlete si conoscono già al di fuori della palestra, sono dello stesso territorio e tra loro il legame di amicizia è molto forte. Le più grandi affronteranno sicuramente il problema con meno difficoltà essendo più mature. Un lavoro più impegnativo sarà invece con le atlete più piccole”.

Il dolore, la morte, i vuoti. Hanno influito nella psicologia delle atlete o è una cosa che riguarda solo gli altri e loro essendo giovani sono immortali e quindi del COVID-19 peserà solo la reclusione?

“È un argomento senz’altro delicato e importante che con tutte loro dovremo affrontare. Abbiamo pensato di organizzare incontri a piccoli gruppi di ragazze per parlare di questa situazione, come si sentono, come la hanno vissuta. È fondamentale fornire a loro un supporto psicologico ed emotivo in un momento così critico. Come nello sport, anche nella vita. Bisognerà anche affrontare, con la nuova stagione, la questione delle partite a porte chiuse specialmente con le più piccole che avranno di sicuro un maggior bisogno di stimoli e incoraggiamento. Noi ci riteniamo pronti per una ripartenza, più forti e determinati di prima. Lo sport insegna questo”.

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