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LO SCRITTORE CONSIGLIA

AGATHA CHRISTIE “DIECI PICCOLI INDIANI” Riccardo Bianco affronta il tema del giallo classico. Riccardo Bianco nato nel 1989, risiede a Quiliano, ma è di Savona. Autore lui stesso, è stato finalista in premi letterari. Ha pubblicato “Ci scusiamo per il disagio” che è la sua prima collezione di racconti autopubblicata, ma anche racconti brevi come […]

AGATHA CHRISTIE

“DIECI PICCOLI INDIANI”

Riccardo Bianco affronta il tema del giallo classico. Riccardo Bianco nato nel 1989, risiede a Quiliano, ma è di Savona. Autore lui stesso, è stato finalista in premi letterari. Ha pubblicato “Ci scusiamo per il disagio” che è la sua prima collezione di racconti autopubblicata, ma anche racconti brevi come “Nata sulla Luna”, “La casa in affitto” “Stasera cucino io”. Vediamo cosa ci consiglia questa volta.

AGATHA CHRISTIE

“DIECI PICCOLI INDIANI”

I MIEI PERCHÈ

RICCARDO BIANCO

Immagino non si possa dire di amare i gialli se non si è letto almeno un libro di Agatha Christie, la madrina del romanzo giallo. Non che sia un obbligo, ma perché mai privarsi delle decine e decine di romanzi e racconti avvincenti che ancora oggi, ad anni di distanza dalla loro pubblicazione, continuano ad entusiasmare e affascinare i lettori.

Trascendendo i grandi classici di Poirot e Miss Marple, bellissimi e degni di nota e di cui si potrebbe parlare per giorni interi, ho scelto di puntare i riflettori sull’ultimo romanzo della Christie che ho avuto il piacere di leggere. Senza nessun filo logico in particolare spesso le mie letture sono dettate dal sentimento del momento o, come in questo caso, da un titolo che da diverso tempo attendeva pazientemente nei meandri infiniti della lista “libri da leggere” per poi spuntare fuori all’improvviso, come se avesse deciso arbitrariamente che è arrivato il suo momento. Mi riferisco a “Dieci piccoli indiani”, non facente parte dei filoni dei due famosi detective ideati dalla scrittrice, ma da cui non ha nulla da invidiare.

In questo senso i libri sono gli amici più pazienti che potremmo desiderare, non si offendono di essere lasciati per diverso tempo in disparte salvo poi ricordarti della loro esistenza al momento più opportuno o in caso di necessità.

“La tua stessa colpa ti farà scoprire”

“Dieci piccoli indiani” non è una storia molto lunga, poco più di 200 pagine; mi sono bastati pochi giorni per divorarlo, pur non avendo un ritmo di lettura frenetico e dovendo ritagliarmi dei minuscoli spazi nella giornata per poter leggere, anche se i lettori capiranno quanto è difficile lasciare in sospeso un libro che li ha catturati.

Nonostante l’inizio sia un po’ impegnativo e ridondante, per il semplice fatto che dovremo cercare di memorizzare i nomi e le vicende dei protagonisti, una volta superati i primi capitoli con le presentazioni, uno ad uno, dei protagonisti, il ritmo sarà un crescendo incalzante di eventi. A suon di omicidi e colpi di scena è stato capace di tenermi incollato alla lettura con quella fantastica smania che ti prende quando desideri portare a termine qualcosa di entusiasmante. È un giallo classico, se ne esiste uno, dove ci vengono dati un buon numero di elementi già dall’inizio per elaborare le nostre supposizioni, ed è davvero un piacere arrovellarsi il cervello per tentare di scoprire l’assassino. Questo processo funziona perfettamente rispetto a tanti altri gialli che ho letto in passato dove si viene sopraffatti da elementi contorti, impensabili o comunque non prevedibili per il lettore. In questa vicenda si hanno tutti gli elementi, ma non per questo si rischia di annoiarsi. Dato che non sarà facile capire il colpevole, non rimane che augurare buona caccia al lettore. Io mi sono molto divertito a finirlo di leggere e cercare di indovinare il finale prima di raggiungerlo.

Diversi sono stati anche gli adattamenti cinematografici, ma questa è un’altra storia.

Ma nessun artista, ora me ne rendo conto, può sentirsi appagato solo dall’arte. C’è il naturale desiderio di rendere nota la propria maestria.

 L’avventura inizia dalla conoscenza dei primi otto personaggi, ognuno attraverso episodi diversi, accomunati da un passato inquietante e da un invito, anche se con pretesti diversi, a presentarsi sulla misteriosa Nigger Island. Diverse sono le voci e le leggende che si rincorrono riguardo i numerosi passaggi di proprietà dell’isola alimentando la nebbia e il mistero attorno a questo luogo enigmatico. Insieme ai Rogers, coppia di maggiordomi che gli altri ospiti incontreranno sul posto come dipendenti neo assunti, si completa il quadro dei dieci protagonisti di questo romanzo. Dieci piccoli indiani appunto, anche se inizialmente la Christie aveva previsto per loro un altro nome, la località è un forte indizio, ma per questioni di politicamente corretto, già all’epoca, è stato cambiato in “indiani”.

La vicenda si svolge unicamente nella villa dell’isola deserta in cui sono stati riuniti gli individui prescelti. Le inquietanti morti saranno concatenate ad un’assurda ed infantile filastrocca per bambini riguardante, guarda caso, dieci piccoli negretti, ma per scoprire cosa c’entra tutto questo con gli strani avvenimenti che accadono sull’isola bisogna prima perdersi tra le pagine del libro.

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