Arte, fede, tradizione, ma anche spettacolo e turismo.
SABRINA ROSSI
L’oratorio di San Sebastiano attende la fine delle restrizioni per la pandemia per ritornare a essere centrale punto di riferimento per gli appuntamenti legati alla tradizione, ma anche all’arte e alla cultura.
“San Salvatore di Valleggia”, oggi conosciuta come oratorio di San Sebastiano, è uno dei più importanti edifici religiosi di epoca medievale della diocesi di Savona, al centro di una interessante situazione storica e sociale del contado savonese.
L’antica chiesa tardogotica a tre navate, dedicata al SS. Salvatore, venne costruita nel 1466. Su parte di essa fu realizzato tre secoli più tardi l’attuale oratorio di San Sebastiano. I lavori iniziarono il 22 aprile del 1771 e si conclusero in meno di due anni, giusto il tempo per poterlo consacrare il 19 gennaio 1773 e celebrare la messa di San Sebastiano il giorno seguente.
La Confraternita, tra le varie opere d’arte, possiede due pregevoli sculture lignee di Giuseppe Arata, primo maestro di Anton Maria Maragliano, e un crocefisso processionale settecentesco, anch’esso di scuola maraglianesca.
Oggi l’oratorio, come detto, oltre a contenere importanti opere d’arte è un significativo punto di riferimento religioso e tradizionale essendo luogo centrale per devozione e fede per la Confraternita. Prima della pandemia è diventato anche per la sua struttura particolarmente elegante e storicamente e artisticamente significativa, teatro di appuntamenti culturali e di spettacolo che ne fanno un gioiello a livello provinciale.
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