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RIGASSIFICATORE, LE PROPOSTE DI ITALIA NOSTRA

Due le proposte alternative sul posizionamento degli impianti rispetto al progetto LUCIANO PARODI “Il Progetto del Rigassificatore di Vado rivela una superficialità tipica dei progetti fatti in fretta senza valutare l’uso del territorio previsto dalle popolazioni locali”. A dirlo è l’associazione Italia Nostra Savona che è entrata nel vivo del progetto per il posizionamento del […]

Due le proposte alternative sul posizionamento degli impianti rispetto al progetto

LUCIANO PARODI

“Il Progetto del Rigassificatore di Vado rivela una superficialità tipica dei progetti fatti in fretta
senza valutare l’uso del territorio previsto dalle popolazioni locali”.

A dirlo è l’associazione Italia Nostra Savona che è entrata nel vivo del progetto per il posizionamento del rigassificatore a 4 km dalla costa di Vado Ligure che prevede la realizzazione di due impianti sul territorio di Quiliano.

“Nei loro studi professionali
(lo abbiamo già visto per l’Aurelia Bis a Savona) usano modelli e cartine disponibili, ignari delle
valutazioni e delle aspettative dei cittadini. Ciò penalizza in particolare le popolazioni che invece
ricercano di utilizzare la poca area disponibile per trovare un equilibrio ed un futuro collettivo.
Così è avvenuto con l’impianto di filtro e pulizia del gas (impianto PDE e IW). Hanno tracciato
il percorso del gasdotto ottimale sulla carta e nel primo spazio libero fuori dall’area inondabile
hanno piazzato il loro impianto nella località Gagliardi (in sponda destra del Quiliano) – puntualizzano –
Il progetto invece deve esser modificato per salvaguardare le caratteristiche paesaggistiche e
produttive del territorio, già pesantemente condizionato da una serie di altri impianti funzionali
all’economia italiana ma poco rispondenti alle esigenze locali (centrale termoelettrica, deposito
costiero petrolio, Autostrade, Mercato ortofrutticolo ecc.).
L’impianto di rigassificazione ha grande importanza per l’economia italiana (se non si facesse
dovremmo raddoppiare il consumo di carbone) e ben può sopportare una differenza di costo di
investimento del percorso del gasdotto per ottenere una compatibilità complessiva”.

Italia Nostra ha pronte due proposte alternative che propongono per una valutazione tecnica.

“Nel progetto il gasdotto risale il corso del Quiliano e poi va nella sponda di ponente per
sistemare l’impianto di regolazione in area agricola in località Gagliardi, poi torna al fiume
e imbocca la valle del Quazzola dove prosegue sulle alture: la prima nostra proposta è di
collocare l’impianto nella sponda di levante, al posto di due o tre serbatoi piccoli dei 7
della Sarpom. Da lì può proseguire per il percorso già previsto; è molto probabile che la
Sarpom che ha ridotto il volume trattato (e che in futuro dovrà ridurlo ancor più per
motivi di mercato) possa riorganizzarsi in minori volumi (giustamente compensata); tutto
ciò sarebbe realizzato senza ulteriore consumo di suolo e senza modificare molto il
progetto – precisano – Il gas dovrebbe essere inviato alla centrale Tirreno Power e l’impianto di regolazione
collocato negli spazi lasciati dalle unità a carbone; il gas trattato poi sarebbe inviato alla
rete nazionale raddoppiando la linea esistente (20” 70 bar) o sostituendola con una nuova
linea da 26” 75 bar. Questa soluzione ha il vantaggio di percorrere un tracciato già
esistente (anche se più lungo).
Italia Nostra Savona chiede che queste due alternative vengano esaminate facendo partecipare le
amministrazioni locali”.

 

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