“Non possiamo lasciare che i ragazzi salutino la scuola senza ritrovarsi ancora una volta tutti assieme”.
MICHAEL TRAMAN
Una frase che hanno detto prima gli insegnanti, poi i genitori, poi i ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Quiliano. Vedersi ancora una volta, come in classe, era un pensiero comune e un desiderio generale.
Così questa mattina, tutti d’accordo, hanno “occupato” un’aula speciale, adatta al distanziamento fisico da emergenza Covid-19 e si sono trovati nel campetto dei Giardini dall’Orso per l’ultimo giorno di scuola e celebrare, tutti assieme, l’addio alle elementari.
L’iniziativa dell’Istituto Comprensivo di Quiliano di regalare un ultimo giorno di scuola “in presenza” agli alunni della classe quinta elementare, che l’anno prossimo dovranno compiere il delicato passaggio alla scuola secondaria, ha avuto una risposta entusiastica. Anche perché a fare gli onori di casa oltre a insegnanti, agli amministratori (il sindaco Nicola Isetta e l’assessore alla cultura Nadia Ottonello), c’era l’attore Giorgio Scaramuzzino coinvolto all’ultimo momento, ma particolarmente felice di poter partecipare a questa iniziativa.
Molto generosamente l’attore in questo periodo di lockdown si è prodigato ed è stato particolarmente attivo con interventi artistici per rendere meno pesante il confinamento soprattutto per più piccoli. L’attore in quest’ottica ha letto una sua simpatica e molto gradita filastrocca sulla didattica a distanza.
Clima rilassato e un po’ d’emozione per tutti per quella che sicuramente risulterà una delle lezioni più particolari di sempre.
I bambini, seduti nel rispetto delle distanze di sicurezza e dotati di mascherine, hanno potuto così salutarsi dal vivo con un ultimo scambio di battute come compagni di classe. Anche se l’amicizia e i contatti continueranno poi nella vita di tutti i giorni, un addio al vicino di banco ha assunto un valore tutto particolare. La lezione è durata circa un’ora e mezza, poi l’ultima campanella, questa volta virtuale, ha suonato, per un arrivederci al prossimo anno scolastico, con regole ancora nuove, nuove prospettive, ma un ricordo comune, non legato solo alla clausura dovuta alla pandemia, ma a una crescita umana difficilmente dimenticabile.
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