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RIGASSIFICATORE, PRIMO RINVIO

Rigassificatore: rinviata conferenza dei servizi in attesa della valutazione impatto ambientale nazionale Slitta la Conferenza dei servizi per analizzare il progetto di Snam Fsru per ospitare un rigassificatore nella rada tra Savona e Vado. Come era già stato ipotizzato di fronte alle i osservazioni, richieste di integrazione e obiezioni, mosse al rigassificatore, Toti ha deciso […]

Rigassificatore: rinviata conferenza dei servizi in attesa della valutazione impatto ambientale nazionale

Slitta la Conferenza dei servizi per analizzare il progetto di Snam Fsru per ospitare un rigassificatore nella rada tra Savona e Vado. Come era già stato ipotizzato di fronte alle i osservazioni, richieste di integrazione e obiezioni, mosse al rigassificatore, Toti ha deciso di posticipare il termine della procedura in cui è previsto che tutti gli enti coinvolti si esprimano. Un rinvio ormai inevitabile, in attesa dell’esito della Valutazione di impatto ambientale che dovrà essere espressa dal Ministero dell’ambiente. Solo successivamente si potrà puntare verso la conclusione del procedimento.

La normativa statale prevede che il provvedimento unico di autorizzazione sia rilasciato dal commissario straordinario di governo a seguito della Via nazionale, i cui tempi sono però disallineati rispetto a quelli della conferenza dei servizi. Per questo motivo si è ritenuto necessario allineare i termini, permettendo di svolgere un’ulteriore valutazione delle istanze del territorio.

Le osservazioni sono state depositate dai Comuni (il progetto, direttamente o indirettamente, coinvolge Vado, Quiliano, Savona, Bergeggi, Altare, Carcare e Cairo), alcuni dei quali sono assistiti dalla società Terra dell’ingegnere ambientale Marco Stevanin. «Il programma prevede che entro febbraio ci siano già tutte le autorizzazioni, ma stride con i tempi reali di un procedimento complesso come questo», aveva sottolineato proprio Stevanin, considerando che una procedura di valutazione di impatto ambientale dura almeno un anno. Anche il ministero aveva annotato che i 200 giorni previsti sono solo “un’indicazione”. Altre osservazioni sono arrivate dall’Ispra, che ha chiesto di considerare la presenza dell’Area marina protetta di Bergeggi e il suo possibile ampliamento, ma anche da aziende come Sarpom, che ha sollevato il problema della “convivenza” delle sue condotte petrolifere con il gasdotto che da Vado dovrà raggiungere la stazione di pompaggio a Valleggia.

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