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ITALO CALVINO “IL VISCONTE DIMEZZATO” Riccardo Bianco questa volta ci invita a leggere, ma soprattutto a rileggere un classico senza tempo. Un libro da molti conosciuto, ma poi, non più ripreso.  “Oggi voglio raccontarvi – suggerisce-  un classico del novecento, da molti sicuramente già conosciuto, ma che si lascia rileggere con piacere. Sto parlando del […]

ITALO CALVINO

“IL VISCONTE DIMEZZATO”

Riccardo Bianco questa volta ci invita a leggere, ma soprattutto a rileggere un classico senza tempo. Un libro da molti conosciuto, ma poi, non più ripreso.  “Oggi voglio raccontarvi – suggerisce-  un classico del novecento, da molti sicuramente già conosciuto, ma che si lascia rileggere con piacere. Sto parlando del romanzo “Il visconte dimezzato” di Italo Calvino. Recentemente ho avuto tra le mani la collezione “I nostri antenati”, che insieme a “Il barone rampante” e “Il cavaliere inesistente completano questo ciclo”. Bianco è nato nel 1989, risiede a Quiliano, ma è di Savona oggi spiega il perché di questa scelta. Autore lui stesso, è stato finalista in premi letterari. Ha pubblicato “Ci scusiamo per il disagio” che è la sua prima collezione di racconti autopubblicata, ma anche racconti brevi come “Nata sulla Luna”, “La casa in affitto” “Stasera cucino io”.

ECCO I MIEI PERCHÈ

RICCARDO BIANCO

ITALO CALVINO

“IL VISCONTE DIMEZZATO”

 

Oggi voglio raccontarvi un classico del novecento, da molti sicuramente già conosciuto, ma che si lascia rileggere con piacere. Sto parlando del romanzo “Il visconte dimezzato” di Italo Calvino. Recentemente ho avuto tra le mani la collezione “I nostri antenati”, che insieme a “Il barone rampante” e “Il cavaliere inesistente completano questo ciclo.

“Il visconte dimezzato” è il primo in ordine cronologico ed è anche una perfetta metafora della vita. La semplificazione della natura umana come l’imprescindibile fusione tra un animo buono e uno malvagio in contrapposizione tra loro. Uno scontro mai perfettamente bilanciato che caratterizza la personalità di ogni singolo individuo. In precedenza già R.L. Stevenson con il suo famoso “Dr. Jekyll and Mr. Hyde” aveva trattato l’argomento, in maniera diversa, ma tutti sanno cosa succedeva quando l’indole malvagia del dottore prendeva il sopravvento.

Una singolare immagine di Italo Calvino

“Questo è il bene di essere dimezzato: il capire d’ogni persona e cosa al mondo la pena che ognuno e ognuna ha per la propria incompletezza”

 

Se da un lato Calvino crea una storia inverosimile, irrealizzabile dal punto di vista clinico, dall’altro affronta argomenti assolutamente reali e attuali scandagliando lo spirito umano. Perché se è pur vero che una persona non potrebbe sopravvivere spaccato completamente a metà, come il povero visconte Medardo protagonista di questo racconto, ogni persona è un bilanciamento tra due forze, una buona e una cattiva, che nella ricerca di un equilibrio caratterizzano il carattere di ogni persona tra le varie sfumature e sbilanciamenti. Spesso è molto più difficile riconoscere del tutto una persona malvagia da una buonista, ma cosa succederebbe se invece fossimo composti solo di una parte piuttosto che dell’altra? Un’idea ce la dà proprio Italo Calvino con questo romanzo.

Una storia che tradisce il suo ritmo piacevole, leggero, quasi umoristico e la sua superficialità, perché pone interessanti spunti di riflessione e una visione profonda della vita. Attraverso questa allegoria, sotto il primo strato del racconto, Calvino ci fa ragionare sul sentirsi incompleto proprio di ogni individuo e come spesso ogni persona sia la realizzazione di una parte di noi stessi come risoluzione degli inevitabili conflitti interni, dove persino le piccole cose si riducono all’atavico confronto tra bene e male. E non sempre c’è il lieto fine.

 

“Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane”

 

È tempo di guerra contro i turchi e il visconte Medardo di Terralba è giunto all’accampamento militare in Boemia per arruolarsi con i cristiani, pronto a sacrificare la sua vita per la santa causa.

Il suo impegno in battaglia viene interrotto però in maniera tanto veloce quanto brusca, quando è costretto a fare i conti con un contatto troppo ravvicinato con una palla di cannone che lo farà saltare letteralmente in aria.

Tra lo stupore dei medici che in qualche modo compiono un prodigio, il visconte riuscirà a sopravvivere, ma solo in parte, una metà per la precisione: vivo e dimezzato.

Sarà presto chiaro che a sopravvivere, e a tornare in patria, è stata solo la metà malvagia del visconte. Per i cittadini di Terralba non si prospetta una vita facile, sotto il governo di quel mezzo uomo con il vizio di lasciare le cose letteralmente a metà al suo passaggio. Ma si sa che al male viene sempre contrapposto il bene, e la metà del visconte che sembrava perduta, tornerà anch’essa a Terralba con tutti i suoi buoni propositi e la sua bontà e buonismo. La riconciliazione tra i suoi due animi non sarà però un atto scontato

.

Una curiosità che apprezzeranno gli amanti dei racconti di Stevenson, già citato in precedenza, e soprattutto del romanzo cult “L’isola del tesoro”, sarà ritrovare il dottor Trelawney all’interno dell’opera di Calvino. Un omaggio allo scrittore.

Come dicevo “Il visconte dimezzato” è il primo romanzo del ciclo “I nostri antenati”, un ciclo atipico, perché in realtà le storie non sono collegate tra loro, ma in qualche modo trattano argomenti e soprattutto si svolgono in epoche lontane e in paesi immaginari molto simili tra loro.

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