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LO SCRITTORE CONSIGLIA

APPUNTI DI UN VENDITORE DI DONNE GIORGIO FALETTI   “Appunti di un venditore di donne” è un romanzo che si lascia divorare tutto d’un fiato per la trama incalzante che già dalle prime righe ci colpisce come un pugno a freddo, dritto alla bocca dello stomaco. Riccardo Bianco sul filo di ricordi e della nostalgia […]

APPUNTI DI UN VENDITORE DI DONNE

GIORGIO FALETTI

 

“Appunti di un venditore di donne” è un romanzo che si lascia divorare tutto d’un fiato per la trama incalzante che già dalle prime righe ci colpisce come un pugno a freddo, dritto alla bocca dello stomaco. Riccardo Bianco sul filo di ricordi e della nostalgia propone un libro che gli è particolarmente caro e che si fa leggere non perdendo mai il proprio fascino.   Bianco è stato finalista in premi letterari: ha pubblicato “Ci scusiamo per il disagio” , ma anche racconti brevi come “Nata sulla Luna”, “La casa in affitto” “Stasera cucino io”. Come autore ci consiglia libri e letture.

I MIEI PERCHÈ

RICCARDO BIANCO

Oggi parlerò di un libro che ho letto diverso tempo fa, ma che mi è rimasto impresso e mi è tornato in mente scorrendo i titoli della mia libreria. Una storia cruda, sconvolgente e a tratti straziante che si infila nel sordido tessuto mafioso alle spalle della nascita della Milano da bere, all’alba dei primi anni ’80. Quelli che, in seguito, verranno chiamati gli anni di piombo. Torniamo quindi in questo periodo particolare a parlare di politica e di guerra, fortunatamente oggi non come quella di quegli anni, ma forse è proprio per gli argomenti simili che mi è tornata in mente questa lettura.

L’autore Giorgio Faletti, i cui romanzi ci mancano ormai già da otto anni, è bravissimo a ricreare un’atmosfera noir definita anche all’italiana, che si discosta dai tipici gialli americani meno cupi e cervellotici e più incentrati su pallottole e muscoli.

Un romanzo che si lascia divorare tutto d’un fiato per la trama incalzante che già dalle prime righe ci colpisce come un pugno a freddo, dritto alla bocca dello stomaco. Il ritmo nella prima metà è un crescendo di emozioni e riflessioni che ci porterà ad una vera e propria escalation di eventi e colpi di scena in rapida successione fino al finale.

Nonostante sia passato ormai diverso tempo da quando l’ho letto la prima volta, il solo riprendere il libro in mano e accarezzarne la copertina mi ha provocato una sensazione di malinconia, ma di quella buona che ti fa venir voglia di rivivere un ricordo. È una storia che ricordo con piacere nonostante non si possa dire che sia un racconto tutto rosa e fiori, anzi forse è proprio il contrario. Ma si sa che alcuni scrittori hanno la capacità di scrivere in maniera indelebile oltre che sulle pagine anche nei nostri ricordi.

L’incipit di “Appunti di un venditore di donne” è tanto breve quanto d’impatto. Solo nove parole, un nome e una caratteristica del protagonista che ci dicono tantissimo della storia. È uno degli incipit che mi è rimasto più impresso tra i tanti che ho letto proprio per la cattiveria con cui ti butta nella storia.

Da qui il protagonista inizia a spiegarci qualcosa di lui, della sua storia e della menomazione che lo accompagna.

Bravo, questo il suo soprannome, si muove abilmente tra ristoranti di lusso, discoteche, bische clandestine e cabaret. Un uomo affascinante ed intelligente che la vita ha reso cinico, rancoroso e avido. Di mestiere fa il venditore, ma non di una merce qualunque. Perché lui vende donne e all’interno di questo mondo è molto conosciuto anche se i suoi rapporti stretti sono ridotti ad una manciata di persone, qualche disperato come l’amico Daytona, che deve il soprannome al Rolex che porta da anni, e il suo vicino di casa Lucio appassionato di crittogrammi.

Proprio durante lo svolgimento della sua routine lavorativa si imbatterà in Carla, una donna che riuscirà a risvegliare in lui delle sensazioni ormai sopite e che non pensava più di poter provare. Lei però porterà con sé anche il suo intero bagaglio di guai e brutte avventure e Bravo si ritroverà di nuovo invischiato contro gli esponenti della malavita che gli hanno tirato quel vecchio sgarbo, che si porta dietro come un macigno sulla coscienza, oltre che invischiarlo con la polizia, i servizi segreti e i brigatisti rossi.

Un gran casino insomma, volendo riassumere.

L’epilogo non sarà per nulla facile o scontato, dove ogni personaggio avrà il suo conto salato da saldare con la verità. Una lettura che nonostante gli argomenti trattati non considero troppo impegnativa e anzi è adatta a chi piace rimanere sempre con il fiato sospeso e ama i ritmi incalzanti per non rischiare di annoiarsi.

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