Dai Latini che lo usavano nei Saturnalia ai Germani. Il pungitopo, pianta rituale offerta agli sposi é sempre stata al centro della tradizione natalizia. Dalla cucina alla salute: gli usi insospettati di una pianta che cresce nei boschi di casa.
LAURA BRATTEL
Le piante della tradizione natalizia quilianese
PUNGITOPO
NOMI COMUNI: Pungitopo
NOME SCIENTIFICO: Ruscus aculeatus
NOME DIALETTALE QUILIANESE: Punziratti, erba cocca, bruscu
FAMIGLIA: Asparagaceae
DESCRIZIONE DELLA SPECIE
Piccolo arbusto sempreverde con robusto rizoma ramificato e strisciante, il pungitopo presenta fusti eretti, parzialmente legnosi alla base, alti fino ad un metro.
I fusti sono molto ramificati: quelle che sembrano foglie sono infatti in realtà rami modificati, appiattiti, terminanti con una spina aguzza, detti cladodi. I cladodi svolgono la funzione delle foglie, perciò risultano di un colore verde intenso, essendo in grado di effettuare la sintesi clorofilliana.
Le foglie, invece, sono estremamente ridotte, simili a squame biancastre alla base dei fusti.
I fiori, poco appariscenti e difficilmente visibili, sono presenti sulla pagina inferiore dei cladodi. Il pungitopo è specie dioica, per cui esiste la pianta maschile e quella femminile; i fiori sono perciò unisessuati.
I frutti sono bacche globose di un bel rosso acceso, contenenti uno o due semi. Dopo la maturazione permangono alcuni mesi sulla pianta.
In primavera, oltre alla fioritura, assistiamo alla nascita dei nuovi getti che andranno a formare altri fusti. Questi germogli sono chiamati turioni e assomigliano agli asparagi, della cui famiglia anche il pungitopo fa parte.
HABITAT
Il pungitopo ama i boschi sassosi e aridi, specialmente con suolo calcareo. Lo possiamo trovare nelle leccete e nei querceti in tutto l’areale mediterraneo, dove difficilmente supera i 600 m di quota. Questa specie infatti sopporta bene le zone soleggiate, ma teme invece le gelate e il freddo intenso.
PROPRIETÀ OFFICINALI
Il pungitopo è una straordinaria pianta dalle virtù terapeutiche, nota ed impiegata fin dall’antichità. Già Plinio il Vecchio e Galeno ne descrivevano le proprietà diuretiche.
Il suo principio attivo maggiormente efficace è la ruscogenina, una saponina la cui azione vasocostrittrice e antinfiammatoria è stata provata da studi scientifici. Questa molecola è in grado di rafforzare capillari e vasi sanguigni, normalizzandone l’attività. Per questo motivo il pungitopo è stato utilizzato efficacemente per contrastare la formazione di varici, edemi, gonfiori, flebiti, emorroidi e ragadi. Benché nella pratica popolare questo uso sia stato ampiamente esercitato, nella medicina moderna si consiglia l’impiego di farmaci specifici, formulati in modo da conoscere l’esatta quantità di sostanza attiva che si sta assumendo.
L’uso di preparati a base di pungitopo può avvenire sia per via interna, tramite l’assunzione di pillole o decotti, che per via esterna, grazie ad estratti, lozioni o pomate: sarà lo specialista, medico e/o erborista, a prescrivere la corretta cura per ciascun problema.
Altre indicazioni terapeutiche del pungitopo sono quelle relative alla stabilizzazione del derma in caso di pruriti e dolori, pizzicori e crampi alle gambe. Ha anche proprietà lenitive e protettive nei confronti di eritemi solari, arrossamenti, couperose (o rosacea) e geloni.
Ricordiamo infine che il pungitopo rientrava nella composizione del tradizionale “sciroppo delle cinque radici”, una preparazione erboristica popolare utilizzata in passato come ottimo diuretico. Gli altri componenti erano le radici di sedano, asparago, finocchio e prezzemolo. Con questo sciroppo venivano curate infezioni a carico dell’apparato urinario, cistiti, calcoli renali, gotta e reumatismi.
CURIOSITÀ E NOTIZIE STORICHE
Il pungitopo è una delle nostre tradizionali piante natalizie.
L’origine del dono di un ramo di pungitopo come simbolo natalizio è antica ed antecedente la tradizione cristiana. I suoi colori accesi, il verde brillante delle foglie e il rosso vermiglio delle bacche, lo fanno risaltare nei boschi invernali, ed è probabilmente per questo che già nelle epoche passate Latini e Germani lo consideravano un potente amuleto portafortuna.
I Germani lo utilizzavano per onorare gli spiriti dei boschi da loro venerati ed anche per allontanare i malefici dalle loro case e dalle loro stalle. Allo scopo appendevano ghirlande di pungitopo ed agrifoglio intrecciati, come è tuttora tradizione. Era anche auspicio di fecondità ed abbondanza per il nuovo anno che andava ad iniziare.
I Latini usavano ramoscelli di pungitopo durante i “Saturnalia”, le tipiche feste pagane di fine anno solare. Dedicate al dio Saturno, i Saturnalia duravano dal 17 al 23 dicembre e prevedevano grandi banchetti e lo scambio di doni simbolici augurali. Il pungitopo era considerato un potente talismano per via dello sgargiante colore rosso delle sue bacche, prefigurazione della divinità. Saturno era custode delle anime dei defunti, ma anche protettore delle campagne e dei raccolti. Il pungitopo viene quindi collegato al culto di Saturno ed assume significato di augurio e fertilità. Proprio per questo motivo i Latini erano soliti regalare rami di pungitopo agli sposi novelli.
Anche in ambito cristiano il pungitopo diventa segno di buon auspicio: il verde dei suoi cladodi rappresenta la speranza, le spine aguzze con cui essi terminano ricordano il martirio di Cristo, mentre il rosso delle bacche evoca il colore del sangue, della passione e dell’Amore.
Riguardo il nome scientifico del pungitopo, cioè “ruscus”, nome con cui i Latini chiamavano questa pianta, diverse sono le etimologie proposte. La più plausibile sembra farlo derivare dalla contrazione del termine latino “rusticus”, cioè “delle campagne”, con riferimento sia al suo habitat che al luogo dove il pungitopo veniva usato. Nelle campagne venivano confezionate scope con fasci di rami di pungitopo legati assieme, come ricorda Plinio il Vecchio. Queste servivano sia per spazzare i pavimenti (in inglese la specie prende nome di “butcher’s broom”, cioè “scopa del macellaio”, perché veniva usata per pulire il pavimento delle macellerie), ma erano anche molto utili per togliere la fuliggine dai camini, effettuando così un’accurata pulizia.
Il nome di specie “aculeatus” fa invece riferimento agli aculei con cui terminano i cladodi.
La parola “pungitopo”, infine, è da collegare ad un utilizzo specifico della pianta, impiegata per proteggere le derrate alimentari dalla voracità dei roditori. Allo scopo si ponevano rami di pungitopo sopra ed attorno a formaggi, salumi e granaglie conservati nelle cantine o nei granai. Inoltre ne venivano intrecciati rami anche attorno alle funi di ancoraggio delle navi in porto, per evitare per quanto possibile che eventuali ospiti indesiderati, cioè topi o ratti, salissero a bordo.
UTILIZZI IN CUCINA
Questa sezione, nel caso particolare di questa specie, ha il solo scopo illustrativo di fornire notizie, in quanto essendo pianta a protezione parziale si sconsiglia la raccolta a scopo alimentare.
I germogli del pungitopo venivano raccolti da marzo a maggio per essere lessati come gli asparagi. Il loro sapore è più amarognolo del parente stretto asparago, inoltre questo gusto amaro diventa a mano a mano più intenso con la crescita del germoglio.
I semi, opportunamente tostati, venivano un tempo impiegati come succedaneo del caffè.
REGOLAMENTO REGIONALE PER LA RACCOLTA
La pianta del pungitopo (Ruscus aculeatus) in Liguria è specie protetta a norma di legge (L.R. 9/1984 e L.R. 28/2009). Si tratta di specie a protezione parziale, per cui la raccolta è consentita in ragione di 5 rami al giorno a persona, ivi compreso il proprietario del fondo su cui si trova la pianta. Nel caso di un gruppo composto da oltre 10 persone, è consentita una raccolta non superiore ai 50 rami complessivi giornalieri per l’intera comitiva.
La sanzione amministrativa, in caso di violazione di questi termini, può andare dai 300 ai 3000 euro.
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