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LA SOSTENIBILITÀ NELLO STATUTO COMUNALE

La Città di Quiliano ha ufficialmente inserito la sostenibilità nel proprio Statuto comunale. La delibera approvata all’unanimità dal Consiglio comunale nella seduta di martedì 28 novembre 2023. Oltre alla sostenibilità, fanno parte della proposta la tutela dell’ambiente e del clima e il principio intergenerazionale, già inseriti nella Costituzione italiana. L’idea nasce dalla Rete dei Comuni […]

La Città di Quiliano ha ufficialmente inserito la sostenibilità nel proprio Statuto comunale. La delibera approvata all’unanimità dal Consiglio comunale nella seduta di martedì 28 novembre 2023.

Oltre alla sostenibilità, fanno parte della proposta la tutela dell’ambiente e del clima e il principio intergenerazionale, già inseriti nella Costituzione italiana. L’idea nasce dalla Rete dei Comuni Sostenibili, associazione che fin dall’inizio si è impegnata a tenere insieme grandi princìpi ispiratori e azioni pratiche. Se, da un lato, la “misurazione” della sostenibilità dei comuni tramite indicatori oggettivi ha ricevuto molti consensi e adesioni in tutta Italia, questa nuova proposta vuole fissare con maggior vigore uno dei temi che più ha ispirato l’attività della Rete e degli amministratori che hanno deciso di farne parte.

La Rete ha, quindi, invitato i Comuni ad adeguare lo Statuto Comunale affinché siano ripresi i princìpi entrati nel 2022 nella Costituzione italiana e che riguardano, in estrema sintesi, lo sviluppo sostenibile e la tutela dell’ambiente.

Così ha fatto la Città di Quiliano che, nel corso degli anni, ha provveduto alla riqualificazione dei propri immobili (palazzo comunale e sedi scolastiche) sotto il profilo della messa in sicurezza antisismica e dell’autoproduzione di energia elettrica con appositi pannelli solari, ha effettuato in tutto il territorio opere per la prevenzione e difesa contro il rischio idrogeologico, e porta avanti da sempre politiche programmatorie finalizzate al minor uso possibile di consumo del suolo, nell’ambito di una visione complessiva improntata ai principi della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni.

Ecco il testo della proposta di emendamento adottata dal Consiglio Comunale:

In particolare, nello svolgimento della propria attività, il Comune:

(omissis)

c bis) tutela l’ambiente, la biodiversità, gli ecosistemi e la salute umana. Per far fronte all’emergenza climatica orienta le proprie politiche e attività amministrative alla sostenibilità ambientale, economica, sociale e istituzionale. Il Comune concorre per l’attuazione del principio costituzionale coinvolgendo le comunità, le imprese, le associazioni, i singoli cittadini, creando sinergia con gli altri Comuni e gli Enti Locali, collaborando con le istituzioni regionali, nazionali, europee ed internazionali. Ciò al fine di perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile, adottati dall’Assemblea Generale dell’ONU, ridurre l’inquinamento e le emissioni climalteranti, fino alla neutralità climatica, assicurare l’uso sostenibile ed equo delle risorse, anche per il benessere delle generazioni future;”.

La tematica dello sviluppo sostenibile” dichiara il sindaco Nicola Isetta “sta a cuore alla nostra comunità, al fine di tutelare il nostro territorio e i nostri concittadini, rispetto a tutte le varie problematiche sviluppatesi nel corso degli anni. Basti pensare, ad esempio, al procedimento amministrativo sul rigassificatore, per citare un caso recentissimo. Ma ciò che conta è il fatto che lo stesso legislatore nazionale si sia finalmente reso conto della necessità di porre la tutela dell’ambiente tra i principi fondamentali della nostra Carta Costituzionale, e del fatto che la suddetta tematica rivesta un valore prioritario per l’Italia e per tutti i Comuni che ne fanno parte.

“La Rete dei Comuni Sostenibili è fortemente impegnata nella sperimentazione del monitoraggio volontario delle politiche degli enti aderenti, secondo il set dei 100 indicatori per i comuni capoluogo e 74 per i comuni non capoluogo decisi in condivisione con l’ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, con l’obiettivo di realizzare le Agende locali 2030 – commentano Valerio Lucciarini De Vincenzi e Marco Filippeschi, rispettivamente presidente e coordinatore del comitato scientifico della Rete dei Comuni Sostenibili –. Cerchiamo, insomma, di promuovere e condividere buone pratiche e partecipiamo a molte iniziative che selezionano progetti innovativi. Cogliamo anche la necessità di promuovere campagne unificanti, di significato generale, che i comuni della Rete e altri che manifestano interesse rivendicano. È per questo che siamo a proporre ai comuni italiani un’iniziativa specifica che può avere grande valore simbolico, stimolata anche dalla recente approvazione bipartisan dell’inclusione del principio di tutela dell’ambiente nella Costituzione italiana. Abbiamo redatto un modello di articolo, che invieremo alle amministrazioni, per integrare nello statuto comunale la sostenibilità, con riferimento agli obiettivi dell’Onu e alla necessità di contrastare l’emergenza climatica. Naturalmente, si tratta di una proposta adattabile secondo ciò che già contengono i testi di statuto in vigore”.

Cos’è la Rete dei Comuni Sostenibili

La Rete dei Comuni Sostenibili è un’associazione nazionale senza scopo di lucro aperta all’adesione di tutti i comuni italiani e unioni di comuni, a prescindere dalla dimensione, collocazione geografica e colore politico dell’amministrazione comunale. Dal 2023 è aperta anche all’adesione di province, città metropolitane e regioni. L’associazione promuove politiche per la sostenibilità ambientale, sociale, culturale ed economica, con un progetto innovativo e concreto, valorizzando le buone pratiche e accompagnando le amministrazioni locali alla territorializzazione e al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu.
È nata nel 2021 su iniziativa dell’Associazione delle Autonomie Locali Italiane (ALI), Città del Bio e Leganet, in collaborazione con ASviS, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, e in sinergia con il Joint Research Centre della Commissione europea. Nel primo anno e mezzo di attività hanno aderito quasi 100 enti locali ed è in costante espansione con oltre 300 manifestazioni d’interesse.

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