La “Latiaxis Fine Natural Science” della famiglia Briano, in via Cesare Briano, è una delle poche ditte italiane riconosciute per il mercato malacologico internazionale.
MARCO OLIVERI
Se Alba è il punto di riferimento mondiale per la vendita dei tartufi, se Amsterdam lo è dei diamanti, Valleggia lo è per le conchiglie. Un punto fermo fra gli appassionati malacologici di tutta la terra. Infatti, qui, in via Cesare Briano, ha attualmente sede una delle 5 o 6 ditte ufficialmente riconosciute in Italia per la vendita, la lavorazione e la ricerca di conchiglie: la “Latiaxis Fine Natural Science”, società al vertice del mercato mondiale e sicuramente una delle prime in assoluto come caratura e scientificità. Uno status che porta nello stabilimento valleggino clienti americani, giapponesi, francesi e tedeschi.
Artefice di questa straordinaria e poco conosciuta – almeno sul territorio quilianese – avventura è la famiglia Briano, che all’interno della struttura quilianese conserva centinaia di migliaia di conchiglie di ogni tipo e dimensione.
«Lavoriamo con collezionisti e qualche museo – spiega Bruno Briano, capostipite di questa attività di nicchia – in Europa, i Paesi più interessati al collezionismo di conchiglie sono Francia, Belgio e Olanda, mentre in Italia, invece, i clienti sono pochi ma agguerriti».
Vendite che, in tempi di emergenza Covid-19, avvengono soprattutto online, per l’impossibilità dei collezionisti di viaggiare per partecipare alle fiere e mostre internazionali che, in passato, hanno visto coinvolta la “Latiaxis”: «I clienti ordinano su Internet e noi forniamo loro il supporto tecnico – continua – non proponiamo solo conchiglie, ma anche i nostri altri inusuali oggetti».
Infatti, la “Latiaxis”, realtà nata nel 2002 a Savona come evoluzione della ditta individuale di Bruno e, oggi, gestita dal figlio Iacopo, negli anni si è ampliata anche al commercio di reperti archeologici, pezzi di storia naturale e oggetti etnici rinvenuti durante i numerosi viaggi intrapresi in tutto il mondo alla ricerca di conchiglie.
CONCHIGLIE DA COLLEZIONE E CONCHIGLIE “COMMERCIALI”
Collezionismo e decorazione, i filoni principali di questo particolare business: «Il primo è un ramo specializzato – afferma Briano – il secondo si basa su un centinaio di specie che in passato venivano acquistate come souvenir dai turisti del Nord Europa in gita in Italia».
Due ambiti diversificati dai prezzi di mercato: «Essendo un sottoprodotto della pesca molto diffuso, la conchiglia commerciale costa pochi centesimi – precisa – esistono poi esemplari australiani che valgono diverse migliaia di euro, poiché si possono raccogliere solo tramite sommergibile condotto da remoto».
Tuttavia, Bruno Briano non ama definirsi un commerciante di conchiglie: «È limitativo, le conchiglie devono anche essere lavorate, pulite e descritte – aggiunge – se non ci fosse la passione, questo mestiere sarebbe troppo complicato e dispendioso di energie, perché trovare le conchiglie è difficile e consiste in un lavoro tecnico di ricerca in tutto il mondo».
DA SAVONA AL MADAGASCAR
Infatti, il motore principale del lavoro di Bruno è proprio la passione per le conchiglie. Un amore coltivato fin da bambino, frequentando i pescatori del porto di Savona. È in quello spettacolo della natura raccolto nelle reti da pesca che Briano osservava qualcosa di speciale, di esteticamente bello e attraente che lui sentiva il desiderio di raccogliere e accumulare. Un interesse che, con il passare del tempo e per combinazione, è diventato una professione: «A 17 anni mi sono iscritto alla Società Malacologica Italiana e ho cominciato a frequentare collezionisti di conchiglie che, sapendo dei miei contatti con i pescatori, mi chiedevano se potevo procurare loro esemplari allora considerati introvabili – racconta – all’inizio scambiavo conchiglie, in seguito sono andato a cercarle all’estero, viaggiando dal Madagascar all’Indonesia, dal Marocco al Senegal, dagli Stati Uniti al Mediterraneo, in Grecia e Turchia».
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