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LA DIGA ARMATA

La gestione e la difesa di un territorio, sono importanti, non solo per la sicurezza della popolazione, ma per la salvaguardia economica e politica di un contesto sociale.   CHRISTIAN ALPINO   Per questo, da sempre, sono state realizzate fortificazioni e sistemi difensivi per proteggere i civili e le fonti di produzione, ma anche per […]

La gestione e la difesa di un territorio, sono importanti, non solo per la sicurezza della popolazione, ma per la salvaguardia economica e politica di un contesto sociale.

 

CHRISTIAN ALPINO

 

Per questo, da sempre, sono state realizzate fortificazioni e sistemi difensivi per proteggere i civili e le fonti di produzione, ma anche per un controllo degli spazi e per scongiurare controversie  o incursioni. In questo senso va considerata la costruzione del forte Baraccone nel territorio di Quiliano e l’argine militare dello sbarramento fortificato di Altare.

UN SISTEMA DI FORTIFICAZIONI

Presso Altare, situato lungo il percorso di origini molto antiche che unisce il basso Piemonte alla costa ligure, si trova un modesto valico: la Bocchetta di Altare. Proprio qui, secondo la convenzione accettata ad inizio Ottocento, inizia la catena montuosa delle Alpi che, verso occidente, separa la Valle Bormida dalla costa ligure. Da ciò, si può chiaramente comprendere il notevole valore strategico del luogo: in passato era difeso dal Castello di Altare (di cui rimangono pochi ruderi), una costruzione risalente ai primi decenni del XII secolo ed utilizzata più come luogo di avvistamento che di difesa. Da segnalare è che tra il 1612 ed il 1618 il castello si trovò nel mezzo di una battaglia avvenuta tra le truppe savonesi, dei Gonzaga signori di Mantova e dei marchesi del Monferrato. Nel 1629 il castello venne completamente distrutto.

Montacarichi per i proietti d’artiglieria

La Repubblica di Genova, nel XVII secolo costruì una piccola fortificazione, il Forte Baraccone che diede il nome al monte omonimo. Compito di questo fortino era quello di prevenire ed eventualmente sedare le guerriglie tra altaresi e quilianesi per il possesso e lo sfruttamento del bosco, importantissima risorsa economica dell’epoca. Nel XVIII secolo fu costruita la Torre di Cadibona, una struttura in muratura di tre piani, a pianta rettangolare e dotata di garitte pensili agli angoli. Avvenimento molto importante fu l’attraversamento del colle da parte delle truppe dell’Armata francese agli ordini del giovane generale Napoleone Bonaparte, avvenuto nella primavera del 1796. Tale manovra seguiva un preciso disegno strategico, che prevedeva, per l’appunto, l’attraversamento della direttrice del valico di Cadibona e Altare come via più breve per entrare nella Pianura Padana, aggirando l’impenetrabile nonché ben difesa catena montuosa delle Alpi. Il generale Bonaparte fu il primo a comprendere l’importanza strategica di questa via di comunicazione: si adoperò infatti per il suo miglioramento e potenziamento. Egli inoltre si occupò del controllo e della difesa della zona, ponendo fine alle secolari liti e guerriglie tra quilianesi ed altaresi per il possesso e lo sfruttamento dei boschi della zona.

UNA DIGA CONTRO I NEMICI

Periodo importante dal punto di vista militare per l’intera zona del Valico di Cadibona\Bocchetta di Altare, fu quello degli anni ‘80 dell’Ottocento. Infatti nel 1881 la Commissione Permanente per la Difesa dello Stato, che dovette fortificare l’intera catena montuosa ligure, individuò nella direttrice del Colle di Altare la via più facile e favorevole per un esercito straniero che volesse  raggiungere con facilità la Pianura Padana ed il fiume Po.

Si trattava quindi di fortificare la zona al fine di prevenire un’ipotetica invasione militare di una potenza nemica: evidentemente il ricordo dell’avventura napoleonica incuteva ancora timore. Si rese perciò indispensabile e necessaria la costruzione di un efficiente Sbarramento fortificato che, assieme a quello in costruzione a Vado Ligure (comprendente le batterie costiere di Capo Vado detta anche di Santo Stefano, la batteria costiera di Sant’Elena e le “batterie gemelle” di Madonna del Monte e di N.S. degli Angeli ed il forte Ciuto, classificato come “batteria di protezione” e successivamente anche come “batteria corazzata”), fosse in grado di opporsi all’avanzata di un esercito nemico.

UNA DIFESA CORAZZATA

Particolare dei contrappesi del ponte levatoio del forte Tecci

La Piazza militare di Altare, realizzata tra il 1885 ed il 1890, era composta oltre che dal Forte Altare (Tagliata, Forte Tecci e Forte Cascinotto) anche dal Forte Burot (che prese il nome dal monte omonimo) e dalla batteria di appoggio di Monte Baraccone (che andava ad integrare l’azione del Forte Burot). L’azione del Forte Cascinotto era integrata dalle due batterie di appoggio Madonnetta e Farinot. Il Forte Tagliata era armato con 2 mitragliatrici in casamatta puntate in direzione Altare e con 2 cannoni da 12 GRC\Ret lato Cadibona. In seguito tutto l’armamento fu sostituito con mitragliatrici Gardner. Il forte Cascinotto, di forma pentagonale, era armato con 2 cannoni da 12 GRC\Ret puntati a nordovest e con altri 2 cannoni da 15 GRC\Ret puntati in direzione opposta, sostituiti poi da altrettante mitragliatrici Gardner. Alloggiava 176 militari, di cui ben 105 “paglia a terra” cioè sistemazioni momentanee e non strutturali e di non lunga frequenza. Invece il Forte Tecci, il più grande e composto dalla Torre Alta e dalla Torre Bassa, era armato con 6 cannoni 12 GRC\Ret e 4 mitragliatrici in casamatta. Furono in seguito lasciate solo le mitragliatrici. Alloggiava oltre 400 militari di cui 265 “paglia a terra”. Il Forte Burot era armato con 4 cannoni 12 GRC\Ret e con 4 cannoni 15 GRC\Ret. Infine, la batteria di appoggio di Monte Baraccone era armata con 6 cannoni 12 GRC\Ret.

 

Originale planimetria dello sbarramento fortificato, Archivio del Coordinamento Ligure Studi Militari

 

Planimetria Sbarramento fortificato dell’Archivio del Coordinamento Ligure Studi Militari

 

 

Il video dello Sbarramento fortificato di Altare:  https://www.youtube.com/watch?v=dlWSLaB0c_U&t=10s

 

 

BIBLIOGRAFIA

  1. Minola M., Ronco B., Castelli e fortezze di Liguria. Un affascinante viaggio tra storia e architettura, Edizioni Servizi Editoriali, Genova, 2006
  2. Archivio del Coordinamento Ligure Studi Militari
  3. Pellero F., Napoleone dalla Sabazia alla Valbormida, Marco Sabatelli Editore, Savona, 1996
  4. Scovazzi I., Trucioli di storia sabazia: un avventuriero dell’età napoleonica, in “Atti” SSSP, XXXI (1959), pp. 171-186
  5. Ballauri B. (progetto e coordinamento editoriale), Itinerario napoleonico riscopri la storia, Jollygraf, Villanova Mondovì, 2008
  6. Malandra G., Storia di Quiliano, Albenga, 1991
  7. Vv., Qui itinerari a piedi in bici e a cavallo, Savona, 2013

 

 

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