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UN BORGO FIORITO

Le memorie storiche di Capanne raccontano la vita nell’omonima località di Cadibona, tra verde, fiori, antiche case e una cultura contadina. MARCO OLIVERI Fiori ai davanzali delle finestre, bambini che uscivano dalla scuola di Cadibona e andavano a far pascolare gli animali per dare una mano ai genitori nel lavoro nei campi. Queste, alcune delle […]

Le memorie storiche di Capanne raccontano la vita nell’omonima località di Cadibona, tra verde, fiori, antiche case e una cultura contadina.

MARCO OLIVERI

Fiori ai davanzali delle finestre, bambini che uscivano dalla scuola di Cadibona e andavano a far pascolare gli animali per dare una mano ai genitori nel lavoro nei campi.
Queste, alcune delle immagini di località Capanne ancora impresse nei ricordi degli abitanti della borgata sottostante la frazione dell’entroterra quilianese, raggiungibile scendendo per un chilometro dalla strada nazionale che attraversa il paese.
Una dimensione ristretta, rurale, vissuta da una comunità contadina, umile e semplice, a cui gli attuali residenti sentono da sempre una forte appartenenza.


«Ricordo un borgo ricco di fascino, pulito e ordinato, nonostante la convivenza con le mucche e le pecore degli agricoltori locali – racconta Olga Briano, una delle memorie storiche di Capanne, dove è nata, cresciuta e vive tuttora – la maggior parte degli abitanti era formata da contadini, ma c’erano anche lavoratori impiegati nell’industria».
Tutto lega Olga a Capanne. Un rapporto che fa accettare anche i difetti di un posto dove, tutto sommato, è bello vivere: «È sempre stato un luogo un po’ scomodo – continua – negli ultimi anni molte case sono state ristrutturate ma le costruzioni originarie, più antiche e vissute, mi piacevano di più».

La località è speciale anche per Enrica Torelli, originaria di Savona, che l’ha scoperta per la prima volta più di cinquant’anni fa, in visita ai suoceri: «Il borgo mi è subito piaciuto – spiega – mi sono trovata bene, i vicini sono sempre stati brave persone».
Da quel momento, la donna non ha più lasciato Capanne, località che ha scelto per trascorrere la vita e mettere su famiglia. «Qui ho tanti ricordi di mio marito, scomparso di recente – confida, emozionata, Enrica – a quattro anni dal nostro matrimonio, avvenuto nel 1972, lui costruì questa casa, a fianco dell’abitazione dove egli stesso nacque, qui ci trasferimmo da Savona e qui ancora oggi abito».

Anche la figlia Clizia Briano ricorda l’infanzia, durante gli anni Settanta, nella borgata, dove i bambini non erano numerosi in inverno ma aumentavano in estate: «Ho condiviso l’inizio della mia vita con la vicina di casa che ha due anni più di me – afferma – nelle vacanze estive e i fine settimana la località si popolava di famiglie provenienti da Savona e da Milano e noi giocavamo con gli altri bimbi».

Un’appartenenza che ha spinto Clizia a raccogliere le testimonianze della vita di un tempo a Capanne, in un sito Internet a cui, nel 2000, ha contribuito con partecipazione l’intera comunità.

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