Acquerelli o acquarelli? La lingua e l’arte, toscaneggiano, però l’atelier che prende vita una volta alla settimana in San Pietro di Carpignano e tutto quilianese, al massimo savonese.
ESTER MANITTO
Perché nel quadro di festa e movimento che alimenta le giornate di San Pietro c’è una parentesi molto gentile e suggestiva rappresentata da un gruppo di persone che si raccolgono, complici le ombre e la delicata ventilazione degli alberi, in San Pietro e dipingono. Anzi acquerellano.
Tavoli con chiacchiere serene, colori tenui, un modo garbato di tenere i pennelli e molta discrezione.
Un insieme nutrito, ma riguardoso e aggraziato.
“Siamo un gruppo di amici – spiega Mauro Assandri – abbiamo cominciato per gioco, ci piaceva la location e volevamo provare un’esperienza artistica. Con il tempo il rapporto si è intensificato, siamo diventati amici e loro hanno imparato a usare gli acquerelli”.
Artista, workshop importanti, una solida preparazione in materia alle spalle, Mauro Assandri ha raccolto attorno a sé persone desiderose di imparare a una usare una tecnica particolare, molto fine e cortese. Con il tempo, ha dato vita a un gruppo appassionato di arte che approfittando della rigogliosa e aggraziata cornice di alberi e verde di San Pietro di Carpignano, si trova, una volta alla settimana, per affinare la propria arte.
Il sogno è quello di una collettiva, per ora si accontentano di stendere i colori e ammirare il frutto dell’impegno. Sottovoce, come richiede la loro morbida tecnica, si godono il fresco e i risultati. Intorno giocano i bambini senza nemmeno fare rumore.
Diciamo che la discrezione può essere contagiosa.
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