La riapertura dei bar di Quiliano, tra distanziamento dei tavoli, ingressi contingentati e ampliamento dei dehors sul suolo pubblico
MARCO OLIVERI
L’entusiasmo e la speranza nel ritorno dietro al bancone, il distanziamento dei tavoli, dentro e fuori i locali, l’ingresso controllato degli avventori, in modo da non creare assembramenti e il jolly, per chi dispone di spazio, dell’ampliamento dei dehors sul suolo pubblico, concesso gratuitamente dal Comune, che recepisce le misure del decreto nazionale. Così stanno ripartendo, da questa settimana, i bar presenti sul territorio di Quiliano.
«Attualmente, qui possono entrare tre persone per il servizio al bancone, al quale, però, non è possibile appoggiarsi, mentre nella saletta accanto ho la possibilità di far sedere tre gruppi della stessa famiglia – spiega Mattia Arrigoni, titolare del “Caffè Millà” in piazza Caduti Partigiani, operativo da mercoledì scorso – prossimamente, prevediamo di allargare ulteriormente gli spazi esterni nei parcheggi a lato della piazza».
Anche nel vicino “Fabio Caffè”, si fa di necessità virtù, per sottostare agli adempimenti: «Rivedere il numero dei tavoli all’interno dell’esercizio è necessario per far fronte alla situazione, si può lavorare, anche se ci sarà una diminuzione di persone – commenta il proprietario Fabio Loi – nella piazzetta davanti al bar ho comunque lo spazio necessario per servire gli aperitivi serali».
Nella stessa zona, è invece ancora presto per rivedere accesa l’insegna del ristorante “Da Tina”: «L’attività riaprirà il primo giugno per accogliere i clienti nel pieno rispetto delle norme – aggiunge Loi, figlio di Antonella Pastorino, titolare della storica trattoria quilianese – per fortuna, i locali interni sono grandi e potremo disporre i tavoli in modo da ospitare il giusto numero di persone, in più, nel piccolo dehors esterno potremo mantenere quattro posti».
Più difficoltoso, invece, l’allargamento sul suono pubblico dei bar di Valleggia, molti dei quali si affacciano sulla strada, occupata dal transito delle automobili: «Potremmo ampliare gli spazi, ma preferiamo evitare di far correre rischi ai nostri clienti – affermano Nadia e Sara Malfatto del “Pigama Caffè”, attivo da otto anni in via Diaz – più che ridurre il numero dei tavoli, abbiamo dovuto diminuire le sedute e delimitare geometricamente le aree del bar per garantire il mantenimento delle distanze previste».
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