Quando si parla del Tersè, del Teccio del Tersè, a Quiliano la voce s’incrina sempre un po’.
SABRINA ROSSI
Il posto è sicuramente bello, ma tutte le generazioni di quilianesi ricordano con affetto, riconoscenza e un misto di rispetto quella postazione che è stata durante la seconda guerra mondiale il punto di partenza della Resistenza, ma anche l’innesco e l’emblema di quello che la guerra di Liberazione ha significato da queste parti. Fame, patimenti, sangue, morti, eroi, scontri a fuoco, insomma Resistenza.
LUOGO SACRO E SIMBOLO PER QUILIANO
Ed è per questo che l’Amministrazione comunale da sempre hanno curato e tenuto da conto sia il sentiero che porta all’ex postazione sia la struttura del teccio curandone anche un’informativa che renda conto di chi ha vissuto quelle drammatiche esperienze per farle conoscere alle nuove generazioni e a quanti si pongano in cammino per saperne di più.
Ma a parte l’aspetto pubblico, politico e storico, il Teccio del Tersè è sempre stato amato dai quilianesi che sovente si sono offerti, a fianco alla struttura pubblica anche in modo privato e volontario per la pulizia dei sentieri e il lavoro di manutenzione. Lo stesso è accaduto in queste settimane e il percorso e l’area attorno al teccio è sta ripulita con un grande lavoro oscuro di sfalcio, rimozione e bonifica. Un grande impegno disinteressato per rendere più agibile e sicura l’intera zona.
RIFERIMENTO PER LA GUERRA PARTIGIANA
In passato questo teccio era adibito al ricovero dei contadini che lavoravano nei boschi, ma, come detto, rappresenta anche un momento significativo della storia della Resistenza quilianese. Proprio qui si formò un nucleo di combattenti che diedero vita al distaccamento Partigiano “Calcagno”. Dopo l’8 settembre, il Teccio del Tersè diventò un rifugio per la sua posizione nascosta. Qui i partigiani vi trascorsero mesi tra freddo, mancanza di cibo e timore di essere scoperti. Poi quel giorno drammaticamente arrivò: vennero accerchiati dai militari tedeschi e fascisti e uno dei partigiani, Francesco Calcagno fu catturato, gli altri rimasero nascosti attendendo la notte per fuggire. Il 23 dicembre Calcagno fu portato a Savona e fucilato. Da qui, il primo vero distaccamento partigiano quilianese porta il suo nome.
Oggi una costruzione in pietra riporta sulla facciata anteriore una lapide con data “ottobre 1943 – 25 aprile 1977 a ricordare, come sempre, da quella data non si sia più persa memoria delle gesta dei partigiani.
UN SENTIERO FRA I BOSCHI
Chi volesse conoscere da vicino quei luoghi per celebrare un momento storico e anche semplicemente per una passeggiata può percorrere un itinerario in salita su un’antica mulattiera che attraversa boschi di castagno e faggio.
Partendo dalla Chiesa di Roviasca (220 m), frazione di Quiliano, si percorre un caratteristico vicolo che poco dopo si ricollega con la strada asfaltata. Da questo punto, si devia per via Villanova, una stradina con fondo in cemento attraverso case e straordinarie coltivazioni. Proseguendo, la strada diviene sterrata e in falsopiano nel bel mezzo di un bosco misto, offrendo splendidi scorci panoramici. Si incontra poi un bivio sulla sinistra, con una “palina” indicatrice del cippo in ricordo di Bruno Ferro, un ragazzino che pascolava le pecore ucciso dai fascisti con la motivazione: ” Bambino oggi, partigiano domani”.
Dopo aver superato un piccolo rio ed una successiva rampa nei pressi dello scavo del metanodotto, si giunge al Teccio del Tersè.
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