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IL PRETE CHE SALVÒ NAPOLEONE

Quando Cadibona era ancora una terra di confine, un prete, mercante e contrabbandiere, scelse di aiutare Napoleone nella sua missione.   SABRINA ROSSI   È una storia affascinante, ambientata a Cadibona durante la campagna napoleonica del 1796-97, quando ancora non vi era un paese, come è oggi, ma una terra di confine che, da una […]

Quando Cadibona era ancora una terra di confine, un prete, mercante e contrabbandiere, scelse di aiutare Napoleone nella sua missione.

 

SABRINA ROSSI

 

Disegno d’epoca della frazione di Cadibona

È una storia affascinante, ambientata a Cadibona durante la campagna napoleonica del 1796-97, quando ancora non vi era un paese, come è oggi, ma una terra di confine che, da una parte, dipendeva da Genova, dall’altra, subiva le pressioni piemontesi per uno sbocco sul mare. Perciò posto di mercanti, contrabbandieri, e povera gente. Su questa platea che presto sarebbe stata conosciuta in ogni parte d’Europa si muoveva Felice Polleri sacerdote, mercante, ma anche avventuriero inquieto. Se Napoleone ha fatto la Storia e ha superato le prime durissime prove lo si deve anche in gran parte a un oscuro sacerdote-mercante che trafficava su questo crinale che sbircia verso il mare.
Di famiglia agiata, Felice Polleri, era figlio di mulattieri, mestiere che praticava lui stesso a Cadibona. E qui esercitava anche la professione di prete, reggendo la parrocchia, senza però esserne titolare, ma vivendo nella casa paterna. Questo fu per lui un dolore, uno strascico di dispiacere che si portò dietro per tanti anni.
Come mulattiere si occupò, come molti all’epoca, dei traffici tra la costa e l’entroterra, trasportando a dorso di mulo merce per farne commercio o proponendosi semplicemente come fornitore di basto. In questo modo, poteva capitare di frequente che venissero trasportate merci illecite o non accettate da Genova.

UNA GUIDA SICURA IN UN TERRITORIO SCONOSCIUTO

Arrivo di Napoleone all’Armata d’Italia

Proprietario di molti animali, Felice Polleri, si mise al servizio sia dell’esercito piemontese, sia di quello francese per il trasporto di armi e viveri necessari al sostentamento delle truppe. E quando venne il momento delle scelte irreversibili, quando gli scontri si rivelarono determinanti e fondamentali per la Campagna d’Italia, decise, di schierarsi con Napoleone ospitando nella sua casa persino gli stessi generali. In un momento particolarmente difficile per le truppe rivoluzionarie garantì trasporti e animali consentendo alle forze francesi di potersi muovere con grande facilità in luoghi a loro sconosciuti e che, grazie al suo supporto, proseguirono felicemente l’avanzata cogliendo risultati e superando difficoltà che sarebbero state insormontabili.
Con la conquista dell’Italia Settentrionale e l’ascesa al potere di Napoleone Bonaparte, Felice Polleri entrò poi nel giro dei “Novatori”, un gruppo di patrioti filo francesi.
Dimostratosi un consigliere fidato e un’ottima guida lungo i sentieri, prete Felice Polleri venne premiato con cariche molto importanti: parroco di Cogoleto, presidente dell’Amministrazione Centrale di Savona, permessi per conferire con Napoleone in persona a Milano e poi a Parigi.

LA FINE DEL SUCCESSO E L’ESILIO

Con la caduta di Bonaparte, nel gennaio 1815, e l’annessione della Liguria al Regno di Sardegna, egli venne rimosso dai suoi incarichi e subì un processo dinanzi alla Curia episcopale di Savona. Successivamente, passò il resto dei suoi giorni lontano da Cadibona ritirandosi a vita privata. Della sua morte avvenuta nel 1817 non vi è trascrizione negli atti di Cadibona e pertanto si pensa che abbia finito la propria vita lontano dai luoghi che gli erano tanto cari.
Chi era in realtà Felice Polleri? Abile e spregiudicato avventuriero o fervido patriota? Studi più recenti e approfonditi dimostrano il tentativo di Polleri di rivelare agli Austriaci il piano di attacco francese e di come questi, non avendo dato ascolto, credendola una falsa notizia, diedero il via alla vittoria francese di Montenotte nell’aprile 1796.

Questa fu la storia di un uomo che, diviso tra sacro e profano, seppe sfruttare le proprie conoscenze territoriali, la propria cultura, le risorse economiche a disposizione e la propria intraprendenza. Diventando artefice e protagonista di grandi avvenimenti. Nel bene e nel male.

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