Informazione web della Comunità di Quiliano

free wifi quiliano

P.zza Costituzione
Biblioteca

UN VIAGGIO SENZA RITORNO

Il bilancio di una guerra è sempre molto tragico non solo in termini di distruzione, danni economici e esaurimento di risorse, ma soprattutto per la massiccia perdita di vite umane. Anche Quiliano purtroppo ha conosciuto il dolore a causa della scomparsa di giovani partiti per la guerra, uno tra questi Vincenzo Rebella, nato a Cadibona […]

Il bilancio di una guerra è sempre molto tragico non solo in termini di distruzione, danni economici e esaurimento di risorse, ma soprattutto per la massiccia perdita di vite umane. Anche Quiliano purtroppo ha conosciuto il dolore a causa della scomparsa di giovani partiti per la guerra, uno tra questi Vincenzo Rebella, nato a Cadibona e risultato disperso nella campagna di Libia nel 1915. Fu il prozio di Claudia Avogadro, cadibonese, che dopo numerose ricerche ha deciso di raccontarci questa storia.

SABRINA ROSSI

 

La guerra ha sempre lasciato conseguenze devastanti: sofferenza, terrore, malattie, fame, un numero altissimo di giovani soldati morti al fronte. Soldati che partirono per andare a combattere in difesa della propria patria contro un nemico che nemmeno conoscevano, in territori lontani e estranei. Oltre al dolore per la guerra, si è unito lo strazio di quelle famiglie che hanno assistito alla partenza dei propri cari per prestare servizio militare senza mai fare ritorno. E, spesso, si diffondeva la consapevolezza di questo triste destino.

UNA STORIA PIENA DI DOLORE

La comunità di Quiliano, che ha un’ampia memoria storica, ha conosciuto e vissuto il dolore per la scomparsa di giovani partiti per combattere al fronte. Tra questi, Vincenzo Rebella, nato a Cadibona nella Borgata Gallo il 24 agosto 1891 e disperso in Libia il 18 giugno 1915. Fu il prozio di Claudia Avogadro, originaria di Cadibona, che ha voluto raccontarci questa triste storia, anche in presenza di poche informazioni e documenti, e che ancora tra angoscia e tormento continua le ricerche, mantenendo viva la sua memoria. Vincenzo Rebella, ricordato dai nipoti come “zio Vincensù”, apparteneva a una famiglia di contadini; fu figlio di Giuseppe Rebella e Maria Scarone e fratello di Adelaide, bisnonna di Claudia Avogadro, e di Pietro.

Nel 1913 la sorella Adelaide chiese a Vincenzo Rebella di fare da padrino di Battesimo alla sua seconda figlia femmina, Rosa Geronima Giuseppina, ma lui si rifiutò. Un rifiuto motivato, perché era stato chiamato al fronte e, di lì a poco, sarebbe partito per prestare servizio militare. Inoltre dichiarò: “Non torno più a casa”, perché sentiva dentro di sé che non avrebbe mai più fatto ritorno. Fu il fratello Pietro allora ad assumere il ruolo di padrino per la figlia di Adelaide.

 

 

LA PARTENZA E IL TRISTE EPILOGO

Indicazione dell’Albo d’Oro dei caduti italiani della Grande Guerra

Molti giovani in quegli anni vennero mandati al fronte a combattere in nome del proprio Paese. Era in atto la campagna di Libia, svoltasi tra 1913 e il 1921, che rappresentava una delle fasi operative successive alla guerra italo-turca per assicurare la sovranità italiana nella colonia libica, perciò alcune forze dovettero essere indirizzate in quei territori per assicurare il dominio e il controllo italiano. Vincenzo Rebella fece parte di questa missione infatti, insieme ad altri giovani, venne mandato in Libia. Ma il suo presentimento iniziale anticipò ciò che realmente accadde: Vincenzo Rebella, soldato 50° reggimento fanteria, non fece più ritorno a casa. Secondo l’indicazione dell’Albo d’Oro dei caduti italiani della Grande Guerra, risultò disperso in Libia in combattimento il 18 giugno 1915, quasi un mese dopo l’entrata dell’Italia nella prima guerra mondiale. Il suo corpo non venne mai più ritrovato, così come i registri o gli elenchi dei soldati.

Il grande dolore per la famiglia Rebella però non si fermò qui. Circa tre anni dopo, nel 1918, la sorella Adelaide morì di spagnola lasciando cinque figli e, ad oggi, non risulta una sua sepoltura. Un vuoto incolmabile e una sofferenza nel cuore difficili da sopportare come la perdita di due figli nel giro di pochi anni. Restano solo i ricordi e la storia tramandati dalla nipote Rosa Schinca Cerro nata nel 1913, alcuni documenti, il dolore e la partecipazione attiva della nipote Claudia Avogadro che si aggrappa alla speranza continuando le ricerche.

 

 

 

Articoli correlati

Di