Sulle alture di Quiliano, tra la valle del Trexenda e la valle della Bormida, spicca il Forte Baraccone conosciuto da storici, escursionisti ed appassionati.
SABRINA ROSSI
Un forte che attribuisce il nome al monte su cui è collocato. Il monte Baraccone è facile da riconoscere, è una montagna allungata e individuabile da lontano per le sue numerose pale eoliche che la sovrastano. Il forte si trova poco più a sud lungo lo spartiacque principale e, sul lato marittimo, si apre un ampio panorama sul golfo ligure fino alle Cinque Terre.
Costruito dalla Repubblica di Genova sulla dorsale tra le vallate del Trexenda e della Bormida di Mallare intorno la metà del Seicento, il Forte Baraccone aveva un preciso obiettivo. Una costruzione militare volta ad ospitare una guarnigione per tentare di limitare le liti e le contese tra Quilianesi ed Altaresi, che spesso degeneravano in veri e propri scontri armati, per lo sfruttamento ed il possesso dei boschi della Consevola. Un piccolo presidio, dunque, col compito di sorvegliare il territorio impedendo atti di violenza e tutelare la pace tra gli abitanti della zona di Altare e quelli della zona di Quiliano.
Successivamente venne rivisto alla luce delle nuove esigenze difensive, trasformato in batteria ed in grado di comunicare, grazie al telegrafo ottico, con il Forte del monte Settepani, funzionando da collegamento tra lo sbarramento del Melogno e quello di Altare.
Oggi, tra una rigogliosa vegetazione, è possibile osservare i resti dei muretti e dei cunicoli della batteria. Secondo alcune fonti, la postazione di artiglieria era composta da sei cannoni in appoggio al vicino Forte Burotto.
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