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DANZA, UNA SERATA DI PREMI

Premiati per merito e valore sportivo dal Comitato Italiano Paralimpico della Liguria, ieri nella Sala Colombo della Regione Liguria, l’atleta paralimpica Chiara Bruzzese insieme al compagno ballerino Carlo Froi e il coreografo e tecnico Edo Pampuro   SABRINA ROSSI   Altri importanti riconoscimenti e premiazioni sportive che rendono orgogliosa la comunità di Quiliano. Nella serata […]

Premiati per merito e valore sportivo dal Comitato Italiano Paralimpico della Liguria, ieri nella Sala Colombo della Regione Liguria, l’atleta paralimpica Chiara Bruzzese insieme al compagno ballerino Carlo Froi e il coreografo e tecnico Edo Pampuro

 

SABRINA ROSSI

 

Altri importanti riconoscimenti e premiazioni sportive che rendono orgogliosa la comunità di Quiliano. Nella serata di ieri, mercoledì 31 gennaio, presso la Sala Colombo della Regione Liguria si è svolto l’evento “Cammino di Vittorie: una Serata di Premiazione Paralimpica”, organizzato dal Comitato Italiano Paralimpico della Liguria. Una bella iniziativa e occasione per la tradizionale Cerimonia di consegna delle benemerenze paralimpiche, introducendo la 1° Premiazione Regionale della Liguria con l’assegnazione di un riconoscimento ad atleti e tecnici liguri che si sono distinti nel 2022 e 2023.

Per il territorio di Quiliano, sono stati premiati gli allievi della coreografa Emilia Briano, ASD Semplicemente Danza, ovvero l’atleta paralimpica di danza in carrozzina Chiara Bruzzese con il compagno ballerino Carlo Froi, con tante congratulazioni per i brillanti traguardi raggiunti in questi anni. Inoltre, da poco vice campioni italiani assoluti 2024 in Solo e nel Combi, categoria Freestyle WDS I Classe I. Premiato anche per l’anno 2022 il coreografo e tecnico Edo Pampuro a cui è stata assegnata la Palma di Bronzo al Merito tecnico paralimpico.

 

 

“L’idea di persistere nel lavoro nonostante le sfide e le difficoltà è una fonte di ispirazione per molte persone. Spesso si sente dire che i riconoscimenti non arrivano da un giorno all’altro, ma sono il risultato di anni di impegno, sacrifici e determinazione. Molte storie raccontano di persone che hanno lavorato duramente per anni prima di vedere i loro sforzi ripagati – commenta Edo Pampuro – Il riconoscimento del lavoro svolto può assumere forme diverse, tra cui promozioni, premi, riconoscimenti, gratitudine e apprezzamento da parte della comunità. Questo riconoscimento può essere estremamente gratificante e può motivare ulteriormente le persone a perseguire i loro obiettivi e a continuare a impegnarsi al massimo. Il lavoro svolto in tanti anni che alla fine paga e viene riconosciuto è una testimonianza della potenza della perseveranza, della dedizione e della determinazione. È un incoraggiamento a non arrendersi di fronte alle sfide e a credere che il duro lavoro porterà alla realizzazione dei propri obiettivi. Grazie a tutti coloro che hanno permesso la realizzazione di questo obiettivo e grazie soprattutto a me per non avere mai mollato”.

Edo Pampuro inizia la sua carriera artistica e sportiva in giovanissima età, a 5 anni, con la Ginnastica artistica, che segue fino ad 11 anni. Poi si dedica alle danze di coppia, Standard e Latino Americane, le tante vittorie conseguite ai Campionati regionali lo conducono a raggiungere il 6° posto ai Campionati Italiani di danze Latino Americane e di danze Standard, rispettivamente negli anni 1976 e 1978.
A 18 anni si avvicina allo studio della danza jazz con Michael Mc Neil che segue fino a che, nel 1982, si innamora letteralmente della danza afro, afrocubana e afrocontemporanea. Per molti anni ne approfondisce i contenuti in Italia, Francia, Belgio, Cuba, con i più importanti maestri: Oumar Camara, Jacques Badj, George Momboye, Merlin Nyakam, Eneida Castro, Zineb Senaji e Katina Genero.
Coreografo per lo sport, incaricato dalla Federazione Italiana Nuoto, come docente di coreografia per i tecnici del Nuoto sincronizzato, prosegue l’attività di ricerca coreografica per il Pattinaggio artistico.
In modo parallelo studia e incontra il mondo del teatro, riveste il ruolo di attore in alcune Compagnie teatrali e ne cura la coreografia degli spettacoli.
Oggi si dedica all’insegnamento e alle coreografie per il settore delle Danze Paralimpiche.
I suoi molteplici interessi sono supportati da una formazione rigorosa è Maestro MIDAS, Tecnico FIDS, Formatore Danza Paralimpica LIBERTAS e Giudice Internazionale IPC Danza Paralimpica, nonchè membro di World Inclusive Dance e di World Integrative Dance.
A fine anno 2022 è stato nominato CT Nazionale per la Danza di Special Olympics Italia, giudice internazionale di WorldAbility sport. Tutto questo grazie ad una amica, Anna Cagnassi, che nei lontani anni 90 lo fece avvicinare al mondo della disabilità, iniziando dei corsi di danza all’interno di progetti di Arteterapia, a quei tempi non si parlava ancora di danza paralimpica. Hanno fatto molti progetti con la danza inclusiva, sia per delle cooperative sociali sia per l’ASL. Si può quasi dire che sono stati precursori dei tempi. Non smetterà mai di ringraziare Anna per l’aiuto e il sostegno che gli ha dato per iniziare questo percorso con le persone con disabilità.
È stato anche ospite al Festival Mondiale della danza inclusiva a Mosca, dove ha portato una coreografia che ha vinto il primo posto, con Chiara Bruzzese e Davide Romeo, ed ospiti d’onore nella serata finale con una coreografia altamente inclusiva, con Chiara Bruzzese su wheelchair, Luisella Frumento non vedente e Davide Romeo ballerino normo. Un vero successo. Per non parlare della presenza al British Open, al Festival a Bratislava. Inoltre è stato il primo italiano a far suonare l’Inno di Mameli ad una competizione IPC a Varsavia, dove una sua coreografia si era classificata prima con Enrico Gazzola e Chiara Bruzzese. La prima volta in assoluto che l’Italia aveva vinto una medaglia d’oro.

“Sono più di 30 anni che sono nel settore, e mi sono sempre preoccupato che i ragazzi che lavoravano con me, potessero avere e partecipare alle migliori manifestazioni – aggiunge Edo Pampuro – Manifestazioni di alto livello, in location splendide, dove non si metteva mai in risalto la disabilità ma la persona, il ballerino o l’atleta”.

 

 

 

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