Perché la roverella durante l’inverno non perde le foglie? Una domanda che trovava risposta in una leggenda, che spesso i nostri genitori e i nostri nonni della vallata di Quiliano, e non solo, raccontavano ai più piccoli.
SABRINA ROSSI
Secondo la leggenda, quando Dio era padrone di tutto l’universo, il demonio andò da lui a lamentarsi, pretendendo il dominio su qualcosa. Viste le sue pretese, Dio gli chiese su cosa volesse essere padrone; il demonio ci pensò su e decise infine di diventare padrone del bosco. In passato, l’economia del bosco era fondamentale in una società rurale che sopravviveva grazie ai frutti del territorio.
IL DEMONIO PADRONE DEL BOSCO
“Voglio essere il padrone del bosco” disse il demonio a Dio. E Lui rispose: “Va bene, ma a una condizione. Potrai essere padrone del bosco dal momento in cui tutte le caducifoglie si spoglieranno completamente. A quel punto, potrai fare tutto ciò che vorrai”.
Il demonio si mostrò contento, perché credeva già di poter dominare il bosco e magari anche gli uomini. Le piante del bosco iniziarono a preoccuparsi per questa situazione, allora si consultarono e decisero di rivolgersi alla roverella, che era uno degli alberi più antichi e più saggi del bosco. La roverella, ascoltate le preoccupazioni delle altre piante, disse: “Io tenterò di tenere su di me le foglie più a lungo possibile”. Arrivò l’autunno e le latifoglie iniziarono a perdere le proprie foglie. La roverella, invece, fece seccare le sue foglie, ma cercò di trattenere le foglie su di sé. Imperversava il vento, la pioggia, ma resistette. Giunse poi l’inverno, con il gelo, la neve, ma ancora la roverella tratteneva le foglie.
Il demonio, in tutto questo, osservava attentamente e attendeva la caduta delle foglie. Arrivò poi la primavera e la roverella cominciò a perdere le foglie; il demonio pensava di aver ormai raggiunto il suo obiettivo e di impadronirsi finalmente del bosco, ma iniziarono invece a spuntare le prime foglioline. Così il Diavolo, secondo la leggenda fu così costretto ad arrendersi.
L’EVOLUZIONE DIETRO LA LEGGENDA
Questa è chiaramente una leggenda che veniva raccontata ai più piccoli e che rimanevano incantati ogni volta che gli veniva raccontata. In realtà, il meccanismo della roverella di trattenere su di sé le foglie è un aspetto evolutivo. Una pianta tipicamente mediterranea che, in questo modo, permette di ripararsi dal gelido inverno come una sorta di isolamento termico. Facendo cadere a mano a mano le foglie secche, fa sì che ai suoi piedi ci sia costantemente uno strato utile da cui trarre nutrimento. Una specie che prosegue il suo ciclo di vita tra leggenda e realtà.
Guarda il video della leggenda al link: https://www.youtube.com/watch?v=fxUI0EAelMU&feature=share&fbclid=IwAR07xcULvbhdXL78RI1JGHfDSgBI–dOhBnHxkJqRDsNCnVQLjS9RGzX33U
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