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ORTO IN CONDOTTA

Vorrei parlarvi del potere degli orti. Che esercita su noi adulti, nei momenti di sottostima e di paure, sui nostri ragazzi, quando soffrono di pesante inadeguatezza. Ma che dire degli effetti della snervante reclusione attenuati,là dove si è potuto, dalla cura del verde?. Quindi di orti casalinghi e soprattutto di orti scolastici parliamo su cui, […]

Vorrei parlarvi del potere degli orti. Che esercita su noi adulti, nei momenti di sottostima e di paure, sui nostri ragazzi, quando soffrono di pesante inadeguatezza. Ma che dire degli effetti della snervante reclusione attenuati,là dove si è potuto, dalla cura del verde?. Quindi di orti casalinghi e soprattutto di orti scolastici parliamo su cui, per inciso, è partita la prima indagine nazionale che trovate sul sito www.ortiscolastici.it

GIANNI AVALLONE

 

Torno a me. Non l’avrei mai detto che avrei scoperto la noiosità del tempo. È avvenuto all’inizio della pandemia e della segregazione. Un silenzio inconsueto, un’aria che con il passare dei giorni diventava sempre meno inquinata e che aveva costretto a coloro, ero fra questi, che avevano allergie a ricorrere a
massicce dosi di antistaminico, e aveva costretto tutti a chiedersi: “…e adesso che faccio?” Si era
spaesati e impauriti.
Col passare dei giorni ci siamo accorti che l’aria era colma di canti degli uccelli, ci sono sempre
stati, ma nel silenzio diventavano ubriacanti e bellissimi, e quando eravamo costretti ad uscire, per
necessità, sentire la brezza, invece del rumore del traffico, emozionava. E alla fine ci siamo accorti che gestire il tempo in un’altra maniera era possibile e l’altra maniera era quella di assecondare i ritmi della natura. Me ne sono accorto quando, non sapendo cosa fare, ho trovato una bustina di semi di basilico, non ricordo come e perché l’avessi, avevo anche un vaso con terriccio residuo di una pianta trascurata, e li ho piantati. Per diversi giorni li ho coccolati, li ho riscaldati, il tempo per farlo l’avevo. Quando ormai avevo perso la speranza che venisse fuori qualche cosa, sono spuntate delle piccole foglie. Il successo ha aumentato la mia autostima, ne andavo fiero…. Guarda in po’, sono capace anche di far nascere una pianta. In quel momento ho avuto la certezza che il tempo lento non procurava noia,anzi…
Mi rendo conto che senza una continuazione questa potrebbe essere una premessa banale e senza senso, ma se l’applichiamo all’abbandono scolastico forse questa mia esperienza ha un senso. In Italia è un fenomeno poco approfondito, ma a livello internazionale ci sono molti articoli e ricerche qualitative che mirano ad individuare le cause per cui si verifica questo fenomeno. Una di questa è l’illusione dell’incompetenza, cioè fa riferimento a studenti che hanno le capacità cognitive per superare le difficoltà dell’apprendimento, ma l;immagine che hanno delle loro capacità li porta a scoraggiarsi e ostacola il loro successo scolastico. La loro difficoltà è quindi chiaramente di natura motivazionale, ma le origini o le cause di come si sviluppa l’illusione delll’incompetenza rimangono misteriose. Per recuperarla  si deve fare ricorso a un’attività, un ambiente e un habitat capace di attenuare i disturbi di ansia e gli altissimi livelli di stress che la scuola produce in loro. Ansia e stress sono alcune possibili cause, ma ad esse si aggiunge la inadeguatezza, per loro, della didattica, nonché la scarsa predisposizione, a volte non sempre, degli insegnanti ad adeguare la didattica alle capacità dell’allievo. Gli “orti scolastici”, che sono apparsi in Italia nel 2004, possono essere una buona terapia per ovviare a questi abbandoni. Ci pensino gli insegnanti e i direttori scolastici che si preparano ad una apertura delle scuole che sarà particolarmente incerta.

La regione Toscana ha lanciato il programma “Centomila orti in Toscana”, molti di questi scolastici, e esclusivamente per le scuole opera “L’orto in condotta” della rete “Slow food educa” che ha creato 435 orti scolastici in Italia, di questi in Liguria sono stati realizzati in 35 scuole, il primo nel 2005 nel Comune di Dolceacqua. Ma  citiamo anche l’esperienza della scuola Andersen di via Mogadiscio a Genova, e dei numerosi asili in tutta la regione da Sanremo alla Spezia, non dimenticando le coltivazioni nel giardino della scuola di Crevari a strapiombo sul mare. Certo in questo periodo l’assenza di bambini e insegnanti, l’assenza di attenzione a cio che si era magari seminato, avrà ridotto male i vari appezzamenti. L’autunno richiederà nuove attenzioni. Per il verde e per i bambini che forse in un modo di vivere la scuola all’aperto, insieme, potranno porre rimedio agli inevitabili danni psicologici causati dalla reclusione e dal distanziamento cosiddetto sociale.

Di come siano educativi è interessante conoscere le caratteristiche richieste agli orti scolastici:
Il terreno deve essere coltivato per tutta la durata del progetto. La coltivazione biologica o biodinamica. Le varietà coltivate devono essere quelle tipiche del territorio regionale.
E’ vietata la coltivazione di prodotti geneticamente modificati. Da privilegiare i prodotti che possono essere raccolti e consumati durante l’anno scolastico. Ruolo didattico dell’uso dell’acqua : deve essere spiegata agli studenti l’importanza di una gestione oculata della risorsa.
Non c’è che dire, se misuriamo l’effetto in termini di stress e di incertezza sicuramente il loro
impatto sul morale dei ragazzi si è dimostrato evidente e potrà correggere l’illusione
dell’incompetenza.

Sulla pagina facebook degli orti scolastici trovate una serie di indicazioni e consigli per il verde del dopo pandemia, consigli di agronomi e di pedagoghi. Da quella pagina è tratta questa bella fotografia.

https://www.pienidigiorni.com/single-post/2020/06/20/ORTI-SCOLASTICI-PIU-CHE-MAI-ANTI-STRESS

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