Ampi consensi al salone agroalimentare di Finale Ligure per il vino quilianese. E il sindaco Isetta ne traccia la storia e le prospettive.
LINDA MIANTE
In pochi metri quadrati dentro i saloni del Chiostro di Santa Caterina a Finalborgo si respira la consapevolezza di monumenti che hanno costruito il nostro passato e ora riempiono la nostra cultura. In questi preziosi edifici, veri e propri monumenti, quasi opere d’arte Quiliano ha esibito le propri eccellenze partendo da quel vitigno salvato e oggi conteso ovunque. “Certo il Granaccia è Quiliano – spiega il sindaco Nicola Isetta – è stato salvato nelle nostre vigne, lo abbiamo custodito, riscoperto, rilanciato ed ora con il supporto dell’Enoteca Regionale – lo stiamo imponendo all’attenzione di tutto il mondo dei consumatori. Qui a Finale, al Salone Agroalimentare – ci sono tre produttori, quelli più rappresentativi del territorio quilianese che espongono il frutto del loro lavoro. È un prodotto di grande qualità, molto apprezzato, che ci conforta dell’impegno profuso nella valorizzazione. È presente anche il Buzzetto, un vino notevole purtroppo con scarse produzioni. Ma – sottolinea Isetta- tutto il meglio di Quiliano, di questa stagione di Quiliano è presente: dai formaggi al miele. Un’occasione per mostrare la grande qualità dell’offerta del nostro territorio che qui ha Finale ha riscosso gran i consensi”.
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