LE MILLE VIRTÙ DELL’ACHILLEA
Una pianta dall’odore aromatico che vive in prati aridi, incolti e ai margini di strade e sentieri. Conosciuta per le sue foglie utili per curare ferite e tagli, ma ha anche numerose proprietà antinfiammatorie, analgesiche e digestive. Prende il nome dal mitico eroe greco Achille, che probabilmente utilizzò questa pianta per curare le sue ferite e quelle dei suoi soldati. In cucina viene aggiunta per aromatizzare il nostro “prebuggiùn”, ma anche per preparare formaggi, liquori e salse.
LAURA BRATTEL
NOMI COMUNI: Achillea, millefoglie o millefoglio, erba dei tagli, erba del soldato.
NOME SCIENTIFICO: Achillea millefolium
NOME DIALETTALE QUILIANESE: (?)
FAMIGLIA: Asteraceae (o Compositae)
DESCRIZIONE DELLA SPECIE
Pianta erbacea perenne dall’odore aromatico. Gli steli dell’achillea possono essere alti dai 30 ai 60 cm, il fusto è leggermente ricoperto di peli, ramificato alla sommità. Le foglie compaiono in primavera in una rosetta basale e sono fittamente divise, da cui il nome di specie. Ogni segmento della foglia ha forma lineare – lanceolata e si presenta con una leggera peluria. Dopo che la pianta getta lo stelo floreale, alcune delle foglie si trovano in posizione alterna su di esso. L’infiorescenza a corimbo è strutturata in numerosi capolini composti da fiori ligulati periferici (simili a petali) e fiori tubulosi centrali, il cui colore è generalmente bianco, più raramente rosato. I semi sono minuscoli acheni di forma ovale – oblunga e di colore scuro.
HABITAT
L’achillea abita i prati aridi, gli incolti, i margini di strade e sentieri dal livello del mare fino a ben oltre i 2000 metri di altitudine.
PROPRIETÀ OFFICINALI
Nella medicina popolare della vallata quilianese le foglie di quest’erba erano utilizzate per trattare tagli, ferite, ulcere e piaghe dell’epidermide. Se ne preparava un decotto, veniva lasciato intiepidire e vi si immergevano garze con cui trattare la parte lesa, in modo delicato ma efficace. In effetti la specie è dotata di proprietà astringenti, decongestionanti ed analgesiche, utili per calmare il dolore e detergere delicatamente le ferite, inoltre le virtù antinfiammatorie e cicatrizzanti favoriscono una rapida guarigione e una riepitelizzazione dei tessuti. L’azione analgesica e antinfiammatoria è possibile soprattutto in forza della presenza di azulene, un composto organico tipico della camomilla. Altre sostanze officinali preziose contenute nell’achillea sono olii essenziali quali il cineolo, il pinene, il borneolo, dalle proprietà antinfiammatorie, antisettiche ed anestetiche, ma anche flavonoidi quali l’apigenina e la luteolina e acidi fenolici come l’acido caffeico, salicilico, valerianico. Questi ultimi, oltre a conferire il tipico aroma alla pianta, offrono applicazioni medicamentose per via del loro potere antiossidante, antinfiammatorio e dermoprotettivo. Con i fiori di achillea si può anche preparare un oleolito dalle virtù cicatrizzanti, in grado di rigenerare completamente l’epidermide. Per uso interno l’achillea si presta alla preparazione di tisane digestive, protettrici del tratto gastro-intestinale, di cui sono in grado di ripristinare la normale funzionalità, grazie ad un’azione sinergica dei suoi componenti.
CURIOSITÀ E NOTIZIE STORICHE
Il genere Achillea prende la sua denominazione dal mitico eroe greco Achille, il quale pare avesse usato queste piante per curare le sue ferite e quelle dei suoi soldati, come gli era stato insegnato dal centauro Chirone, suo medico e maestro. Miti e leggende a parte, sicuramente la conoscenza e l’utilizzo di queste specie erbacee sono antichissimi, tanto è vero che tracce di achillea sono state rinvenute durante scavi archeologici in Iraq, in un sito risalente al Paleolitico, datato a 60.000 anni fa. Dell’achillea ci parlano Plinio il Vecchio nella sua “Naturalis Historia” e Dioscoride nel suo “De Materia Medica”, un erbario medico di specie officinali redatto in lingua greca. Entrambi i naturalisti fanno riferimento ad Achille, il quale avrebbe appreso l’uso ed impiegato questa pianta, che loro chiamano anche “stratotikion” o “militarem”, cioè “erba del soldato”, o “sideritin”, cioè “erba ferrosa”, per aver proprietà astringenti, come la polvere di ferro. Entrambi affermano che essa sia utile nel fermare le emorragie e nel curare le ferite. Il medico greco Galeno (129 – 201 d.C.) spiega l’impiego dell’achillea nel suo “De simplicium medicamentorum temperamentis et facultatibus”, dove lo scienziato filosofo descrive le virtù dei “semplici” in medicina. I “semplici” erano medicamenti, generalmente a base di erbe spontanee, che venivano utilizzati in purezza, non associati ad altri principi terapeutici. Galeno, nato a Pergamo nella penisola anatolica, si era trasferito a Roma nel 162 ed aveva iniziato ad esercitare curando le ferite dei soldati e dei gladiatori. Possiamo quindi supporre che utilizzò in modo massiccio l’Achillea millefolium nelle sue preparazioni erboristiche. Da Galeno prende nome ciò che noi chiamiamo “preparato galenico”, ovvero una formula officinale codificata in una precisa ricetta per la preparazione di un farmaco da parte dell’erborista o del farmacista. Nel Medioevo l’achillea viene reputata quale pianta officinale dalle straordinarie virtù, in quanto si diceva servisse anche a combattere il mal di denti, a pulire e risanare le ferite e nei casi di cistiti e difficoltà ad urinare. Ce ne informa un autore noto come Pseudo Apuleio, vissuto durante il IV secolo d.C., nel suo “Herbarium”, di cui ci restano varie copie successive, la più antica delle quali è conservata a Leida ed è probabilmente riferibile al VI secolo. Altri autori citano l’achillea, tra cui Pietro Andrea Mattioli (1501 – 1578), riportando quanto riferito dagli autori classici. Durante la prima guerra mondiale l’achillea millefoglie era inclusa nel kit di primo soccorso dei soldati al fronte. Ancora una volta “l’erba del soldato” doveva fare il proprio dovere.
UTILIZZI IN CUCINA
L’achillea millefoglie, se strofinata tra le dita, rilascia un gradevole e delicato aroma canforato, dovuto agli olii essenziali. Questa prerogativa potrebbe essere piacevole in una tisana, meno in una pietanza, per chi non fosse amante dei sapori decisi e insoliti. Tuttavia l’aggiunta di qualche foglia di achillea alle insalate dona una nota di freschezza e contribuisce altresì ad una sana digestione. Nel nostro “prebuggiùn” possiamo aggiungerne qualche fogliolina, se amiamo i sentori aromatici, certi che anche la nostra salute ne beneficerà. Quest’erba rientra anche nella lavorazione di alcuni formaggi erborinati, nella preparazione di liquori e salse, cui conferisce una fragranza delicata ma allo stesso tempo intensa.
LA RICETTA
Crema di formaggio fresco all’achillea millefoglie
Ingredienti:
Formaggio fresco spalmabile tipo Philadelphia, ma va bene anche robiola o ricotta, a seconda dei gusti personali, un vasetto di yogurt bianco (magro o intero o cremoso a seconda delle preferenze di ciascuno), poche foglie di achillea, un pizzico di sale.
Procedimento:
Porre assieme i formaggi in una ciotola e con una forchetta o una spatola amalgamare molto bene insieme. Tritare finemente le erbe ed aggiungere alla crema di formaggi. Unire un pizzico di sale. Mescolare con cura ed amalgamare bene.
Si può servire questo formaggio cremoso aromatizzato alle erbe con crostini di pane tostato oppure insieme a verdure grigliate.
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