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NEL PRATO DI LAURA (2)

Il prato è ricchezza perché costituisce un ambiente privilegiato per molte specie, sia vegetali che animali, facendosi quindi garante di quella biodiversità tanto auspicata, in quanto capace di offrire un ecosistema vario e ricco. La grande varietà di animali, piante, funghi e microorganismi che lo abitano e lo frequentano crea equilibrio. LAURA BRATTEL Quando guardo […]

Il prato è ricchezza perché costituisce un ambiente privilegiato per molte specie, sia vegetali che animali, facendosi quindi garante di quella biodiversità tanto auspicata, in quanto capace di offrire un ecosistema vario e ricco. La grande varietà di animali, piante, funghi e microorganismi che lo abitano e lo frequentano crea equilibrio.

LAURA BRATTEL

Quando guardo un prato non vedo solo erba e fiori. Mi pare anche di riascoltare le parole di mia nonna, donna pratica e talora rude, ma anche estremamente affettuosa e protettiva. Con tanta pazienza ed amore lei mi insegnava a distinguere le varie specie vegetali che popolano questi ambienti, godendo di una i colori dei racemi fioriti, dell’altra la radice dolce e succosa, dell’altra ancora apprezzandone l’utilizzo in cucina.

Ciò che mi ha insegnato mia nonna è soprattutto l’importanza di portare il dovuto rispetto per i doni che ci offre la Natura.

L’IMPORTANZA DEL PRATO COME BIOTOPO: LA BIODIVERSITÀ

Il prato è ricchezza.

Esso costituisce un ambiente privilegiato per molte specie, sia vegetali che animali, facendosi quindi garante di quella biodiversità tanto auspicata in quanto capace di offrire un ecosistema vario e ricco. La grande varietà di animali, piante, funghi e microorganismi che lo abitano e lo frequentano crea equilibrio, assicura cibo, aria ed acqua pulite, ci consente di godere della sua bellezza e di rigenerare lo spirito, nonché il corpo.

Il prato, con le sue splendide fioriture, permette la presenza di insetti pronubi, in primis le api, che, bottinando le varie specie, trasportano il polline anche sulle nostre varietà orticole e sulle piante da frutto, da cui traiamo i prodotti per la nostra tavola. Il mondo che conosciamo non esisterebbe senza api e bombi, e forse l’Umanità morirebbe di fame.

Il pane, la mitica focaccia ligure cui mai rinunceremmo, il profumato olio extra vergine di oliva della nostra vallata, la saporite albicocche di Valleggia, presidio Slow Food, non ci sarebbero senza questi nostri piccoli amici laboriosi e ronzanti, che trovano nel prato la loro fonte di sussitenza e ragione di vita.

Nel prato crescono le graminacee che furono scelte dall’Uomo come base per la sua alimentazione (è comune imbattersi nell’orzo o nell’avena selvatica). Un lungo processo di selezione delle specie portò nel corso dei millenni alle varietà che conosciamo oggi. Ne perdemmo qualcuna per strada, purtroppo, come la spelta, che aveva dato nome al vicino abitato di Spotorno (l’antica “Spelturnum”), ma ultimamente si stanno riscoprendo le varietà antiche.

UNA TAVOLOZZA DI COLORI

Il prato reca gioia con i suoi colori, con la sgargiante fioritura dei papaveri (Papaver rhoeas), con quella più discreta e modesta delle violette (Viola odorata, Viola arvensis, et al.), o con l’esuberante grazia della veccia (Vicia sativa), ricordata dal nostro grande poeta ligure, Eugenio Montale, nella sua poesia “Meriggiare pallido e assorto”. Qui il prato assume i toni indolenti di un torrido pomeriggio estivo, ed invita al sonno, o alla meditazione.

Dal punto di vista botanico, il prato è fitocenosi interessante in quanto ospita esemplari di una delle famiglie in assoluto più evolute del regno vegetale: le Orchidaceae.

A QUILIANO C’È IL FESTIVAL DELLE ORCHIDEE

Nel comprensorio quilianese sono presenti, per citarne alcune, la Barlia Robertiana, l’Anacamptis morio, l’Orchis mascula, la Dactylorhiza sambucina, e varie specie di Serapias, da noi note con l’evocativo nome dialettale di “lengua de cüccu”.

La vallata quilianese ha anche l’onore di ospitare una tra le più belle e sorprendenti orchidacee che possano esistere: si tratta dell’Ophrys fuciflora, presente in unica stazione, fiore estremamente raro e specializzato. Le Ophrys riproducono nella forma, nel colore e addirittura nell’odore l’insetto femmina della specie cui si rivolgono per la loro impollinazione.

UNA SPECIE SUGGESTIVA, BELLISSIMA E.. PROTETTA

È bene ricordare che le orchidee selvatiche sono tutte severamente protette a norma di legge, e che la raccolta, anche di un solo esemplare, è assolutamente proibita, pena sanzioni pecuniarie molto salate. Inoltre va sottolineato il fatto che questi fiori sono estremamente delicati, e la loro raccolta può significare la morte inesorabile dell’intera pianta.

 

In ordine dall’alto al basso, da sinistra a destra: papavero (Papaver rhoeas) fiore; tarassaco (Taraxacum officinale) seme, margherita (Leucanthemum vulgare), fiore; margherita gialla (Coleostephus myconis), fiore.

 

Graminacee spontanee. In ordine dall’alto al basso, da sinistra a destra: avena selvatica (Avena sterilis); bambagione (Holcus lanatus); loglio selvatico (Lolium rigidum); sonaglini (Briza maxima).

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