Cecilia, quasi una magia di arpa e amore. Un’artista coinvolgente e trascinante che ha regalato con la sua voce e la sua musica grandi emozioni a Quiliano.
ELENA GIANASSO
Quiliano chiude la sua estate e la tre giorni di tutta natura in musica con uno strumento particolare che molti di noi sono abituati ad ascoltare solo nelle orchestre di musica classica, l’arpa.
Questa estate diversa ha portato gli organizzatori a privilegiare luoghi all’aperto, spesso posti poco conosciuti in cui gli ingressi contingentati per le regole sanitarie hanno favorito un ascolto più intimo ed attento che creasse un feeling speciale con l’artista. Quiliano e Cecilia si sono nuovamente incontrati dopo l’esperienza di “Va ‘ sentiero” quando i ragazzi di “sentiero Italia”, la percorrenza lungo tutta la penisola del sentiero più alto in quota, hanno festeggiato in città il passaggio dalle Alpi agli Appennini.
Ieri sera alle 21 nella cornice raccolta e suggestiva di Piazza Gramsci a Quiliano la cantautrice arpista torinese Cecilia ha incantato una attenta platea con un suono melodioso che ha radici antichissime.
DA GIUNI RUSSO A EMILY DICKINSON
Cecilia, che ha deciso quale sarebbe stato il suo destino dopo aver visto a 9 anni un video in cui compariva questo strumento e che, scherzando, ringrazia i genitori per non averla iscritta ad un collegio militare invece che al conservatorio, ha presentato alcuni brani del suo ultimo album “Sunset in a Cup” , ha omaggiato la cantante Giuni Russo interpretando con maestria la sua canzone “Notturno Italiano” e ha musicato alcune poesie della poetessa inglese Emily Dickinson. Il concerto si è svolto in una atmosfera di mutuo scambio con l’artista che ha spiegato la genesi delle canzoni, le sue fonti di ispirazione, soprattutto la musica country americana, e le sue tematiche preferite, soprattutto l’amore complicato. Cecilia predilige scrivere in inglese ma si cimenta anche nella scrittura in italiano, “Bianca”, ne è un ottimo esempio.
ARTE AL FEMMINILE, MONDO DA SCOPRIRE
Per lei l’arpa, che è oggettivamente uno strumento poco utilizzato per comporre, è un mondo ancora da scoprire, così come lo è quello del cantautorato femminile: un universo che le permette di sperimentare anche nuove sinergie con altri strumenti come la batteria, le tastiere, i sintetizzatori. L’artista torinese ma che è anche cittadina del mondo avendo viaggiato tra l’Europa e gli USA, si è divertita a mostrare al pubblico come riaccordare il proprio strumento le cui corde spesso devono essere tese per poter sprigionare il suono incantato ed incantevole.
UN’ARTISTA COINVOLGENTE
Non dobbiamo farci ingannare dalla conosciuta immagine e un po’ datata della ragazza che suona l’arpa, con il suo grande sorriso gli occhi verdi, la sua simpatia e la pettinatura da fungo atomico Cecilia ci ha trasportato nel mondo dell’Harpcore passando per l’hindie, il folk, il pop. L’estate si è chiusa con la scoperta di un nuovo genere musicale e di una artista che farà ancora parlare molto di sé.
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