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GINO, SANTIN & LILLI, COLPEVOLI DI LIBERTÀ

ANDREA OLIVERI “Avviso: in località di Quiliano sono stati passati per le armi certi Caroli Luigi di Pietro, Marcenaro Santino fu Antonio e Rocca Francesco di Giuseppe, tutti colpevoli di tentata disgregazione dei reparti delle forze armate repubblicane, incitatori alla diserzione nei confronti dei militari ed esercitanti attività spionistica agli ordini del nemico. Le sentenze […]

ANDREA OLIVERI

“Avviso: in località di Quiliano sono stati passati per le armi certi Caroli Luigi di Pietro, Marcenaro Santino fu Antonio e Rocca Francesco di Giuseppe, tutti colpevoli di tentata disgregazione dei reparti delle forze armate repubblicane, incitatori alla diserzione nei confronti dei militari ed esercitanti attività spionistica agli ordini del nemico. Le sentenze sono state eseguite nei luoghi della loro criminosa attività”: queste le parole affidate al manifesto murale che annunciava, il 28 agosto 1944, dell’uccisione di tre giovani savonesi, Luigi Caroli, Santino Marcenaro e Francesco Rocca colpevoli solo di pensare a un’Italia diversa.

Appartenenti al Distaccamento SAP ‘Luigi Borini’, i partigiani Gino, Santin e Lilli erano parte attiva della Resistenza di Zinola e vennero precettati per un pericoloso compito: convincere i militari della San Marco che avevano occupato Savona a disertare l’esercito fascista per unirsi ai ribelli della montagna.

Dopo un paziente lavoro di avvicinamento e dopo averli informati sugli esiti tragici della guerra e sul significato della lotta partigiana, i tre ragazzi riescono nell’intento di far disertare un gruppo di otto soldati; tra di loro, perfino un ufficiale graduato.

Arriva così il giorno in cui i partigiani accompagnano i san marchini per raggiungere le formazioni di montagna più vicine. Ma non tutto va come previsto: poco tempo dopo questa apparente scelta, l’ufficiale abbandona il gruppo, facendo ritorno a Zinola e denunciando la situazione al Comando militare fascista.

La reazione è rabbiosa e si scatena un pesante rastrellamento tra Zinola e Quiliano che si conclude, il 22 agosto 1944, con la cattura di Luigi, Santino e Francesco: i giovani, che non erano armati, vengono riconosciuti dall’ufficiale traditore, immediatamente arrestati e condotti nei locali della S.M.S Fratellanza Quilianese; qui vengono picchiati e torturati, ma riescono a resistere senza tradire i propri compagni. Sei giorni dopo, vengono condotti dietro il cimitero di Quiliano, dove avviene la fucilazione.

A Santino Marcenaro, contadino prima di diventare partigiano e a Luigi Caroli, manovale con alle spalle una militanza nella Divisione Sap ‘A.Gramsci’, verranno intitolati due Distaccamenti all’interno della Brigata Clelia Corradini (operanti rispettivamente nelle zone di Sant’Ermete e Valle di Vado) mentre a Francesco Rocca, anch’egli muratore con un’esperienza di due mesi nella seconda Brigata Liguria, un Distaccamento della Corradini e uno nella Brigata Don Peluffo (operativi a Vado Centro e a Quiliano).

A Quiliano, il loro sacrificio è ricordato su una lapide nell’atrio della società di mutuo soccorso dove vennero imprigionati e su un cippo dietro al cimitero, luogo dell’esecuzione; quel giorno, pochi istanti prima di ordinare di far fuoco, i comandanti della GNR avvertirono la popolazione: “Questo è un primo esempio per tutti coloro che aiutano o danno da mangiare ai banditi che si trovano sulle montagne”. Fuorilegge proprio come Gino, Santin e Lilli, tutti ventenni al momento della loro uccisione e colpevoli soltanto di libertà.

Luigi Caroli (Savona, 1924- Quiliano, 1944)

Santino Marcenaro (Savona, 1925- Quiliano, 1944)

Francesco Rocca (Savona, 1924- Quiliano, 1944)

FONTI

Breve memoria di tre giovani Martiri della Resistenza: Luigi Caroli, Santino Marcenaro, Francesco Rocca (a cura della Sezione A.N.P.I. di Quiliano), in I Resistenti: periodico della Resistenza e dei Combattenti, 2009

R. Badarello, E. De Vincenzi, Savona insorge, Ars Graphica, Savona 1972

A. Lunardon, La Resistenza vadese, Marco Sabatelli Editore, Savona 2005

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