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ROTTA SULLA GRANACCIA

“Compriamo la macchina o un bosco?” Sembrava una battuta ed è diventata una scelta di vita. SABRINA ROSSI   Il bosco sono diventati ettari di vigna e successivamente vino. Ed oggi quella di Giuseppe Parenti e della sua compagna più che una storia è la dimostrazione delle cose positive e costruttive che possono nascere quando […]

“Compriamo la macchina o un bosco?” Sembrava una battuta ed è diventata una scelta di vita.

SABRINA ROSSI

 

Il bosco sono diventati ettari di vigna e successivamente vino. Ed oggi quella di Giuseppe Parenti e della sua compagna più che una storia è la dimostrazione delle cose positive e costruttive che possono nascere quando vino, storia e territorio si incontrano, di come con questi ingredienti si possano cambiare le nostre prospettive future.
Sulle colline di Quiliano la parola “Granaccia” non è soltanto sinonimo di vino, ma anche di tradizione, territorio e passione.
E adesso la Granaccia rappresenta uno dei migliori vini d’Italia e del mondo grazie al costante lavoro e impegno di piccoli produttori radicati nel territorio.
Giuseppe Parenti, titolare dell’azienda agricola Viarzo, dopo una lunga esperienza nella navigazione, decide di trasferirsi stabilmente nel Comune di Quiliano. Qui, a partire dal 2010, proprio dopo il fatidico interrogativo: «Compriamo un bosco o una macchina?», inizia a riflettere sul percorso da intraprendere. Una riflessione che lo porterà a dare avvio alla sua produzione vinicola.

“Sicuramente è stato meglio scegliere il bosco – afferma Parenti – ma la Granaccia non è una cosa semplice. E’ un vitigno delicatissimo e va curato sempre e costantemente, ma il risultato poi ti riserva una grande soddisfazione”.

Ha iniziato il suo percorso con l’acquisto di 300 barbatelle, con la rivalutazione di alcuni terreni, con l’acquisto di vigne abbandonate occupandosi di risistemarle.
Successivamente si è messo a “studiare”. Si è recato in Spagna, patria della Granaccia, per apprendere le tecniche di coltivazione, si è confrontato con altri viticoltori, ha copiato, ha appreso, poi ci ha messo del suo. Parenti nelle sue vigne applica un metodo alla “vecchia maniera”: la vinificazione avviene in vasche di cemento per poi passare in botti di legno da 600 litri, in cui all’interno il vino si affina. Il risultato a detta degli esperti e del pubblico è più che positivo.
Al momento l’azienda Viarzo possiede circa un ettaro e mezzo di terreno piantato e coltivato per la Granaccia, ma le ambizioni e i risultati fanno pensare in grande.
Nel 2016 la Viarzo ha partecipato ad un concorso internazionale e mondiale della Granaccia, Grenaches du Monde, rientrando tra i primi 200 premiati e vincendo la prima medaglia d’argento. La seconda è arrivata nel 2017 in Spagna.

La produzione di vino della cantina solitamente si aggira intorno alle 10mila bottiglie; quest’anno sia per l’incessante maltempo, sia per la presenza di piante ancora piccole, si saranno raggiunte le 4mila bottiglie, ma pare di buona qualità.

E’ stata una scelta di territorio e di prospettive quella di Giuseppe Parenti. Una scelta senza dubbio faticosa, ma che visti i risultati si preannuncia ricca di gratificazioni.
Da un bosco può davvero nascere qualcosa di meraviglioso.

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