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GIUSEPPE DODINO, IL SENSO ESTREMO DEL DOVERE

ANDREA OLIVERI Neppure il Proclama Alexander del novembre 1944 che invitava i partigiani a sospendere le operazioni di lotta e a ritornare alle loro case in vista dell’inverno servì a far scendere dai monti Giuseppe Dodino. Il giovane di Garzi, entrato a far parte come volontario della Terza Brigata “Libero Briganti“ della Prima Divisione Garibaldi […]

ANDREA OLIVERI

Neppure il Proclama Alexander del novembre 1944 che invitava i partigiani a sospendere le operazioni di lotta e a ritornare alle loro case in vista dell’inverno servì a far scendere dai monti Giuseppe Dodino. Il giovane di Garzi, entrato a far parte come volontario della Terza Brigata “Libero Briganti“ della Prima Divisione Garibaldi “Gin Bevilacqua“, non abbandonò il suo distaccamento nonostante ciò significasse soffrire il freddo e la fame.

Bruciastrade”, questo il suo nome di battaglia, dopo l’8 settembre aveva deciso di aderire alla Resistenza abbandonando a Battipaglia l’esercito dove era arruolato come soldato.

Viaggiando a piedi e sui tetti dei treni, a metà ottobre era già tornato a Quiliano: nei pochi giorni che rimase nei dintorni, per poter consumare un po’ di cibo passava direttamente dalla finestra di casa, dove i genitori e la sorella gli avevano riservato un posto, per poter scappare velocemente al minimo sospetto.

Proprio per non mettere in pericolo la famiglia decise di salire in montagna e di unirsi alla Brigata Briganti diventando sottotenente.

Il 29 novembre 1944 si trovava a Bardineto, in località Principe, di ritorno da un’azione compiuta con due compagni, quando venne circondato dai tedeschi in rastrellamento. I tre giovani combatterono coraggiosamente per cercare una via di scampo; uno di loro riuscì a fuggire e anche Giuseppe stava per mettersi in salvo, quando si accorse che il terzo compagno era stato ferito e perdeva sangue.

Decise allora di soccorrerlo, ma quegli attimi gli furono fatali: i nazifascisti piombarono sui due ragazzi e li uccisero.

In suo tributo, gli venne intitolato un distaccamento all’interno della Brigata Don Peluffo, un nucleo di venti ragazzi – tutti quilianesi – che operò nella zona di Montagna e che più di altri si distinse nell’affrontare le forze avversarie.

In seguito, il Distaccamento Dodino entrerà a far parte della Divisione Sap Gramsci.

Generosità, abnegazione, senso del dovere. Aveva appena 22 anni.

 

Giuseppe Dodino (Quiliano, 1922 – Bardineto, 1944)

 

Fonti:

G. Patrone, I primi cinquant’anni del Novecento quilianese: Quiliano 1900-1945: scelte amministrative e avvenimenti (Coop. Tipograf, Savona, 2015)

G. Patrone, Il racconto di Luigi, Una storia di libertà e antifascismo quilianese (Coop. Tipograf, Savona, 2016)

Incontro con Celeste Dodino, in Articolando Il giornalino del C.C.R di Quiliano (2005)

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