ANDREA OLIVERI
Il suo nome può evocare i colori e i disegni spensierati dei bambini della scuola elementare di Valleggia a cui è intitolata, nella scritta che campeggia sul muretto del cortile; ma Allievo Peressi è stato prima di tutto un uomo, vissuto in un tempo in bianco e nero, dove qualsiasi colore era stato messo al bando.
Non era quilianese di nascita Allievo Bruno Mario, ma friulano, di San Daniele: aveva lasciato il suo paese d’origine per cercare lavoro e l’aveva trovato nello stabilimento della Società Anonima Materiali Refrattari di Vado Ligure, dov’era impiegato come operaio nella produzione di materiali ceramici per l’industria e l’edilizia. Al suo interno, Allievo entrò presto in contatto con il movimento antifascista: in un tempo in cui gli uomini del regime avevano occupato ogni angolo di potere servendosi d’ogni mezzo e creando una campagna di odio nei confronti di comunisti e socialisti, c’era chi voleva iniziare a scrivere una pagina di storia diversa. La fabbrica vadese divenne perciò un importante luogo d’incontro e di diffusione della stampa clandestina, di volantini antifascisti, addirittura, più tardi, di nascondiglio di armi e ribelli in fuga. Qui gli operai erano tenuti in considerazione e i vertici della Società non fecero mai mancare loro sostegno e, soprattutto, essendo la S.A.M.R. una Società a capitale misto e straniero, le persecuzioni interne allo stabilimento degli agenti del Fascio durante il conflitto, erano ridotte al minimo.
In seguito ai fatti storici che ferirono l’Italia, a partire dalla caduta del regime fascista del 25 luglio 1943, poi dall’8 settembre e quindi dalla guerra contro i nazifascisti, Allievo decise d’impegnarsi anche lui nella lotta contro i tedeschi e si affiliò ai giovani della Brigata Sap locale Don Peluffo. Nondimeno, fu tra i lavoratori che incrociarono le braccia in segno di protesta contro il regime imperante, nello sciopero delle fabbriche del primo marzo 1944. Una scelta rischiosa ma sentita che Allievo e altri sei suoi colleghi avrebbero pagato molto caro: quel giorno, i tedeschi circondarono lo stabilimento della Samr, traendo in arresto gli scioperanti che vennero condotti prima all’Istituto Merello di Spotorno, poi a Villa Negro a Genova per le visite mediche, dopodiché furono rinchiusi in carri bestiame da dove iniziarono il loro ultimo viaggio, direzione Mathausen, Germania. Tra 110 operai savonesi deportati, solo otto riusciranno ad uscire vivi dal campo di sterminio: Allievo Peressi non sarà tra questi e morirà il 20 settembre di quell’anno. Non si sa di preciso come Allievo trovò la morte, se per i morsi della fame, di stenti dovuti al freddo o perché passato per il camino: quello che conta è che si sacrificò per una giusta causa, il diritto alla libertà. Ideale tanto forte e radicato nelle coscienze da far cambiare, di lì a poco, la direzione al vento.
Allievo Peressi, 38 anni (San Daniele del Friuli, Udine, 1906 – Mathausen, Germania 1944)
FONTI:
G. Patrone, I primi cinquant’anni del Novecento quilianese: Quiliano 1900-1945: scelte amministrative e avvenimenti (Coop. Tipograf, Savona, 2015)
A. Lunardon, La resistenza vadese (Marco Sabatelli Editore, 2005)
G. Malandra, I volontari della libertà della II zona partigiana ligure (A.N.P.I, Savona, 2005)
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