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IL CORAGGIO DAL CARCERE, LA FORZA DELLE IDEE

Per la rassegna di storie degli eroi della Resistenza per le vie di Quiliano  Percorsi Che Resistono, l’esempio di Antonio Gramsci, condannato a vent’anni di prigione per le sue idee dall’Italia fascista. ”Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”: parole forti quelle che scriveva in Italia il giovane Antonio Gramsci nel […]

Per la rassegna di storie degli eroi della Resistenza per le vie di Quiliano  Percorsi Che Resistono, l’esempio di Antonio Gramsci, condannato a vent’anni di prigione per le sue idee dall’Italia fascista.

”Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”: parole forti quelle che scriveva in Italia il giovane Antonio Gramsci nel 1917, espresse in prima persona che gli costeranno care all’avvento del fascismo. Anticipatore della via italiana al socialismo e di salute cagionevole fin dall’infanzia, dopo la laurea in lettere e filosofia si avvicina al pensiero e all’opera di Lenin; promuove la formazione della corrente comunista nel Partito Socialista dalla quale nascerà il Partito Comunista d’Italia.
Nel 1922 si sposta in Russia nell’esecutivo dell’Internazionale comunista e, rientrato in Italia, viene eletto deputato per il collegio Veneto per diventare, nel 1923, il segretario generale del Partito comunista. In seguito alle leggi fasciste emanate contro le opposizioni nel 1926, viene arrestato nonostante l’immunità parlamentare e condannato a cinque anni di confino sull’isola di Ustica. Due anni dopo la sentenza definitiva di vent’anni, quattro mesi e cinque giorni di reclusione. Nella requisitoria d’accusa era stata chiesta una condanna esemplare per l’alto contenuto propositivo e politico dell’imputato: «Bisogna impedire a questo cervello di funzionare per venti anni». Trasferito nella colonia penale di Turi per l’aggravarsi della sua salute, ottiene il permesso di scrivere in cella e inizia la stesura dei ‘Quaderni Dal Carcere’, serie di studi filosofici e politici definiti una delle opere più alte e acute del secolo e pubblicati nel dopoguerra in tutte le lingue. Nel 1934, dopo aver subito violenze psicologiche, ottiene la libertà condizionata per motivi di salute e poco dopo la scarcerazione definitiva: ma ormai le sue condizioni fisiche risultano compromesse e, per non essere stato adeguatamente curato in undici anni di prigionia, morirà in un letto di ospedale a Roma il 27 aprile 1937. A lui verrà intitolata la Divisione delle SAP che lotteranno nel savonese durante la Resistenza.

Antonio Gramsci (Ales, Cagliari, 1891 – Roma, 1937)

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