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COME SI SEGNAVA IL FUOCO DI SANT’ANTONIO

Esoterismo, segnature, antichi riti. In passato, quando non esistevano tutte le cure e i medicinali che ci sono oggi, anche nel nostro territorio ci si affidava alla medicina popolare per curare i mali del corpo e dell’anima. Generalmente guaritrici, ma anche guaritori, provenienti dal mondo rurale conoscevano pratiche e formule magiche per porre rimedio a […]

Esoterismo, segnature, antichi riti. In passato, quando non esistevano tutte le cure e i medicinali che ci sono oggi, anche nel nostro territorio ci si affidava alla medicina popolare per curare i mali del corpo e dell’anima. Generalmente guaritrici, ma anche guaritori, provenienti dal mondo rurale conoscevano pratiche e formule magiche per porre rimedio a numerosi disturbi. Oggi parliamo di uno di questi: il fuoco di Sant’Antonio.

SABRINA ROSSI

 

La figura di Sant’Antonio Abate insieme a un maialino

Cos’è il fuoco di Sant’Antonio? Nome popolare dell’Herpes Zoster, si tratta di una malattia infettiva provocata dalla riattivazione dello stesso virus che causa la varicella. Si presenta con una dolorosa eruzione cutanea rivestita di vescicole in una zona del corpo. Probabilmente la riattivazione è dovuta ad un abbassamento delle difese immunitarie, stress psicofisico o determinati trattamenti farmacologici.

Oggi esistono le cure per combattere questa malattia ma in passato le persone, non avendo queste possibilità, ricorrevano a una branca della medicina popolare. Le guaritrici, o guaritori, che conoscevano le segnature, cioè un insieme di riti, pratiche esoteriche e formule magiche per alleviare vari disturbi e malesseri.

Una malattia che richiama il nome di un santo, quello di Sant’Antonio Abate che si celebra il 17 gennaio. Infatti secondo la leggenda proprio a lui, che aveva uno stretto legame con il fuoco, gli venivano riconosciute grandi capacità taumaturgiche. Venerato anche come protettore degli animali, il santo veniva associato al disturbo non come una causa, ma come un rimedio. Sempre secondo la tradizione, pare che Sant’Antonio allevasse maiali per produrre il grasso necessario a curare questo fastidio e alleviare i bruciori. Spesso infatti il santo viene ritratto insieme alla figura di un maialino.

Un tempo, secondo la tradizione popolare, i guaritori segnavano il fuoco di Sant’Antonio intorno alla zona interessata dalle vescicole con un carbone di legna tolto dal fuoco e ovviamente fatto prima raffreddare, ma non totalmente. Si esercitava poi un movimento circolare, segnando la pelle sana vicino al male, ripetuto varie volte e che terminava con il segno della croce e con parole di invocazione di fine del male: si trattava di formule, riti segreti pronunciati a bassa voce, quasi incomprensibili.

Un vera e propria arte della benedizione, ancora oggetto di studi da parte di storici e appassionati, ma i progressi della scienza e della medicina hanno permesso di accedere a cure e trattamenti efficaci.

Sant’Antonio, protettore degli animali
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