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“SEGNARE” L’ORZAIOLO

Prosegue il nostro viaggio nel passato tra antichi riti popolari, guaritori, segnature, esoterismo. Oggi parleremo di come, un tempo, si segnava l’orzaiolo. SABRINA ROSSI     Oggi, per i lettori di Quilianonline, continuiamo il nostro cammino in un passato in cui non esistevano cure e rimedi efficaci per guarire da malattie e disturbi, perciò si […]

Prosegue il nostro viaggio nel passato tra antichi riti popolari, guaritori, segnature, esoterismo. Oggi parleremo di come, un tempo, si segnava l’orzaiolo.

SABRINA ROSSI

 

 

Oggi, per i lettori di Quilianonline, continuiamo il nostro cammino in un passato in cui non esistevano cure e rimedi efficaci per guarire da malattie e disturbi, perciò si ricorreva a guaritori, o guaritrici che conoscevano e praticavano le segnature. Si segnava tutto, dai mali del corpo a quelli dell’anima, ma oggi parleremo di come, secondo gli antichi riti popolari, si segnava l’orzaiolo.

L’orzaiolo è un’infiammazione batterica che colpisce le ghiandole sebacee delle ciglia; si presenta come una sorta di foruncolo molto evidente di colore rosso o giallo, posizionato nella parte interna o esterna della palpebra. Può provocare dolore, gonfiore e arrossamento, fastidio, prurito, lacrimazione, sensazione di un corpo estraneo all’interno dell’occhio.

Secondo la tradizione popolare, l’orzaiolo veniva trattato dai guaritori, o guaritrici, facendo segni della croce con un anello d’argento o una corona del rosario diverse volte. Oppure si parlava di “cucire l’occhio”, ossia un rito esoterico che consisteva nell’eseguire gesti vicino all’occhio malato del “paziente” con ago e filo, imitando la cucitura e recitando formule particolari per far scomparire l’orzaiolo.

Un altro metodo di esoterismo popolare era quello di far appoggiare l’occhio malato all’imboccatura di una bottiglia d’olio, facendo guardare al “paziente” il fondo per un certo periodo di tempo.

Secondo l’antica credenza, l’orzaiolo poteva essere provocato da una maledizione lanciata da una donna incinta, magari pronunciando frasi a bassa voce, quando il padrone di casa non le offriva cibi di suo particolare gusto.

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