In un passato in cui non esistevano cure e medicinali efficaci, guaritori e guaritrici con un “dono” speciale praticavano le segnature. Interpretate come un atto d’amore verso il prossimo, venivano utilizzate per guarire persone da malattie, disturbi del corpo e dell’anima. Uno tra questi, la febbre.
SABRINA ROSSI
Prosegue il nostro viaggio tra riti magici, esoterismo e antiche tradizioni, che un tempo venivano praticati in assenza di trattamenti e cure efficaci.
Per i lettori di Quilianonline, oggi parleremo di come un tempo si curava la febbre.
Si tratta dell’aumento improvviso della temperatura corporea, un segnale dell’organismo che cerca di controllare fenomeni anomali, in genere di tipo infettivo. A seconda della patologia può portare sudorazione, brividi, mal di testa, dolori muscolari, stanchezza.
Un tempo, in assenza di terapie e medicinali, si ricorreva ai “segni del bene” praticati da guaritori e guaritrici. Secondo la tradizione popolare, per curare la febbre, specialmente quella ostinata delle fasi acute o ricorrente delle malattie croniche, veniva sempre utilizzata una fusione di elementi sacri e profani accompagnata da formule magiche per lo scongiuro. La formula, che veniva sussurrata, recitava:
Te segno da parte di Dio
e della Vergine Maria
et santo Gilio
et santo Santino
febre quartana,
febre terzana
e febre continua
e febre di ogni dì
disparteti
come fa la notte e il dì.
Diversi erano i metodi, ne citeremo altri due. Per il rito popolare, il primo consisteva nell’andare a digiuno in chiesa sette mattine consecutive dicendo sette Padre Nostro e sette Ave Maria e segnando la febbre in fronte sette volte con il segno della croce. Tutto questo per ogni mattina.
Un altro metodo, invece, era quello di pregare per nove giorni recitando il primo giorno nove Padre Nostro e nove Ave Maria, il secondo giorno otto, il terzo sette e così via sempre a digiuno e davanti all’immagine della Vergine Maria. Il rituale diveniva più efficace introducendo l’impiego di noccioli di pesca benedetti, in grado di tenere lontano il male.
Per saperne di più:
Vittorio A. Sironi, “Medici e guaritori”, ed. La Vita Felice, 2019.
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