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ANTONIO PORCILE, UN MARTIRE GIOVANE

ANDREA OLIVERI Non era noto soltanto per essere il sottotenente della 4° Brigata ‘Carlo Cristoni’ della 1° Divisione Garibaldi ‘Gin Bevilacqua’, Antonio Porcile, ma ricopriva all’interno della stessa anche il ruolo di caposquadra, grazie a quello sguardo sicuro e carismatico che lo faceva sembrare più grande dell’età che aveva. Ritratto in alcune fotografie con cappello […]

ANDREA OLIVERI

Non era noto soltanto per essere il sottotenente della 4° Brigata ‘Carlo Cristoni’ della 1° Divisione Garibaldi ‘Gin Bevilacqua’, Antonio Porcile, ma ricopriva all’interno della stessa anche il ruolo di caposquadra, grazie a quello sguardo sicuro e carismatico che lo faceva sembrare più grande dell’età che aveva. Ritratto in alcune fotografie con cappello e impermeabile alla Humphrey Bogart che denotavano la stessa eleganza e nobiltà d’animo, “Tappeto”, questo il suo nome di battaglia, era nato a Quiliano il 10 giugno 1921 e, dopo aver conosciuto il lavoro e la fatica facendo il muratore, si era arruolato in qualità di soldato nel Reparto Genio Minatori dell’esercito.
Il 22 febbraio 1945 si trovava nella zona basso piemontese di Castelnuovo di Ceva, precisamente in località cascina ‘Furest’: il giovane stava svolgendo una missione di recupero lanci alleati a favore della Resistenza, quando venne sorpreso e arrestato dai nazifascisti. Condotto a Ceva, venne imprigionato per qualche giorno, poi la sentenza senza processo: condanna a morte.
Il 5 marzo portato in località Broglio un plotone dalla Guardia Nazionale Repubblicana lo passò per le armi appena giunto sul luogo della fucilazione. Nessuno era presente.
Proprio nel giorno in cui Antonio avrebbe dovuto festeggiare il suo ventiquattresimo compleanno, il 10 giugno ’45, la Giunta Comunale Amministrativa di Quiliano decise, d’accordo col Comitato di Liberazione Nazionale Provinciale di Savona, di variare la denominazione delle strade cittadine in favore di coloro i quali si erano distinti nella lotta di Resistenza contro gli invasori nazifascisti. Tra questi nomi c’era anche il suo, così la strada che fino ad allora era conosciuta come via Andrea Prefumo, divenne, a imperitura memoria, via Antonio Porcile. Un martire, un altro giovane fucilato nel nome della Libertà.

Antonio Porcile (Quiliano, 1921 – Ceva, 1945)

 

FONTI:

G. Patrone, I primi cinquant’anni del Novecento quilianese: Quiliano 1900-1945: scelte amministrative e avvenimenti (Coop. Tipograf, Savona, 2015)

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